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Diari Toscani

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Formazione BLSD: parla Ferdinando Aleardi, uno dei soccorritori di Pietrasanta

DiVinicia Tesconi

Ott 28, 2021

La rapidità dell’intervento nei casi di soffocamento e di arresto cardiaco è direttamente proporzionale alla possibilità di salvarsi da questo genere di episodi altamente rischiosi. Quattro sono i minuti nei quali il cuore può restare fermo senza causare danni irreversibili al cervello: il tempo in cui una persona che ha fatto un corso di BLSD, Basic Life Support (early) Defribrillation (Supporto di base alla funzioni vitali e defibrillazione precoce) può salvare una vita.

Il 4 ottobre, a Pietrasanta, un uomo di 51 anni è andato in arresto cardiaco dopo un principio di soffocamento dovuto a un boccone inalato per sbaglio. A salvargli la vita è stato l’intervento tempestivo e competente di due persone, che, per caso, si trovavano lì vicino e che, per grandissima fortuna del malcapitato signore, erano entrambi istruttori di BLSD. Chiara Pierini istruttore per la sezione Viareggio della Salvamento Agency di Genova è stata la prima a intervenire, perché lavora in un’agenzia che si trova a poca distanza dal bar nel quale è avvenuto l’incidente. Nella folla di un centinaio di persone presente nella piazza del Duomo di Pietrasanta, c’era anche Ferdinando Aleardi, istruttore BLSD della sezione di Marina di Massa, anche lui della Salvamento Agency, che non ha esitato ad andare in aiuto alla collega.
Con Diari Toscani, Ferdinando Aleardi, ha ripercorso le fasi del soccorso e ha spiegato l’importanza della formazione BLSD.

Come si è accorto del dramma che era in corso?

Mi trovavo a Pietrasanta per fare una passeggiata con la mia famiglia. Mia moglie ha notato il trambusto e mi ha subito allertato.

Che cosa era successo all’uomo che avete soccorso?

Un boccone della brioche che stava mangiando gli aveva ostruito le vie respiratorie. Quando sono arrivato avevano già tentato la manovra di Heimlich, ma senza grande successo e ormai il signore era andato in arresto cardiaco, come avviene sempre nei casi di soffocamento. Inoltre aveva anche una ferita alla testa perché si era accasciato a terra in maniera rovinosa.

In che modo siete intervenuti?

Io sono subito corso a prendere il defibrillatore che si trova nella piazza e che è sempre un validissimo aiuto perché è in grado di fare il check del paziente ogni due minuti. È come avere un dottore a portata di mano che ti dà indicazione su ciò che devi fare. Il paziente non era in fibrillazione, per cui non abbiamo dovuto avviare le scariche. Abbiamo, invece, praticato il massaggio cardiaco per 15 minuti in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, che ha tardato un pochino a causa di una pianta di ulivo posta all’imbocco della strada che non ha consentito il passaggio dalla via più breve.

15 minuti di massaggio cardiaco sono tantissimi…

Sì, è stato davvero difficile e faticoso. Per fortuna eravamo in due. Anche se mi sono stupito che in mezzo a quella folla di persone non ci fosse nessun altro in grado o comunque disposto a darci una mano.

Secondo lei è stato solo un problema di mancanza di addestramento oppure di indifferenza da parte dei presenti?

Credo sia un mix delle due cose. Moltissimi non provano neanche a intervenire perché non sanno cosa fare e temono di andare nel panico, ma il panico si sconfigge essendo preparati a questo tipo di interventi, cioè avendo fatti i corsi di primo soccorso. Qualcuno, forse, non interviene perché ha paura di non riuscire a salvare la persona in difficoltà, ma questa è una certezza che nessuno può avere.

Cosa è successo, poi, al signore in arresto cardiaco?

All’arrivo dell’ambulanza gli è stata praticata l’aspirazione del cibo che ostruiva le vie respiratorie e gli è stata fatta la tracheotomia. Subito dopo si è stabilizzato ed è stato portato in ospedale tra gli applausi della gente che aveva capito che si era salvato.

Lei e la signora Pierini avete ricevuto ringraziamenti per il vostro intervento dal signore o dalle autorità locali?

Non è questo lo scopo dei nostri interventi, comunque no. Il signore, a quanto sappiamo, è ancora ricoverato in terapia intensiva. Dall’amministrazione di Pietrasanta, invece, non abbiamo ricevuto alcuna chiamata. Il punto, comunque, non sono i ringraziamenti, ma il riconoscere l’importanza di aver un numero sempre più grande di persone che sanno come intervenire in casi di questo genere.

La formazione BLSD è quindi il primo salvavita…

Sì, per questo sarebbe necessario estenderla il più possibile, soprattutto ai ragazzi nelle scuole. In Germania la formazione è obbligatoria già dai 13 anni. In Italia, invece, siamo ancora indietro. Esistono progetti per formare sempre più persone, come quello di abbinare il corso BLSD al corso per la patente, ma non sono ancora diventati obbligatori.

Come è strutturato un corso di BLSD?

I corsi di formazione sul primo soccorso vengono erogati da diversi enti e ne esistono sia gratuiti, sia a pagamento. Quelli a pagamento rilasciano un attestato che ha la validità di due anni: può essere inserito nei curricula e fa punteggio nei concorsi. L’attestato deve essere aggiornato con corsi di refresh ogni due anni. Il corso base dura cinque ore e insegna sia a fare il massaggio cardiaco sia ad usare il defibrillatore.

È difficile da imparare l’uso del defibrillatore?

È più semplice che usare un cellulare. È una macchina praticamente perfetta perché dal momento in cui viene attivato, mediante un semplice pulsante, monitora lo stato del paziente e dà le indicazioni da seguire mediante supporto vocale. Da sola è in grado di stabilire se si devono attivare le scariche defibrillanti. Inoltre è una scatola nera che realizza una registrazione ambientale di tutto ciò che accade, per cui garantisce anche la possibilità di verificare l’operato di chi è intervenuto.

Lei fa l’istruttore di mestiere?

No, ma il mio ambito professionale è il soccorso e la formazione. Sono responsabile della spiaggia allo stabilimento balneare Henderson e sono istruttore dei bagnini della Società nazionale di salvamento di Genova. Mi occupo anche dei corsi di disostruzione per i casi di soffocamento sia per adulti, sia per bambini, finalizzati a formare il personale delle mense scolastiche. Faccio parte della sezione di Massa della Salvamento Agency di Genova della quale il presidente è il professor Giuseppe Marino e il caposezione è Francesco Paolo Greco. I corsi di BLSD li tengo per conto della Masterform di Massa.

Le era già capitato di salvare una vita?

Veramente quella è stata la prima volta in cui ho dovuto fare un intervento di salvamento con massaggio cardiaco in 25 anni di attività. La preparazione a questo genere di interventi mi ha permesso di restare freddo e di svolgere le manovre utili a salvare la vita del paziente e, per fortuna, è andato tutto bene.