Inizierà nella prima decina di giugno la stagione della farfalla dorata del promontorio del Caprione, nel comune di Lerici. No, non è una specie particolare di lepidottero che vive solo sulla montagna ligure: è una sorta di magia che ha tutta l’aria di affondare le sue origini nei secoli, se non nei millenni, talmente suggestiva da lasciar pochi dubbi sulla casualità della sua origine.
La farfalla dorata di Lerici è un fenomeno di luce che passa attraverso fenditure delle rocce e che proietta l’immagine netta di una farfalla d’oro sul masso posto dirimpetto. L’aura di prodigio, a metà tra sacro e profano, arriva dal fatto che il fenomeno è visibile fino alla metà di luglio, con la sua acme intorno al solstizio d’estate, il che lo colloca molto vicino agli antichi riti di rinnovamento della terra. I dubbi sulla datazione del fenomeno e anche sulla sua eventuale artificiosità per mano umana, non sono ancora stati sciolti del tutto anche perché la sua scoperta è relativamente recente.
A metà degli anni ‘90, Enrico Calzolari, appassionato di archeo-astronomia, durante una passeggiata nei boschi della località Monti di San Lorenzo, mentre si dedicava a ricerche scientifiche, si imbatté nell’incredibile riflesso dorato che disegna una farfalla. Subito il sito divenne oggetto di studio da parte di Calzolari, che notò la particolare disposizione delle rocce assimilandole a una struttura megalitica risalente all’epoca arcaica. Secondo Calzolari si tratterebbe di un Tetralithon costruito forse dai liguri o da alcune tribù celtiche che vivevano in quella zona prima dell’arrivo dei Romani. La suggestione del fenomeno e la passione naturale del Calzolari per i misteri legati ai riti antichi, probabilmente, lo hanno facilitato nel ravvedere nello spettacolare gioco di luce il residuo di un rituale svolto, forse dai liguri apuani, in onore di astri celesti. Per avvalorare la sua tesi che il gruppo roccioso che modula la luce fino a disegnare una farfalla sia ciò resta di un tempio antico, Calzolari fece ripulire tutta la zona che, al momento della sua scoperta, era invasa da rovi. Le rocce del promontorio del Caprione sono di natura carsica e in epoca antica erano ricche di sorgenti per le quali i liguri apuani avevano dei culti mistici. Per Calzolari la farfalla era una scelta voluta e simbolica, come emblema di rinascita e di evoluzione dell’anima. Non a caso la sua apparizione avveniva in concomitanza del solstizio d’estate e quindi, con i riti di fertilità ad esso legati. Le ricerche sull’origine del fenomeno della farfalla dorata sono state raccolte da Calzolari nel libro “La farfalla di luce dorata”, tuttavia, il sito circostante non ha mai rivelato la presenza di oggetti riconducibili all’epoca arcaica e quindi nessun supporto scientifico ha potuto avvalorare la tesi dello scopritore della farfalla di luce. Questo, però, non ha minimamente scalfito il fascino dell’apparizione che è diventata un’attrattiva particolare per gli amanti del trekking e del mistero.
La farfalla dorata è visibile solo intorno alle ore 20 e nelle notti di luna piena grazie ai riflessi lunari. Sono sempre di più gli appassionati che si incamminano nel bosco per assistere all’apparizione. Per arrivare sul sito della farfalla dorata, che rientra nel Parco Regionale Naturale di Monte Marcello, bisogna raggiungere la località Monti di San Lorenzo, sopra Romito Magra. Da Monti parte una strada sterrata, percorribile solo a piedi, che passa davanti alle rovine della chiesa medievale di San Lorenzo e che si addentra nel bosco, dove si trova la roccia della farfalla dorata.
© Foto e percorso di Cristina Maioglio