di Anna Iardella classe IV A liceo scientifico Guglielmo Marconi di Carrara
Dopo il virus se ne è andata via parte di me, anche se, ad essere sincera, già, una parte se ne era andata, quando non ho più visto un viso che ero abituata a vedere. Prima era tutto “normale”, “stabile” o almeno ci si avvicinava, perché, a dire il vero, non so, se in me e nella mia vita, ci sia mai stata una certa stabilità. Adesso però gli alti sono incredibilmente alti, e i bassi incredibilmente bassi. Si alternano momenti in cui vorrei vivere l’istante come se stessi esalando l’ultimo mio respiro, e altre volte in cui vorrei solo non sentire più nulla. Momenti in cui vorrei solo sentire la calma, come il rumore delle onde che si scontrano fra di loro sulla riva, il verso dei gabbiani che volano e gridano all’unisono in un cielo terso in cui la luce del sole quasi acceca i miei sensibili occhi chiari. Ma è inutile: adesso il tempo sembra passare con un enorme peso addosso, e i bassi sono descrivibili un po’ come quando nei film si vede un personaggio che si butta con il paracadute e cerca di tirare la levetta per aprirlo, ma non ci riesce, e continua a provare, provare e provare senza successo, fino a che, tac, riesce ad aprirlo giusto in tempo ristabilizzandosi così da riuscire a salvarsi.
Ed infine c’è la distanza, l’incredibile distanza, che, purtroppo, io sento fra me e il resto del mondo. Vorrei avvicinarmi, eppure sento un costante muro tra le persone che mi circondano. Per quanto io sia intenta a cercare di tenerle sempre più vicine, le sento sempre più lontane, sento che c’è una distanza mai stata presente prima, e inevitabilmente ci sentiamo tutti più soli, sempre più soli. Le difficoltà sembrano insuperabili e gli obiettivi irraggiungibili, una sconfitta non è più una rampa di lancio per raggiungere i propri traguardi, ma la causa per cui ci abbattiamo sempre di più, diventando sempre più demotivati. Vorrei un futuro chiaro e limpido, degli ideali che aspirino alla felicità, una sana e piacevole empatia sapendo che nel mondo esiste il bene e persone che ci amano. Vorrei potermi alzare pensando “sono felice di vivere” e non “sono felice di esistere”.