Un cuore metà rosso e metà nero: il simbolo creato da Goliardo Fiaschi, partigiano e fondatore del circolo anarchico di Carrara che porta il suo nome. Nella serata del Festival di Sanremo dedicata alle cover, il cantautore Giovanni Truppi ha presentato la canzone “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André, in una performance in cui è stato accompagnato da Vinicio Capossela e da Mauro Pagani, esibendo sulla maglia rigorosamente rossa, il simbolo dello storico circolo anarchico carrarese. È stato proprio Capossela, nell’intervista che i tre artisti hanno fatto nel back stage di Radio 2, a spiegare cosa era il simbolo esposto da Truppi nel corso dell’esibizione: “È un dono – ha detto Vinicio Capossela – del circolo anarchico di Carrara Gogliardo Fiaschi ed è un omaggio al grande umanesimo della migliore anarchia”.
Truppi ha invece motivato su Facebook le ragioni della scelta del brano di De André e l’origine del distintivo mostrato sul palco: “Ho scelto questa canzone – ha scritto Giovanni Truppi – perché credo nelle parole del suo testo e me ne sento rappresentato. Credo fortemente che siamo tutti coinvolti, per questo mi sono permesso di aggiungerlo al testo originale. Lo siamo molto più di quanto riusciamo a renderci davvero conto: ce lo dicono la biologia e la fisica, ce lo ha detto Jung e ce lo dicono la storia e l’economia. Considerato questo coinvolgimento mi sembra chiaro che siamo tutti responsabili quando uno di noi ha fame e il fatto che cerchi di sopravvivere, anche rubando se non ha alternative, mi sembra la cosa più normale del mondo.
Sono convinto che non esistano poteri buoni e che l’unica strada per vivere bene sia abbandonare, oltre al capitalismo, l’organizzazione attuale della società per sperimentare nuove forme di governo e di rappresentanza. Dovremmo lavorare di meno, delegare di meno, e dedicare parte del nostro tempo alla gestione della nostra vita insieme su questo pianeta, che è responsabilità di ognuno di noi e alla quale tutti dobbiamo partecipare.
Sul palco abbiamo portato dei simboli e sul mio cuore c’era un cuore rosso e nero opera di Goliardo Fiaschi, partigiano in Italia e Spagna e fondatore del Circolo Anarchico di Carrara.
Non sono a mio agio ad espormi così tanto. Allo stesso tempo credo che sia necessario fare assunzione di responsabilità rispetto alle parole che ho cantato anche a loro protezione, perché sono parole incendiarie e tali devono restare. Grazie Vinicio Capossela, un gigante e un mago, grazie Mauro Pagani, tutti noi che suoniamo in Italia ti siamo debitori, e non solo noi.
Siamo tutti coinvolti, diamoci da fare.
Viva Fabrizio De André”.