Dopo la bocciatura del progetto del traforo della Foce da parte dell’amministrazione 5 stelle di Carrara, interviene l’ingegner Roberto Benatti, presidente Del Centro Studi “A. De Gasperi ” dal 2010 al 2016, che di quel progetto fu l’autore.
“Non prediligo repliche pubbliche a polemiche espresse solo per faziosa contrapposizione partitica, alla quale, penso si dovrebbe rispondere più con la dialettica politica nelle preposte sedi istituzionali, che non dalle pagine dei giornali. Ma premesso questo, credo che non si possa comunque pensare di liquidare un’opera infrastrutturale, che darebbe un indiscutibile valore aggiunto a tutto il nostro territorio, peraltro già riconosciuto anche dai sindaci Zubbani e Pucci a seguito della presentazione del progetto nel 2010, motivandone la bocciatura per i risultati minimali che se ne otterrebbero. Ciò non corrisponde al vero. I dati relativi alle previsioni reali indicano l’agevolazione del transito veicolare giornaliero: 10592 ossia 882 veicoli/ora (dato Gennaio 2016 con incremento raddoppiato rispetto ai 5510 del Gennaio 2010): la riduzione tempo di percorrenza: 5 minuti, con risparmio energetico di 1.524.240 euro all’anno; la riduzione CO2 emessa da 4 chilogrammi al giorno a 1,84 al giorno; l’eliminazione di quattro tornanti pericolosi, lato Carrara, e nove strette curve con pendenze fino al 13 per cento; la maggior sicurezza di percorribilità, con una prevedibile riduzione degli incidenti.
La posizione ostruzionistica del M5s testimonia sia l’ignoranza circa lo studio del progetto e dei benefici che deriverebbero, sia il giudizio sommario con il quale la maggioranza del comune di Carrara intenderebbe archiviare gli annosi studi tecnici e le analisi socio economiche che caratterizzano il progetto stesso.
Non si possono certo negare le ovvie urgenze, che, per ogni territorio, devono essere affrontare di volta in volta, a seguito delle circostanze che caratterizzano i vari mandati elettorali che si succedono, ma è altrettanto vero che non si può negare che ogni vita umana abbia un valore estremamente superiore a qualsiasi interesse politico ed elettoralistico. E se un’opera infrastrutturale può servire a salvare anche una sola vita, questa vale più di ogni altro intervento teso a mitigare le diverse urgenze territoriali. Si tratta ovviamente di saper distinguere le diverse priorità, con capacità di valutazione nel qualificarne l’entità. A meno che per questa maggioranza abbia più valore tappare qualche buca sulle strade cittadine, o assumere qualche persona in più piuttosto che salvare delle vite umane. Ma allora anche gli interventi sul Ponte Morandi, sul viadotto di Albiano Magra, o peggio l’indignazione nazionale per le morti sul lavoro su cui tutte e forze politiche indistintamente piangono, si dovrebbero forse piegare all’interesse di una parte politica che si contrappone a un’altra. E non si può dubitare che il M5s possa fare eccezione. Il lato umano e personale, socialmente assunto e protetto, non dovrebbe essere l’obiettivo etico, prima che politico e amministrativo, del servizio collettivo delle pubbliche istituzioni, specie di quelle che operano sul territorio, a diretto contatto con il popolo rappresentato?”.