L’etimo riconduce all’italiano volgare “brusiare”, a sua volta derivato dal tardo latino, che significava bruciare. Per questo, secondo alcune leggende, il monte Brugiana, sarebbe stato, in origine, un vulcano, poi spento. La Brugiana, come abitualmente è indicata la montagna che si trova al centro della corona delle Apuane che circondano Massa, non è un vulcano, ma la famigliarità col fuoco, sia reale che metaforico, sicuramente l’ha sempre connotata. Un’altra, più credibile, spiegazione del nome farebbe riferimento, infatti, all’abitudine assai antica dei pastori locali di bruciare le erbacce sui versanti della montagna per rendere i pascoli migliori. Oppure, anche, per l’uso di collocare grossi fuochi di segnalazione sulla vetta, in virtù dell’eccellente collocazione geografica dalla quale si spazia su tutta la costa altotirrenica e sulle vette dell’Appennino tosco-emiliano. La posizione così strategicamente favorevole la rese rifugio ideale per i combattenti della Resistenza partigiana durante la seconda guerra mondiale e quindi ancora sede del fuoco della lotta per la libertà e, purtroppo, del fuoco vero e devastante delle rappresaglie tedesche contro la popolazione del luogo. Atroce è il bilancio delle stragi avvenute sullo sfondo del monte Brugiana: da quella di Forno a quella di Bergiola Foscalina, diventata crimine contro l’umanità con i suoi 72 morti, agli altri scontri occasionali contro i partigiani. Una tragedia che è rimasta sospesa sulla Brugiana e concentrata nel suggestivo museo della Resistenza che si trova sulle sue pendici. Una serie di targhe che riportano la voce dei protagonisti della Resistenza, gli oggetti che gli appartennero e varie installazioni che li ricordano: il museo della Resistenza ha un impatto importante sul visitatore perché crea un collegamento diretto extra temporale, con chi, in quei luoghi ha combattuto ed è morto per la libertà. Molta della potenza del museo è dovuta al fatto che a volerlo e crearlo sia stato un ex partigiano: Mario Angelotti, noto col soprannome di Conte Gio, perché, come lui stesso ha spiegato, lui era il conte della rivoluzione.
La Brugiana è un monte alto 973 metri e fa parte del Parco naturale delle Alpi Apuane. A differenza delle altre montagne della catena ha un nucleo metamorfico caratterizzato dalla presenza di ferro e altri minerali ed è ricco di ardesia, materiale usato nei secoli per realizzare i tetti delle abitazioni della città sottostante. È presente in abbondanza anche il marmo e quindi, sin dal ‘600 sono state aperte delle cave. L’origine della montagna affonda nella preistoria, come testimonia la presenza di iscrizioni rupestri antichissime, e ugualmente molto antica è l’origine dei molti sentieri che collegano la montagna alle vette della Lunigiana.
Per salire sulla Brugiana, si parte da massa, in auto, in direzione Castagnola e si prosegue fino al ristorante Aquila da dove si raggiunge una strada sterrata. Si può parcheggiare oppure avanzare ancora un po’ con l’auto nella strada sterrata che è comoda e ampia e porta fino ad un cancelletto da superare per arrivare alla vetta. A metà percorso sulla destra ci sono le indicazioni per il parco della Resistenza.
© Foto e percorso di Cristina Maioglio