I tedeschi la chiamano Aasblume, cioè fiore maleodorante. Gli italiani la chiamano direttamente Fiore carogna per sottolineare che il suo olezzo è molto simile a quello della carne in putrefazione. Il cactus di questa settimana è l’Orbea o Stapelia Variegata, chiamata appunto “Fiore carogna” e che è, per sua fortuna, tanto bello da far dimenticare il profumo poco invitante dei suoi fiori.
L’Orbea è un genere che comprende ben 45 specie che fa parte della famiglia delle Asclepiadaceae, piante originarie dell’Africa tropicale. La variante “Variegata” era diffusa già alla metà del ‘600 ed è sicuramente la versione più nota delle piante della specie. Robusta e facile da coltivare, ha bisogno di un terreno ricco di humus, con un buon drenaggio dell’acqua e di una posizione ombreggiata, anche se tollera bene anche l’esposizione al sole, preferibilmente su terreni rocciosi.
Come tutti i cactus ama il caldo e non necessita di molta acqua e cresce bene con un temperatura che sia sopra ai 10°. L’Orbea raggiunge un’altezza di circa 20 centimetri e ha un tronco succulento dal quale partono ramificazioni e foglie. I fiori a forma di stella sono particolarissimi: screziati sul rosso scuro, sul marrone e sul giallo con un disco centrale rialzato. La riproduzione avviene tramite l’impollinazione da parte di insetti: il fastidioso odore nasce, appunto,per attrarre un maggior numero possibile di mosconi impollinatori.
Essendo una pianta “succulenta” ha la caratteristica di avere uno stato “dormiente” per un certo periodo dell’anno nel quale sopravvive utilizzando le riserve idriche immagazzinate. È quindi importante smettere di irrigare (in genere io smetto verso ottobre per poi riprendere in primavera) e lasciarle riposare. È facile che, coltivandola in vaso, si produca del marciume alla base della pianta. Il problema si risolve mettendo della ghiaia sopra il terriccio e avendo cura di eliminare i ristagni d’acqua che si formano nei sottovasi. L’Orbea è facile preda delle cocciniglie che possono essere eliminate usando un cotton fioc imbevuto di alcool denaturato.
La pianta si può riprodurre mediante talea o con l’utilizzo di semi freschi. La talea va effettuata prima del riposo invernale al culmine della fase di crescita attiva della pianta: si deve tagliare le riprese con una buona parte di radici per poi inserirle in un terriccio umido. I semi, invece, vanno piantati in primavera e rendono al meglio se seminati freschi, nel qual caso, la pianta arriva a maturazione in tre anni.
© Foto di Cristina Maioglio