La tratta era Carrara-Paradiso, cioè la località di Marina di Carrara oggi al termine di viale Galilei, ma per il livello di novità tecnologica che rappresentò il tram nella piccola città del marmo, agli inizi del ‘900, pareva quasi che portasse davvero in Paradiso. La tranvia elettrica Carrara-Marina era un’idea futuristica già immaginata con la progettazione del viale XX Settembre nel 1864. Il progetto, tuttavia, venne proposto al consiglio comunale cittadino il 15 gennaio 1904 che la approvò proprio perché avrebbe reso ancor più qualificato lo stesso viale. Ci volle un po’ più di dieci anni a realizzarla e, alla fine, venne conclusa prima dell’asfaltatura del viale, quando ancora la carreggiata era uno sterrato.
Il progetto prevedeva che la nuova tranvia avrebbe affiancato il tratto della marmifera che già era collegato al molo caricatore in legno di Marina, inaugurato nel 1876 ed era stato realizzato dalla Société anonyme tramways Toscans, un ‘impresa belga che si era costituita solo per quello scopo e che si occupò anche della costruzione e dell’esercizio dell’impianto. La tranvia andava a corrente elettrica a 600 Volt ed aveva uno scartamento standard tranviario di un centimetro e mezzo. Il percorso iniziale era di poco più di sei chilometri e seguiva tutto il tracciato del viale XX settembre. L’inaugurazione avvenne il 20 maggio 1915, quattro giorni prima dell’entrata dell’Italia nella Prima guerra mondiale: l’idea dell’imminente entrata in guerra era ormai consolidata, al netto della grande polemica tra interventisti e neutralisti, per cui, il primo tram carrarese viaggiò avanti e indietro da Carrara a Marina sventolando una bandiera tricolore. Al capolinea, che era in piazza Farini, poi Giacomo Matteotti, pur restando ancor oggi con il nome originario, c’era la banda cittadina che attaccava a suonare ad ogni giro completato dal tram. La tranvia aveva otto vetture motrici e tre giardiniere noleggiate dalla tranvia di Viareggio, che era già operativa da diverso tempo. La velocità massima era di 30 chilometri orari che potevano essere raggiunti fuori dai centri abitati e che invece, si riducevano a 15 nei pressi delle case. Dopo solo un anno dalla sua entrata in funzione, venne stabilita la realizzazione di un collegamento con il piazzale della stazione di Avenza che venne attivato il 19 gennaio 1928 e che sin collegava, anche, al raccordo per i depositi tranviari. La tranvia passava sotto la linea ferroviaria nel sottopasso di Avenza e all’altezza di via Covetta, intersecava i binari della marmifera. Macchine e strutture della tranvia erano stati costruiti dalla OMI di Reggio Emilia. Durante la Seconda guerra mondiale la linea venne sospesa a causa dei bombardamenti e riprese il servizio dopo la fine della guerra sotto la gestione della società SITA. Ma molto presto, nel 1947, viene stabilita, dal concessionario la soppressione della tranvia a favore di un servizio di autolinee, ma il tram continuò a essere operativo fino al 2 giugno 1955, quando fece la sua ultima corsa e lasciò il posto al filobus.
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