La richiesta del Pubblico Ministero era stata di otto anni e mezzo. La condanna definitiva, invece, ne ha stabiliti sette e mezzo: così finisce la storia squallida e scabrosa di Luca Morini, ex parroco della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, noto alle cronache nazionali come Don Euro, il prete con una doppia vita di vizi, lussi e festini gay. Non molto è stato riconosciuto all’ex prete come attenuante per i capi di imputazione: ammessa in parte la semi-infermità mentale richiesta dalla sua difesa e cancellata l’accusa di truffa ai danni delle suore di Casa Facis, alle quali Morini, sembrava aver chiesto soldi in cambio di messe per la salvezza dell’anima. Confermata, invece, l’accusa di estorsione nei confronti dell’ex vescovo Giovanni Santucci, che, tuttavia, ha voluto dichiarare alla stampa di non sentirsi vittima di estorsione e addirittura di sperare che Morini possa rientrare nella chiesa. E soprattutto, confermati i reati di sostituzione di persona commessi nei confronti di quattro escort ai quali, l’ex prete dovrà corrispondere un risarcimento di 14 mila euro complessivi. Una sentenza che rappresenta la rivincita per alcuni – i soli che decisero di sporgere denuncia – degli escort con i quali Don Euro era solito intrattenere rapporti in circostanze in cui millantava di essere tutt’altro che un prete e in cui sfoggiava un tenore di vita da vip. La degna conclusione di una vicenda emersa proprio grazie al coraggio e alla dignitosa coerenza di uno di quei ragazzi ingaggiati da Morini: Francesco Mangiacapra, avvocato e scrittore che, per primo scoprì la vera identità di Morini e la montagna di bugie su cui era costruita la sua doppia vita. Mangiacapra ha accolto la sentenza con soddisfazione anche se ha ricordato: “In realtà le porte del carcere non si apriranno mai per Morini perché ci sarà l’appello e alcune accuse cadranno in prescrizione e questo per colpa delle persone truffate che non hanno avuto le palle di costituirsi parte civile e di fare denuncia contro Don Euro e per colpa della chiesa che per prima non lo ha denunciato”.
Un percorso di denuncia sicuramente non facile, quello fatto da Mangiacapra, che ha incontrato, prima di tutto l’indifferenza della chiesa, a cui si era rivolto per segnalare il comportamento anomalo dell’ex prete. Il primo passo di Mangiacapra fu, infatti, una dettagliata lettera inviata alla congregazione del clero in Vaticano, rimasta sempre senza risposta. Così come i ripetuti tentativi fatti presso la curia di Massa per avvisare l’allora vescovo Santucci di ciò che stava accadendo. Nonostante le segnalazioni documentate da prove inequivocabili, portate da Mangiacapra, nessun provvedimento venne preso nei confronti di Don Euro fino a quando la vicenda venne portata, dallo stesso Mangiacapra, all’attenzione dei media nazionali diventando argomento di testate giornalistiche grandi e piccole e dei più famosi talk show televisivi. Solo allora Morini venne messo prima in quiescenza, alloggiato con ogni comfort in una villetta a spese della curia massese, e poi, dopo due anni, venne ridotto allo stato laicale pur restando fino ad oggi ancora residente nella stessa abitazione. Adesso, però, sembra davvero che “la pacchia sia finita”: la curia avrebbe dato lo sfratto a Morini che si ritroverà così: “fuori di casa e fuori di bottega”, secondo un antico detto locale.