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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Un click lungo 100 anni: la storia dello studio fotografico Michelino

DiVinicia Tesconi

Apr 9, 2021

Era nato a La Spezia, Michele Casseri, il fondatore dello studio fotografico Michelino, ma molto presto si era trasferito a Carrara con la madre e la sorella. Classe 1892, a soli 14 anni aveva iniziato a lavorare nella bottega del fotografo Valenti, all’epoca il più rinomato studio fotografico della città. Lo studio Valenti aveva già molti anni di esperienza alle spalle e per il giovane Casseri, chiamato Michelino, era una scuola eccellente per carpire tutti i segreti della fotografia.

Molto presto cominciò a scattare immagini e a farsi conoscere nell’ambiente che ruotava intorno al mondo della fotografia che, a Carrara, praticamente coincideva con il mondo del marmo e dei laboratori di scultura.

La ragione principale della presenza a Carrara, piccola città di provincia, di diversi studi fotografici all’inizio del ‘900 – cosa non proprio comune visto che la fotografia era stata inventa solo 60 anni prima – era proprio il marmo. Era l’epoca in cui ovunque a Carrara risuonava il battere degli scalpelli. Era l’epoca degli oltre cento laboratori di scultura solo nel centro della città. Era l’epoca in cui il primato di Carrara non era solo nella produzione ed estrazione del marmo dalle cave, ma era anche, e soprattutto, nella sua lavorazione che avveniva quasi interamente in loco grazie a una tradizione millenaria di eccellenti maestranze. A Carrara si producevano statue, tombe, caminetti, scale, ogni genere di oggetti in marmo che venivano venduti soprattutto all’estero attraverso le fotografie.

Michelino aveva intuito il grande potenziale della fotografia legata al marmo e per questo motivo, nel 1923, decise di mettersi in proprio aprendo uno studio di “fotografia industriale per il marmo”, che portava il suo nome e che, non per caso, si trovava all’interno dello stabile in cui c’era un laboratorio di statue.

Lo studio fotografico Michele Casseri si trovava in pieno centro, in una traversa della piazza Farini, da dove facilmente si potevano raggiungere quasi tutti i laboratori della città, aspetto fondamentale perché ogni giorno il fotografo doveva uscire con l’attrezzatura portatile – che essendo in legno, poteva pesare anche alcune decine di chili – e correre nei vari laboratori per fotografare un lavoro appena terminato. Gli scatti si imprimevano su lastre di vetro e richiedevano un alto livello di abilità tecnica e artistica perché non c’era alcun modo di verificare la resa dell’immagine fino a quando non veniva stampata la foto.

Nel 1928, quando il laboratorio di scultura, con cui confinava lo studio di Casseri, chiuse, Michelino comprò l’intero edificio che comprendeva anche un appartamento sito al primo piano. Lo studio fotografico rimase nello stesso stabile, ma venne spostato nel versante che dà su via Manzoni, dove si trova ancora oggi. Per l’occasione, lo scultore Aldo Buttini, amico di Michelino, realizzò l’insegna del negozio: un bassorilievo in bronzo inserito in una formella di marmo, nel quale è raffigurata una macchina fotografica che getta un flash sulla statua di una Venere, soggetto caro a Buttini che, qualche anno dopo, realizzerà la statua della Bagnante che si trova oggi nel giardino vicino al palazzo delle Poste.

Casseri andò a vivere nell’appartamento sopra lo studio insieme alla moglie, dalla quale non ebbe figli e con la sorella e il cognato che invece avevano tre figli: Augusta Begali, nata nel 1911, Luigi Begali nato nel 1916 e Mauro Begali nato nel 1926. Casseri era molto legato ai nipoti e fece in modo che tutti e tre venissero avviati alla fotografia e fossero impegnati nell’attività di famiglia. La nipote Augusta si dedicò soprattutto alla stampa delle foto; Luigi e poi di seguito Mauro, divennero abili e apprezzatissimi fotografi, insieme a Tonino Molinari, assunto come aiutante da Casseri e diventato poi marito di sua nipote. Una squadra di fotografi e stampatori, coadiuvati da alcuni dipendenti assunti con l’ingrandirsi dell’attività, fece dello studio Michelino un punto di riferimento per la fotografia per tutto il novecento.

Nel 1945 Michele Casseri passò lo studio sotto la guida dei tre nipoti. Nei lunghi decenni di massima attività lo studio aveva una sala di posa per i ritratti e tre camere oscure per lo sviluppo dei negativi, una sala con le vasche per il fissaggio delle immagini e una sala per il ritocco delle foto, pratica comune per gli scatti in bianco e nero. Luigi era particolarmente portato per le foto artistiche per le quali vinse vari premi.

Nel 1954 insieme a Plinio Volpi, Vincenzo Chiappe e l’avvocato Renzo Giromini, tutti grandi appassionati di fotografia, fondò il Circolo Fotografico Carrarese che organizzava concorsi e mostre. Mauro aveva la passione per la foto sportiva: divenne il fotografo ufficiale della squadra di calcio della Carrarese nelle annate gloriose della serie B, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e continuò a seguire la squadra fino agli anni ottanta. Nel 1960 realizzò per conto de “La Gazzetta dello sport”, un accurato reportage sulla tappa del Giro d’Italia che si fermava per un giorno a Carrara e sempre nel 1960 venne premiato dal Coni per degli scatti realizzati durante le Olimpiadi di Roma. Una delle ritoccatrici più esperte che lavoravano nello studio Michelino era Rosy Pinelli che divenne la moglie di Mauro Begali. La passione per la fotografia ha continuato a passare di generazione in generazione nella famiglia Michelino arrivando fino ai due figli di Mauro Begali, gli unici eredi dello studio fotografico: Michele Begali, nato nel 1959, che è stato un fotoreporter per “Max”, “Capital”, “L’Europeo”, “A tavola”, “Sorrisi e Canzoni tv”.

Nel 1988 ha vinto ad Arles in Francia il primo premio del concorso fotografico internazionale indetto dalla Kodak e Francesco Begali, classe 1966, che si è formato alla scuola del padre, del fratello e degli zii e che da oltre 30 anni porta avanti lo studio fotografico. Michelino non ha mai chiuso i battenti da quel lontano gennaio del 1923. Ha visto cambiare tecniche, sparire mode e abitudini, morire i grandi storici marchi della fotografia annientati dall’inarrestabile evoluzione del progresso tecnologico, ha superato la grande rivoluzione del digitale e sempre, in ogni epoca, con ogni suo rappresentante ha mantenuto lo stesso standard di competenza e professionalità che lo ha contraddistinto tutta la sua storia. Una storia che ha dentro quella di oltre un secolo di vita della città di Carrara: il marmo, le cave, le guerre, il fascismo, la Liberazione, lo sport, i luoghi, i locali, le abitudini, le tradizioni e le persone. Soprattutto le persone perché almeno una volta nella vita tutti, a Carrara, sono andati  da Michelino a farsi “la foto”.