Primo appuntamento concertistico dell’edizione 2021 dei Lucca Puccini Days, il mese di eventi dedicato a Giacomo Puccini tra le due ricorrenze della morte (29 novembre) e della nascita (22 dicembre). Ad aprire le celebrazioni uno straordinario concerto dedicato alle donne afghane: Mashal Arman & the afghan project si esibiranno per la prima volta in Italia mercoledì 1 dicembre alle ore 21 al Teatro del Giglio di Lucca.
Anche per l’edizione 2021, il festival è frutto della collaborazione tra comune di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Teatro del Giglio, e realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e i patrocini di MIC – ministero della cultura e regione Toscana.
Mashal Arman è una delle più popolari cantanti afgane (basti vedere le centinaia di migliaia di visualizzazioni dei video postati sui social). Esiliata in Svizzera con la famiglia, dopo gli studi musicali a Berna, Ginevra e New York, alterna la sua attività artistica fra il canto lirico, il teatro musicale e la conservazione della musica popolare afgana. L’Ensemble si è recentemente esibito a Parigi durante un live seguitissimo per Radio France, a Ginevra per una trasmissione TV di RTS dedicata all’artista e alla sua famiglia, a Berlino per il Festival “Female voice of Afghanistan” e ha in programma concerti in tutta Europa.
“Se non puoi salvare me, salva il mio strumento, salva la musica dell’Afghanistan”, è il grido delle musiciste e dei musicisti afgani raccolto dalla reporter di guerra Barbara Schiavulli.
Senza dimenticare la catastrofe umanitaria, il senso di avere a Lucca artisti provenienti da una terra martoriata, sta nel racconto della bellezza della loro arte.
Nello spirito Pucciniano di guardare sempre oltre i propri orizzonti, questa edizione 2021, ospiterà nel suo concerto inaugurale le sonorità di un paese, l’Afghanistan, luogo tanto martoriato all’interno dei propri confini, ma con una grande tradizione da cui trae origine molta della cultura dell’occidente – basti pensare alla fiaba persiana che è tra le fonti più importanti della Turandot di G. Puccini. Del tutto straordinario sarà il fatto che ad accompagnare il pubblico in questo viaggio nella musica popolare afgana sarà la voce di una donna, il mezzosoprano Mashal Arman, cantante in esilio in Europa. Un concerto dedicato al popolo afgano, evocato oltre che nei suoni anche nella scenografia per immagini di Fatimah Hossaini, pluripremiata fotografa e attivista per i diritti umani, fuggita da Kabul nell’agosto scorso. In Afghanistan la musica è proibita, le artiste e gli artisti e vivono nella paura e nell’impossibilità di suonare e cantare. In Afghanistan le donne hanno perso la loro libertà “spazzate via, tolte di mezzo, si torna indietro di venti anni o forse di secoli: quando il buio era quello delle anime, quando le donne erano streghe, quando la musica era il male”.