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Diari Toscani

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Carrara: le opere di Paolo Brenzini in mostra alla galleria Valeria Lattanzi

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Giu 8, 2022

Con il vernissage di venerdì 10 giugno alle ore 18, l’associazione culturale Idra presenta il suo secondo appuntamento pubblico, dopo la mostra di Melissa Gozzani, ospitando l’artista Paolo Brenzini con la mostra personale Cieli immensi nella sede nella galleria d’arte contemporanea Valeria Lattanzi di via Cavour 6 a Carrara.

La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino a sabato 9 luglio dal martedì al sabato dalle ore 17.30 alle ore 20 (e in occasione della White Carrara seguirà gli orari dell’evento). Sarà possibile accedere su appuntamento in altri orari. Per informazioni è possibile chiamare i seguenti numeri: +39 327 29 20 161 o +39 338 99 65 819; oppure scrivere all’e-mail idra.ass.artisticoculturaleaps@gmail.com.

Nella ricerca di Paolo Brenzini il primo incontro con il marmo rimanda agli anni ’90, e cammina in parallelo alla sua costruzione di dialogo e, soprattutto, studio approfondito dell’arte cinese. E nei primi lavori il candore del marmo era associato al giglio, il fiore della purezza, ma ovviamente la lavorazione del marmo di Carrara è fatto su pezzi di lastra che sono resti di fabbricazione, come dimostrano gli ovali supporto originario delle nuove “pietre”, che erano lo scarto della produzione di lavandini. In quei primi lavori era un fiore privato delle sue parti sessuali miticizzato attraverso la sua castrazione, un fiore disegnato a matita e sfumato si perde tra le venature del marmo ritrovandosi nelle linee di forza di architetture gotiche dove l’energia è visualizzata dagli elementi fondamentali che la costituiscono.

In questi ultimi lavori, invece, l’artista esplora il mondo delle “Dream Stone”. Rifacendosi all’antica tradizione cinese delle “pietre da meditazione”, dunque il nostro ricrea seguendo le venature del marmo spazi onirici, paesaggi impalpabili, tempeste di marmo come scosse telluriche che funestano le superfici marmoree confondendosi, sovrapponendosi, ora prevaricando ora sottomettendosi alla sempre affascinante magmatica geologia delle pietre usate.

Con la tecnica del suminagasci – spiega Paolo Brenzini gli inchiostri fluttuano ricreando cieli tersi immacolati, pacificatori. Gli scarti della lavorazione diventano i frantumi di questi cieli eterei la cui luce è insita nel marmo stesso. L’azzurro penetra fin dentro la pelle marmorea che in parte riflette e filtra il chiarore e le ombre ricreando l’effetto di nubi sospese impercettibilmente mosse da un vento immortale, eterno”.

Cieli immensi è completata da un’appendice visitabile nella seconda stanza della galleria Lattanzi.

Nello spazio ulteriore, infatti, ecco che la sezione “I sogni nel frigorifero” nasce dalla stessa idea alla base stessa dei frammenti di realtà persi nel tempo dei cieli spezzati del primo ambiente della mostra; se, da una parte, le schegge marmoree evocano mondi sognanti, frammenti e porzioni di materiale etereo, dall’altra parte dei semplici frame da video anonimi sono frammenti esplicativi di mondi e solitudini, gioie congelate nella loro lontananza emotiva e fisica. Con fotogrammi di immagini riprese da un incastro fra le ricerche infinite di YouTube e la stessa normale e abitudinaria predisposizione di comunicare con le tastiere e sulle tastiere dei pc.

Nella prima parte della mostra Paolo Brenzini sconvolge la rigidità degli scarti di marmo carrarese, del classico marmo rimesso alla ragione di una pratica anticamente applicata su carta di riso, mentre nella seconda si diverte, in qualche misura, con la più moderna stampa digitale.

Sin dall’inizio della mia carriera – spiega Paolo Brenziniho scelto una strada nella quale voglio essere il meno intrusivo possibile con l’ambiente e il paesaggio, e questo lo coniugo utilizzando quanto più possibile materiali di scarto, col recupero di quel che non serve più alla società, ripristinando la dignità perduta anche agli elementi obsoleti della tecnologia. Il tutto per ricreare un mondo invisibile ma reale, con i codici di un alfabeto dei rifiuti in un altro abc tecnologico”.

Brenzini, classe ’62, nato a Viareggio e residente a Massa, propone un percorso artistico che comincia dall’anno 1985, con l’esordio a Milano nella storica e fascinosa galleria d’arte “Fac-Simile” della milanese via Morigi, le mostre toscane con giovani talenti italiani e Parigi con altre figure in erba degli anni ’80 del ‘900. Mentre ancora (la laurea arriverà nell’anno 1988) deve terminare il percorso universitario in Architettura; studi che, d’altronde, dimostrano già le peculiarità del nostro; Paolo Brenzini sarà artista che disconosce l’obbligo di disegno e strumenti vari della tecnica: disegna a mano libera, prevalentemente in un suo stile. Fino a quando, poi, non scoprirà addirittura che “dipingere e disegnare non mi piace”. Virando definitivamente a uno stile che è un incrocio fortunato tra maestria dell’artigianalità e valorizzazione di tutto il mondo concettuale possibile.