• Sab. Nov 16th, 2024

Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“Durante la pandemia ho perso la cognizione del tempo…”

DiDiari Toscani

Apr 24, 2022

Anonimo istituto alberghiero G. Minuto di Carrara

Quando sono venuto a sapere per la prima volta del virus ero piuttosto contento. Pensavo solamente al fatto che il giorno dopo non ci sarebbe stata scuola, senza sapere che sarebbe durato anni e che mi avrebbe cambiato la vita. I primi giorni a casa mi sono piaciuti, perché, parliamoci chiaramente, quale adolescente avrebbe rifiutato il fatto di non andare a scuola? A lungo andare però ho cominciato ad annoiarmi, stando tutti i giorni in casa senza poter uscire, inoltre stavano iniziando a manifestarsi dei problemi con i miei genitori riguardo al lavoro. Poi è arrivata la D.A.D. che mi ha aiutato ad alzare la mia media poiché le verifiche e le interrogazioni le facevamo a casa, e ogni mio compagno delle medie si è sbizzarrito per trovare un modo per copiare. Passati i primi mesi ho iniziato a perdere la cognizione del tempo: le giornate erano tutte uguali: mi alzavo, facevo videolezione, pranzavo, tutto il pomeriggio chiuso in casa, cenavo e così via. Quando divisero l’Italia in zone a colori non ci capivo nulla, eravamo forse a Natale? Fatto sta che l’unica cosa che ho capito è che noi della Toscana potevamo uscire, e ciò mi bastava. Non esitai ad uscire. Non avrei mai pensato che una cosa che prima facevo tutti i giorni come uscire, mi fosse mancata così tanto… Però, purtroppo, c’era ancora una cosa che mi era proibito fare: andare a trovare i miei nonni, perché per loro il virus era molto più pericoloso e poteva causare la loro morte. Se glielo avessi attaccato sarebbero stati guai, per questo continuai a sentirli dal telefono.

La cosa più spaventosa del virus è che attacca senza che tu lo sappia e ti ritrovi a stare male all’improvviso, Io potevo badare solo a me stesso e quindi potevo solo sperare che nessuno dei miei parenti lo prendesse. Anche la scuola era un po’ un problema: ci davano il doppio dei compiti pensando che essendo a casa non avessimo nulla da fare. Poi, la scuola è finita e in estate siamo potuti tornare anche ad uscire, quindi l’ho passata al meglio, con il mio amico che mi ha accompagnato fino alla seconda superiore e con cui ho fatto un sacco di avventure. La prima superiore è stata un po’ diversa: ci mettevano in presenza, poi in D.A.D. di nuovo in presenza, e ancora in D.A.D. Non ce la facevo più, per fortuna si è trovato un compromesso, tre giorni in presenza e due in D.A.D. alla settimana. Questa volta il virus l’ho sentito di meno, anche perché ogni giorno lo trascorrevo con i miei amici e andavamo anche a giocare a calcio quasi tutti i giorni. Finiva un altro anno di scuola e mi toccava fare su e giù con il treno per gli ultimi giorni, ma alla fine, salutati i compagni, sono tornato a casa e ho iniziato un’altra fantastica vacanza che ho passata bene, nonostante il virus, in compagnia di tutti i miei amici, tutti i giorni all’aria aperta, senza dover restare chiuso in casa. Dopo un’altra estate con il virus, è iniziato un altro anno scolastico, che è andato bene, finché non sono rifinito in D.A.D. Fino ad ora non avevo mai preso il Covid, nonostante non avessi il vaccino. La cosa più terribile è che è stata mia nonna a contagiarmi. Io non ho paura per me, ma per lei, poiché in questo momento non si sente bene. La cosa più brutta è che non posso neanche andare a trovarla, ma posso solamente sperare che stia bene e augurargli il meglio.