Pinocchio ha gli occhi verdi e sono quelli di Daniela Donnini, moglie e musa dell’artista Graziano Guiso le cui opere saranno in mostra a Palazzo Binelli da venerdì 26 novembre a giovedì 6 gennaio.
Un’esposizione ospitata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara al piano nobile del palazzo che verrà inaugurata venerdì 26 novembre alle ore 18 e resterà aperta in orario dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 14 alle ore 18. Ultima tappa di una mostra itinerante che ha portato i dipinti di Guiso in giro per l’Italia, a partire dal museo di Collodi dove poi è rimasta ‘bloccata’ alcuni mesi a causa del Covid per poi arrivare al Niart di Ravenna e al Mubaq, il museo dei bambini dell’Aquila.
“Pinocchio ha gli occhi verdi come quelli di mia moglie Daniela che purtroppo è venuta a mancare quest’anno a gennaio – racconta Graziano Guiso –. Era una mostra che avevamo progettato insieme, come del resto facevamo sempre. Eravamo molto uniti nel mio lavoro artistico e l’avevamo pensata insieme come mostra itinerante con ultima tappa a Palazzo Binelli, una sede importante e prestigiosa che mi rende orgoglioso e felice”. Un’esposizione che lega due mondi essenziali nella creazione poetica di Guiso, la moglie Daniela e il personaggio fantastico di Pinocchio che in alcuni acquerelli appare ‘contestualizzato’ nella città di Carrara.
“Ho fatto passare Pinocchio da Carrara – prosegue ancora Guiso – e gli ho fatto fare alcuni mestieri tipici del mondo del marmo, come il buscaiol che ha il peso della lastra sulla schiena, il tecchiaiolo e il suonatore di tuba. In mostra ci saranno 23 opere che indagano l’universo collodiano nei momenti più salienti della fiaba, del catalogo pubblicato per la prima mostra di Collodi stampato dalla Bandecchi e Vivaldi di Pontedera, il cui curatore iniziale è stato Filippo Lotti. La presentazione del catalogo a Palazzo Binelli sarà fatta da Barbara Enrica Mannucci, critica d’arte e da Filippo Rolla”.
Perché proprio Pinocchio?
“Io sono un ex insegnante di arte e immagine, ormai in pensione da un anno e mezzo. Pinocchio è un racconto, un personaggio che funziona benissimo a livello didattico, sotto il profilo artistico, storico e letterario ed è sempre stato nelle mie corde. Avevo già fatto una mostra anni fa con questo protagonista, intitolata ‘Con gli occhi di Pinocchio’ dove io ero il burattino e incontravo animali che avevano interagito con me. E’ un personaggio che si presta ai racconti interiori e anche quelli fantastici di ognuno di noi. E infatti in esposizione a Palazzo Binelli ci sono anche opere fuori catalogo di alcune anni fa e una inedita”.
Originario di un piccolo paese nel comune di Aulla, in Lunigiana, Guiso è stato ‘adottato’ da Carrara sin da quando a 14 anni si trasferì in città per studiare al liceo artistico e in seguito all’Accademia di Belle Arti.
“Qui ho avuto la fortuna di conoscere grandissimi personaggi tra i quali Bruno Munari, Silvio Coppola e lo storico d’arte Piercarlo Santini a cui devo moltissimo, devo tutto: mi ha aiutato fin dagli inizi nelle mie mostre ed esperienze artistiche. Ha sempre creduto in me”.
Che tecnica è stata utilizzata per queste opere?
“Sono tutte 40×40 pensate su un materiale che è un filtro per il vino, molto particolare, dipinti con acrilico. Lavoro molto con la carta, anche riciclata, strappata dai manifesti. La mia prima mostra con questa tecnica chiamata décollage, che prevede di strappare i manifesti, assemblarli e dipingerci sopra, è stata ‘Alla luce della luna’”.
Come descriverebbe la sua poetica artistica?
“Sono stato definito un pittore onirico ed è una definizione che sento molto mia. Ad esempio nella mostra ‘Alla luce della luna’ avevo dipinto un dialogo notturno fra le cave nel silenzio della notte, quanto tutto si ferma e tace, e la luna”.