Sulla copertina del libro c’è un intenso primo piano di Nellie Bly, la giornalista americana che nella seconda metà dell’800 raggiunse mete impensabili per il giornalismo e soprattutto per le donne, ma dentro quegli occhi così vivi, che sembrano puntare all’anima di chiunque si soffermi a guardarla, ci sono anche gli occhi di Melania Soriani, l’autrice del romanzo Bly, pubblicato da Mondadori il 25 gennaio. Tante le affinità tra le due donne, profonda e tangibile la presenza di Bly accanto a Melania Soriani nella stesura del libro che racconta la sua storia.
Come Nellie Bly, anche Melania Soriani ha combattuto e combatte battaglie che la volontà, la determinazione, l’impegno e la preparazione hanno reso possibili contro ogni comune previsione.
Come Nellie Bly, Soriani ha creduto fortemente nei suoi sogni come unica condizione per poterli avverare.
Come Nellie Bly, ha subito sconfitte e pensato di buttare tutto alle ortiche, ma si è sempre rialzata inventandosi ogni volta una nuova carta da giocare.
Come Nellie Bly, che in realtà si chiamava Elizabeth Jane Cochran, anche Melania Soriani ha uno pseudonimo o forse un alter ego, con il quale ha inseguito i suoi sogni. E li ha raggiunti, nonostante infinite difficoltà. L’autrice è una donna che lavora e anche una madre di famiglia, con ben cinque figli di cui uno, il suo bambino speciale, affetto da una malattia rara e portatore di una grave disabilità. Romana, ma residente a Carrara dai primi anni duemila, e con un po’ di sangue carrarino nelle vene, perché nipote di due carraresi trasferiti a Roma nella prima metà del ‘900.
Nel periodo di gestazione di Bly ha dovuto anche affrontare la malattia oncologica con il relativo percorso di cure e una marea di altre difficoltà che avrebbero fermato chiunque, ma non si è arresa e ha raggiunto la meta senza mai perdere quella luce dentro agli occhi che adesso passa anche attraverso gli occhi di Bly, nella copertina del suo libro.
Due donne straordinarie separata da 100 anni, ma tenute vicinissime dalla forza potente delle passioni.
E Bly rivive nelle parole di Melania Soriani, torna a gridare che la battaglia delle donne non è mai finita e che la sua storia può ancora insegnare tantissimo, non solo alle donne.
Di Bly e di Melania Soriani, Diari Toscani ha parlato con l’autrice.
Come mai ha usato uno pseudonimo?
Ho uno pseudonimo perché quando ho iniziato a scrivere mi ero fatta un po’ di scrupoli per i miei figli e la mia famiglia che volevo tener fuori dal mio lavoro. Il nome poi è rimasto perché ho cominciato a prendere premi e riconoscimenti e ormai, nel mondo della scrittura mi conoscono così. Diciamo che Melania è la donna con le sue aspirazioni e l’altra è la mamma che si occupa della famiglia.
Quando ha iniziato a scrivere?
A 14 anni riempivo quaderni di poesie, alcune assurde. Poi la nonna con cui vivevo, mi ha detto che scrivere era una perdita di tempo e che dovevo concentrarmi solo sullo studio. E io, che ero una ragazzina obbediente, ho seguito il suo consiglio. Ma la passione per la scrittura mi è sempre rimasta. A spingermi a tirarla fuori sono state le mie figlie; e, così, nel 2015 ho cominciato a seguire alcuni corsi di scrittura. Ho cominciato con un corso di narratologia con la Scuola Dumas del professor Mario Iannaccone, e poi con altri finché sono approdata alla scuola di Francesco Trento, “Come scrivere una grande storia”, dove ho seguito molti corsi, prima in presenza e poi, con la pandemia, su una piattaforma online.
È utile la formazione delle scuole di scrittura secondo lei?
Sì. Io ho fatto molti corsi mirati su ciò che mi interessava. L’incontro con Franco Forte, che è un editor, scrittore e sceneggiatore di Milano e il direttore delle collane. Il giallo, Segretissimo e Urania della Mondadori, è stato determinante e mi ha dato tantissimo. Franco è una persona stupenda, di grande umiltà ed è stato il primo a leggere Bly.
Il titolo chi lo ha deciso?
La prima versione del libro si intitolava “L’incredibile storia di Nellie Bly”, ma lo stesso Franco Forte mi fece notare che il titolo non funzionava. Durante un pranzo famigliare, ognuno di noi ha fatto proposte di titoli, fino a quando mio figlio ha suggerito Bly dicendo che suonava bene e che era uguale in tutte le lingue. Questo mi ha colpito moltissimo. Bly, fra l’altro, è stata la firma che Nellie ha apposto sul biglietto per Erasmus Wilson per annunciargli la partenza per New York, dove poi è diventata una cronista del World di Pulitzer. L’idea evidentemente è piaciuta anche responsabili della Mondadori perché il titolo non è stato più cambiato.
Come è iniziata la sua carriera di scrittrice?
Ho cominciato con alcuni concorsi grazie ai quali ho pubblicato dei racconti su diverse antologie. Il mio primo romanzo per bambini che si intitola “In viaggio con Amir”, edito da Edizioni Leucotea, ha vinto il Premio Selezione Bancarellino nel 2019. È stata la mia prima pubblicazione e mi ha dato tante soddisfazioni. Nel frattempo, comunque, stavo già lavorando a Bly.
Quando ha iniziato a scriverlo?
Nel 2015. All’inizio ho studiato la vita di Nellie Bly. Sul principio è stato impegnativo, tuttavia le università americane hanno ottime biblioteche. Gli americani tengono molto alla loro storia: esistono degli archivi con gli avvenimenti del passato di ciascun borgo o contea. È stato così che trovato quello di Apollo, la città in cui nacque Nellie Bly, scritto dalla Camera di Commercio locale nel 1870, con i nomi e le vicende familiari dei negozianti e dei professionisti del tempo. Mi sono ispirata a quei personaggi per popolare l’Apollo del mio Bly: il dentista tedesco, l’uomo che comprava le rane vive, il notaio, il medico. Di ognuno di loro è salvata la storia in questi piccoli libri che raccolgono tutti gli eventi del luogo per decenni e che sono facilmente fruibili. Un grande aiuto per ricostruire la vita di Nellie è venuto dal libro di Brooke Kroeger, giornalista e scrittrice americana. Un saggio molto approfondito. Con Brooke ci siamo scambiate alcune mail mentre stavo lavorando al libro e adesso ci scriviamo spesso. Mi ha scritto che ha messo Bly nella sua lista acquisti e ha mandato un tweet per annunciare l’uscita di Bly in Italia.
La storia che lei racconta nel libro è totalmente vera o è in parte romanzata?
I fatti storici relativi alla carriera di Bly sono veri. Le parti che riguardano la sua infanzia e la sua vita privata, come il dialogo col compagno di scuola o il primo colloquio con il direttore del Pittsburg Journal sono stati inventati. Dove potevo mi sono attenuta il più possibile alla storia vera. È comunque un romanzo, quindi ci ho messo anche del mio.
Quanto è durata la fase di studio?
Un anno, almeno. Forse un anno e mezzo. All’inizio non riuscivo a far venire fuori il personaggio.
Come ha conosciuto la storia di Nellie Bly?
Attraverso un articolo uscito su Facebook, in occasione dell’anniversario della morte di Nellie Bly. Adoro le storie del passato e in particolare quelle di personaggi femminili. Dopo quel trafiletto andai a cercare altre informazioni su Nellie. Nel giro di pochissimo era diventato un bisogno: più sapevo di lei e più volevo conoscerla meglio. Poi ho capito di voler raccontare la sua storia e l’ho fatto.
Quanto tempo ci ha messo per scrivere il romanzo?
Sei mesi per la prima stesura, quattro anni per dargli la forma giusta. Lo scorso anno l’ho rivisto per l’ultima volta: un lavoro di micro-editing fatto con Barbara Gatti per conto della Mondadori.
Una volta terminato il romanzo che passaggi ha fatto?
Ho cercato di farmi leggere da Mondadori. Ho inviato un’e-mail al responsabile della narrativa italiana che aveva già valutato un altro mio storico, mai andato in pubblicazione. Un’email in cui ho messo tutta me stessa, tutta Elizabeth, che gli parlava di come la storia di Nellie fosse ancora quella di tutte noi. Gli ho scritto con il cuore, proprio come faceva Nellie Bly. E poi il resto è storia.
Cosa l’ha colpita di Nellie Bly?
Nellie Bly è la storia di noi donne. Le donne che lottano per emergere, per essere considerate al pari dei colleghi uomini che non hanno figli e una famiglia da accudire. Per le madri di famiglia che vivono con i sensi colpa il tempo dedicato a sé stesse. Le donne che hanno un partner o un marito violento e continuano a sopportare tutto, certe di riuscire a cambiarlo. Ho ritrovato la paura di mettersi alla prova, di capire che quel nostro sogno è troppo elevato per le nostre capacità. Nei suoi scritti, nei suoi pensieri, le battaglie che Nellie Bly ha combattuto sono le nostre di oggi.
Quanto l’ha cambiata l’incontro con Bly?
Sembra assurdo dirlo, perché è una persona che non ho mai visto, ma la verità è che Bly mi ha cambiata tanto. A un certo punto ho sentito di conoscerla e di capirla ed è stata una presenza costante nella vita. E, ancora oggi, mi capita di pensare: se Nellie Bly è riuscita a realizzare i suoi progetti in un’epoca in cui la donna valeva meno di zero, ho il dovere di provarci anche io che ho molte più libertà e possibilità di quelle che aveva lei. Con la sua vita, Nellie ci ha lasciato un insegnamento universale, che prescinde dall’essere uomo o donna: se crediamo in un progetto e ci impegniamo con tutti noi stessi per realizzarlo, allora è sicuro che riusciremo a portarlo a termine. Davanti a un fallimento si trovano sempre varie scuse, ma, in realtà è giusto guardarsi dentro e chiedersi se ci abbiamo lavorato con tutte le forze possibili; con sudore e sangue, come usava dire mio nonno. Per me è stato così.
Come è riuscita a trovare il tempo per scrivere il romanzo?
Con la volontà e la voglia di farlo. Scrivere è faticoso, ma deve essere un esercizio costante, per non rischiare di perdere per strada la connessione con i nostri personaggi, e soprattutto per seguire lo sviluppo della storia. Per una mamma che lavora, è ancor più faticoso. Mi piace scrivere la sera, quando tutti dormono e la casa è immersa nel silenzio. Per finire la prima stesura ho chiesto aiuto a mio marito e per un mese mi sono presa due ore al giorno chiusa nella mia stanza: sapevo che se non avessi fatto così non l’avrei più terminata. Il libro “Bly” è uscito il 25 gennaio 2022, lo stesso giorno, 132 anni prima, Nellie Bly concluse la sua più grande impresa, un viaggio intorno al mondo in soli 72 giorni. Nellie riuscì a battere il record di Phileas Fogg, di Jules Verne. Quel giorno realizzò il suo sogno più ambizioso dimostrando che anche una donna poteva compiere grandi imprese al pari di un uomo.