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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Intorno al borgo di Pulica: paese di guerrieri, Madonne e ciclisti

DiVinicia Tesconi

Dic 3, 2021

Ha resistito ai secoli, anzi, ai millenni. Alle guerre tra i Liguri-Apuani e i Romani, alle avide spartizioni tra i vescovi medievali, alle devastazioni dei mercenari e alle dispute feroci dei Malaspina, alle evoluzioni bizzarre della burocrazia che lo elevarono a comune e poi lo relegarono a frazione, persino ai pazzi ubriachi che sfregiarono i suoi monumenti. Ha resistito a tutto il piccolo, particolarissimo, borgo di Pulica, ancora saldo al costone della montagna lunigianese alle spalle del comune di Fosdinovo, è rinato ogni volta dalle sue ceneri mantenendo intatta tutta la sua lunghissima storia.

Le prime attestazioni in documenti ufficiali del borgo di Pulica risalgono all’anno 879 dopo Cristo, ma il ritrovamento di una tomba di un guerriero ligure-apuano e di una necropoli ligure, entrambe risalenti al III secolo avanti Cristo, confermano che il nucleo originario del paese si era già formato in epoca romana.
Il nome stesso, Pulica, ne sarebbe una chiara traccia: da lì, infatti, passava la via Publica romana, che da Luni arrivava a Lucca, passando anche per le vallate lunigianesi in cui, poi, sorsero i paesi di Marciaso e Monzone.

Esiste anche un’altra versione sull’origine del toponimo che riconduce alla località chiamata Puillon, collocata dall’Anonimo Ravennate tra i borghi di Luni e Bibola, ma anche dando credito alla seconda, la cui datazione è del 700 avanti Cristo, la grande scoperta archeologica fatta nel 2000 vicino a Pulica ha riportato indietro di secoli la data di fondazione del paese. La tomba che ha restituito le ceneri, le suppellettili, e soprattutto un prezioso elmo in bronzo con le corna, ha permesso di attribuirla a una figura di alto lignaggio tra i guerrieri liguri-apuani, probabilmente uno dei capi. Pulica, tuttavia, in maniera ufficiale viene citata per la prima volta in una pergamena conservata all’archivio arcivescovile di Lucca che attesta una permuta di terreni avvenuta nell’anno 879 tra il vescovo di Lucca e quello di Luni.
Poco dopo il Mille il borgo era già consolidato tanto da potersi scontrare con i signori di Fosdinovo in merito alla costruzione di alcuni edifici.
Nel 200 il vescovo di Luni, Gualtiero II, fece costruire il castello che poteva sfruttare un’eccellente posizione strategica sulla valle sottostante, trovandosi a oltre 400 metri sul livello del mare.
Nel secolo successivo il borgo di Pulica venne quasi raso al suolo due volte: la prima per mano Raimondo di Monteverde, soldato mercenario di Pisa e la seconda per mano di Rainaldo di Fermo, ma prima che il 1300 finisse il borgo era già stato ricostruito.
Il castello, in parte distrutto dagli attacchi mercenari, sopravvisse fino al 1600, quando venne ristrutturato e trasformato in una chiesa per accogliere la chiesa di San Giovanni Battista che esisteva nel paese dalla fine del 1200.
Alla metà del 1600 risale, anche, la fontana della piazza principale del paese nella quale compare un Quadrato del Sator, una formella quadrata che riporta l’iscrizione latina di cinque parole che si leggono palindrome sia in orizzontale, sia in verticale: una delle più misteriose e mai definitivamente spiegate iscrizioni antiche, diffusa in tutta Europa.
Nel 1770, quando ancora il borgo faceva parte del marchesato dei Malaspina, vennero costruiti anche un oratorio dedicato a Santa Maria, adiacente alla chiesa, dotato di un campanile a vela. Un secondo oratorio dedicato al Santissimo Sacramento e la cappella di San Rocco posta appena fuori dal paese.

Più o meno dello stesso periodo sono le molte Maestà che adornano le strette vie del paese tra le quali, la più antica, raffigura la Madonna col Bambino, tra San Rocco e San Sebastiano. La piazza centrale del paese, oggi, è dedicata a Graziano Battistini, ciclista degli anni ’60 che per un po’ venne considerato l’erede di Fausto Coppi per la sua abilità di scalatore, vincitore di alcune tappe del Giro d’Italia e del Giro di Francia, tra le quali il gran premio della montagna sull’Aubisque, impresa epica, e la Cima Coppi sullo Stelvio, forte della sua abitudine a scalare in bici le montagne della sua Lunigiana.

La passeggiata parte dall’ingresso del castello di Fosdinovo sul lato monti, da dove si prosegue fino al bivio in direzione del parco avventura. Poco prima del parco si prende il sentiero che sale nei boschi di abeti e e pini molto alti. Al primo bivio del sentiero si scende a destra in direzione di Pulica e si prosegue tra boschi di castagni e querce attraversati da diversi piccoli corsi d’acqua fino ad arrivare a una piana da cui si gode la vista sul borgo di Pulica. Seguendo la strada verso il paese si incontra una marginetta, piccola Edicola a metà tra il riparo per i pastori e la devozione religiosa, nella quale si trova la Maestà di Tabarra, posta sul crocevia tra il sentiero per il bosco e quello per il paese. Una Maestà nella quale il volto della Madonna è incompleto perché, secondo la voce locale, venne sfregiato da una sassata tirata da un ubriaco. Seguendo la via Campagna, un sentiero sterrato, si fa il giro esterno del paese e si arriva sul lato nord da dove si accede al borgo vero e proprio fino alla piazza Graziano Battisti. Da lì si ritorna lungo la strada comunale che risale fino alla Spolverina e quindi fino al castello di Fosdinovo.

© Foto e percorso di Cristina Maioglio