Anonimo – istituto alberghiero G. Minuto di Carrara
Si è iniziato a parlare di virus dalla fine del 2019. Io ero appena tornata dall’Albania con la mia famiglia, dove ero andata per trascorrere capodanno con i miei parenti e si sentiva parlare di questo virus che era in Cina, ma non avrei mai pensato si potesse arrivare a tutto questo. Ero abbastanza tranquilla perché pensavo sarebbe stato un virus comune, che in due settimane sarebbe passato. Invece non è stato così. Ricordo ancora quella mattina in cui al telegiornale dissero che una donna cinese era arrivata a Roma ed era stata contagiata coronavirus. Dopo arrivò la notizia nella quale ci dissero che per una settimana saremo restati a casa per sicurezza: ero felice, perché ignara di quello che sarebbe successo. Le settimane divennero sempre di più, e con esse anche i casi e i morti, ed è lì che ho iniziato a preoccuparmi, fino a quando il 9 marzo 2020 entrammo tutti in lockdown. Vedere le strade dove solitamente passavano centinaia di macchine deserte mi inquietava. La quarantena non l’ho passata in modo molto pesante, perché fortunatamente ho tantissimo giardino e quindi passavo le mie giornate a giocare fuori. Devo anche ammettere che la pandemia mi ha fatto trascorrere più tempo con mamma e papà, che solitamente vedevo solo la sera, perché erano tutto il giorno al lavoro. Ricordo che passavamo le giornate a giocare con i vecchi giochi che i miei genitori facevano da piccoli. Con la quarantena ho vissuto anche dei momenti belli che facevano staccare da tutto, ti facevano un po’ dimenticare di tutto quello che stava succedendo, la paura di poter perdere qualcuno dei tuoi cari. Con l’arrivo dell’estate qualcosa sembrava essere cambiato sembrava che avremo potuto essere un po’ più di liberi. I primi mesi di dad, tutto sommato, mi piacevano: facevamo solo tre ore di lezione. Ma quando ho iniziato le superiori è stato molto più pesante, sei/otto ore davanti a uno schermo era veramente faticoso, mi mancava la normalità, essere in presenza.
Tuttora non ne siamo fuori, ma stiamo facendo dei progressi che piano piano si spera riusciranno a portarci fuori da questa situazione. Presto finirà lo stato di emergenza e speriamo sarà un nuovo inizio. Magari torneremo a vivere per davvero, goderci la nostra adolescenza, quella che ci è stata tolta due anni fa.