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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“La mascherina sta diventando pericolosa: uno strumento per ‘nasconderci’ e isolarci da una società che temiamo…”

DiDiari Toscani

Apr 9, 2022

di Sofia Franchini classe 1 B liceo classico Emanuele Repetti di Carrara

Se anni fa ci avessero detto che ci saremmo trovati nel bel mezzo di una pandemia globale, nessuno forse ci avrebbe creduto. Eppure, da un giorno all’altro tutto è cambiato e ancora, dopo due anni, nessuno di noi è riuscito a “riconquistare” la propria libertà, o almeno, non del tutto. Nessuno può entrare in un luogo pubblico e stare insieme agli altri senza quella mascherina che sta diventando parte di noi, che ci impedisce tutti i giorni di vedere il sorriso dei nostri amici. Io frequento la IV ginnasio e – ironia della sorte – il primo giorno ho riconosciuto i miei compagni solo dallo sguardo. Ci siamo ritrovati a dover stare distanti un metro l’uno dall’altro, a non poter più stare nei banchi da due, a non poter neanche prestare una penna ad un compagno. Ci siamo abituati anche a fare le quarantene. E poi la D.A.D. Stare ore davanti ad uno schermo con l’audio che va e viene. E dicono anche che sia scuola. La scuola è studiare, apprendere, ma insieme ai propri compagni, non così. Ore davanti ad un computer, a osservare tante facce mogie o dei quadratini grigi con le iniziali dei nomi. E poi… quante volte ho dovuto chiamare la nonna per dirle che preferivo non andare da lei perché, qualcuno che avevo visto da poco era risultato positivo.

La paura in questi mesi, è stata il nostro più grande nemico, la paura, soprattutto, di perdere qualcuno a noi caro. Eppure, grazie al nostro saper adattarci e allo spirito di squadra, forse, ne siamo quasi fuori, ma le tracce di questa pandemia rimarranno per sempre.

In moltissimi ragazzi sono aumentate le crisi di panico, gli stati d’ansia, l’aggressività e ne hanno risentito molto anche rapporti interpersonali. Ci sentiamo ancora un po’ bloccati, anche solo per un abbraccio. È come se davanti a noi si alzasse una barriera e scatta la domanda: “E se chi abbiamo davanti fosse positivo?”. Penso che non sarà semplice ritornare alla vita di prima: è cambiato il modo di pensare, ma anche in modo di accettarsi. Ho riscontrato infatti che c’è chi tiene la mascherina costantemente, non per paura del contagio, ma semplicemente per “coprire” qualche “difetto” o per paura del giudizio altrui.

La mascherina quindi sta diventando pericolosa: uno strumento per “nasconderci” e isolarci da una società che temiamo.

È indubbio che ci sono stati notevoli miglioramenti, che non siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa per giorni e giorni, che possiamo fare sport, frequentare gli amici, goderci una passeggiata lungo la spiaggia o una lunga discesa sulla neve. “Andrà tutto bene!” era lo slogan di quel 2020. A me piace citare il tormentone di Jovanotti: “Io penso positivo perché son vivo perché son vivo. Niente e nessuno al mondo potrà fermare quest’onda che viene e che va. Io credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene, il bene…”.