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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Aforismi che toccano l’anima: un caffè con Erika Serena Takdeer

DiSelenia Erye

Feb 24, 2022

Un caffè con… : la nuova rubrica di Diari Toscani

Il tempo del caffè è quello della pausa, di uno stacco, breve, temporaneo, dalla quotidianità che incalza e  corrode. È il tempo di una risata, di un momento di leggerezza, dello spezzarsi della routine, della sosta nel corso di una fatica, spesso più mentale che fisica. Il tempo del caffè è il tempo delle chiacchiere, quelle che ricaricano e fanno bene, quelle che, magari, raccontano i sogni o i percorsi di una vita. È il tempo  in cui Selenia Erye, autrice di tre romanzi, collaboratrice di diverse riviste e conduttrice del podcast su Spotify In mezzo agli altri, incontrerà personaggi, più o meno famosi, la cui storia merita di essere raccontata.  

Erika Serena Takdeer è una giovane donna nata nella provincia di Massa Carrara, che è riuscita, grazie alla sua grande capacità poetica, a dar voce a emozioni spesso celate. Tantissime di persone leggono le sue frasi e sono in pochi a non conoscerla in Italia. Moltissimi la seguono sui social e i suoi aforismi si ritrovano ovunque. Gli aforismi, nell’era social, sono diventati un nuovo modo di comunicare e di esprimere la propria interiorità. Con la sua pagina Facebook Il silenzio dell’anima ha riscosso un grandissimo successo. Erika Serena Takdeer non ha problemi a parlare di sé ed è, ovviamente, una grande comunicatrice.

Erika quando ha iniziato a scrivere aforismi?

Alle elementari, con i primi diari segreti e poi nei vari diari scolastici. Ricordo un episodio che adesso mi fa sorridere, ma all’epoca mi fece arrabbiare moltissimo perché l’ho vissuto come una violazione della privacy. La professoressa di matematica delle superiori, materia dalla quale mi assentavo totalmente, perdendomi proprio nei miei scritti, comprensibilmente stanca del mio disinteressamento alla sua materia, una mattina mi sequestrò la famosa Smemoranda, dicendomi che l’avrebbe consegnata a mio padre così da potergli parlare. La mattina della presunta consegna mi aspettavo una strigliata epocale che avrei volentieri sopportato pur di riavere le mie frasi d’amore adolescenziale, ma così non fu. La professoressa chiese a mio padre  il permesso di  tenere qualche giorno in più la mia agenda,  perché aveva iniziato a leggerla e ne era rimasta travolta. Questa cosa fece ridere talmente tanto mio padre che si dimenticò perfino della strigliata. 

Cosa la spinge a scrivere quelle parole?

Non c’è mai una dinamica precisa. A volte arriva un pensiero e lo fermo su un foglio volante, altre volte nasce una riflessione durante una chiacchierata tra amiche, altre ancora è capitato di estrapolare dei passaggi in chat, usciti spontaneamente nel mezzo di un discorso, per continuare poi ad approfondirli.  Ci sono frasi rispetto ad altre che sento profondamente, e sono quelle che arrivano da una sensazione  in cui mi ci ritrovo dentro. Non so se riesco a spiegarlo, arriva una sensazione e resto lì, dentro a quel sentire, piacevole o spiacevole che sia e  in quella sensazione è come se si aprissero spazi dove arrivano esattamente le parole giuste per me,  per spiegare quello che sto provando.

Come è arrivata ad avere una pagina Facebook con moltissimi seguaci?

In realtà ho diverse pagine Facebook, nate per gioco, ma quella che rappresenta il diario delle mie emozioni è “Il silenzio dell’anima di Serena Takdeer”. È nata nel 2010, mentre aiutavo un’amica a gestire la sua pagina. Fu lei a spronarmi a crearne una mia. Il nome della pagina è venuto  da una sensazione che, in seguito, ho capito derivare dall’importanza che aveva per me la ricerca interiore. Al titolo ho aggiunto lo pseudonimo con cui già firmavo gli aforisimi, formato da Takdeer, che in arabo significa “destino” e da Serena, che fa sembrare il tutto come un augurio.

Lei è presente anche su Pinterest…

Davvero ci sono le mie frasi su Pinterest?  Ironizzo, ma in realtà, pur essendo presente su Facebook, non sono molto attenta a dove finiscano le mie frasi. Ogni tanto mi propongono qualche profilo su questi siti di aforismi, ma non avrei la costanza di aggiornarli. So che quando metti un pensiero su un social fa dei giri strani e la cosa simpatica è che a volte lo vedi passare sotto il naso firmato con un altro nome, anche se tu ricordi perfettamente quando lo hai scritto e l’emozione alla quale è legato.  

E questo non la infastidisce?

All’inizio sì perché mi pareva che violassero una mia emozione. Poi ho avuto modo di confrontarmi con una nonna che aveva preso le mie parole, fra l’altro dedicate a mia figlia, spacciandole per sue, ma per esprimere il grande amore che aveva  una nipote disabile, e allora ho capito che si possono condividere i propri scritti sia per avere un riconoscimento personale, sia per donare le parole a chi non riesce a esprimere ciò che prova, e che quelle parole inizieranno a prendere nuova vita, ad esprimere nuove esperienze, e così quello che torna è una bellezza ben più grande. 

Qual è l’aforisma che la rappresenta di più e perché?

Forse l’ultimo è sempre quello che mi rappresenta di più in quel momento, ma proprio oggi ho postato nuovamente una frase che ancora mi emoziona perché c’è tanto del mio percorso: “Perché più che pensare a chi mi ha ferito vorrei avere un attimo per abbracciare ogni persona che ho ferito io. Ogni momento di mancanza, ogni volta che contavo solo io, ogni volta che non ho saputo comprendere, ogni volta che non mi è importato. Vorrei un attimo per ognuna di queste volte, per scaldare quel vuoto in un abbraccio. E perdonarmi.”

Lei ha iniziato anche un percorso spirituale particolare. Di che si tratta?

Dopo profonde riflessioni sui continui cambiamenti della realtà e delle nostre percezioni di questa mi sono iscritta ad un percorso di terapie egizio-essene e di antiche pratiche di Iside, e ho iniziato a  dare un nome a quello che ha sempre fatto sempre parte della mia vita, ma che avevo paura di guardare. Da lì è iniziato il mio viaggio interiore attraverso vari corsi e percorsi, il mio entrare nel mondo delle campane tibetane, il non chiudermi più nella paura quando il mondo spirituale vuole comunicare con me, lasciandomi trasformare in una sorta di canale di comunicazione. Rimanere aperta a tutto questo ha permesso un riaffiorare di ricordi e di situazioni che già si erano manifestate nella mia vita, ma ero troppo presa dalla razionalità per permettermi di accorgermene. Ho compreso che a renderci spirituali non sono i corsi, le meditazioni, le letture e la recitazione dei mantra, perché noi siamo già spirito. Sono la compassione e l’amore verso il prossimo e verso noi stessi a renderci strumento al servizio della verità e a permetterci di manifestare questo essere spirito. Cosa c’è di spirituale in ciò che passa nella mente e nel corpo se prima non è stato attraversato dal cuore?

Quali sono i suoi progetti futuri?

Ho la fortuna di vivere in un posto dove monti e mare sono facilmente raggiungibili e così come nei meravigliosi sentieri delle Apuane, ho iniziato a portare le meditazioni che solitamente si svolgevano in un luogo chiuso, in spiaggia. Ho creato una serie di incontri, sia on line nel mio gruppo Facebook, sia in presenza, nei quali porto le mie conoscenze, come “il percorso della Dea”, che è un viaggio tutto al femminile, all’interno della nostra meravigliosa ciclicità, volto a non subirla più come una limitazione, ma ad usarla come slancio, comprendendone tutto il potenziale, o il  percorso delle cinque ferite dell’anima, che è  adatto anche agli uomini e che permette di ritrovare la propria bussola interna. E poi, ovviamente, ci sono  i trattamenti con le campane tibetane e di riequilibrio energetico che permettono di entrare a contatto con l’anima. Infine, nei miei progetti, potrebbe esserci anche un libro, che in molti mi chiedono, peraltro già iniziato e rimasto sospeso.

Se volete ascoltare l’intervista integrale e la voce di Erika Serena Takdeer, potete farlo sul canale Spotify “In mezzo agli altri”.