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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Andiamo a Carrara: quando l’opera d’arte era già la guida turistica

DiVinicia Tesconi

Ott 27, 2021

A commissionarla furono l’Azienda autonoma di soggiorno di Marina di Carrara e l’associazione pro Carrara. I numeri di telefono dei due enti, riportati sulla guida, avevano solo quattro cifre senza prefisso perché all’epoca il prefisso si usava solo per le interurbane. Era il 1959 e le guide turistiche erano pubblicazioni note e molto popolari che, dopo aver avuto come oggetto, soprattutto le grandi città, cioè le mete più conosciute e ricercate dai turisti, cominciavano, sull’onda della crescita esponenziale del fenomeno turistico, a includere anche piccoli borghi e realtà provinciali.

Le Baedeker, le più popolari guide turistiche del mondo, il cui nome diventò sinonimo stesso di guida turistica, esistevano già dal 1832 quando il tedesco Karl Baedeker ne aveva avviato la produzione fondando la casa editrice che porta il suo nome. Le Blue guide che avevano assorbito gli Handbooks for travellers, quasi coevi delle prime Baedeker, pur passando di mano tra vari editori, si erano già affermate come ottime compagne di viaggio per i turisti e il Touring club Italiano aveva già da tempo abbandonato la sua originaria connotazione strettamente legata al ciclismo ed era diventato il principale ente autore delle più accurate guide del territorio italiano. Alla fine degli anni ’50, insomma, le guide turistiche c’erano e i turisti che le consultavano, pure. A meno di 15 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, che aveva, in alcuni casi, sfigurato il patrimonio artistico italiano, l’Italia era pronta a fare di quello stesso patrimonio, restaurato e valorizzato, una delle carte vincenti per la sua straordinaria rinascita. La crescita delle presenze di turisti in Italia nel decennio che va dal 1950 al 1960 è la fotografia dell’escalation che troverà il suo culmine negli anni del boom economico: dai 10 milioni di turisti presenti in Italia nel 1952, si passa ai 16 milioni e mezzo del 1958, per arrivare agli oltre 81 milioni nel 1960. Due gli eventi più significativi in senso turistico: il giubileo del 1950 e le Olimpiadi di Roma del 1960. La passione degli stranieri per il bel paese, nata già nel ‘600 con l’usanza del “Grand tour”, ritrova tutto l’appeal dello stato che concentra la più grande parte del patrimonio storico artistico internazionale, anche grazie a un cambio di valuta particolarmente favorevole. E il turismo si impone come motore economico, tanto che, nel 1959, lo stato italiano istituisce, per la prima volta, il ministero del turismo e dello spettacolo, dando un nuovo regolamento anche agli enti per il turismo e alle aziende autonome di soggiorno e turismo che già esistevano. Le guide dedicate alle città italiane cominciano a fioccare perché ogni borgo, ogni paese ha una storia e una ricchezza artistica capace di attrarre i turisti. Tra il 1958 e il 1959 solo su Carrara ne escono ben cinque.

Nella provincia di Massa Carrara, unificata in Apuania sotto il regime fascista, nel 1935, era stata istituita l’azienda autonoma di soggiorno e turismo con una prima sede a Marina di Massa e poi con una successiva a Marina di Carrara. L’appetibilità turistica della riviera apuana si era consolidata da almeno due decenni grazie al clima particolarmente mite e alla salubrità dell’aria che avevano portato alla creazione di molte strutture per le colonie estive della grandi fabbriche del nord Italia.

Nel 1959 l’azienda autonoma di soggiorno di Marina di Carrara, che aveva sede in piazza Menconi, insieme alla Pro Carrara, la cui sede era in via Roma nel centro della città, sentirono l’esigenza di offrire ai turisti in visita alla “città del marmo” una nuova più agile e quasi interattiva guida, che non solo forniva le indicazioni principali sul territorio, ma che proponeva al turista ben cinque itinerari in base alle diverse chiavi di lettura offerte dalla città. Innovativa nel formato simile a un dépliant, arricchita di immagini realizzate o prese dagli studi fotografici storici della città Studio Michelino e Bessi, e dall’archivio dell’ente per il turismo di Carrara che con Plinio Volpi ne curò la realizzazione, si avvalse del contributo per i testi di Aldo Pisani e di Mario Venutelli e per la grafica dei disegni di Cherubino Binelli. La copertina pieghevole aveva, sopra uno sfondo di blocchi di marmo, una striscia di personaggi stilizzati in stile optical a simboleggiare tutti i possibili tipi di turista in cammino verso Carrara, sottotitolati dalla scritta Andiamo a Carrara! tradotta in inglese, francese e tedesco. Nel rovescio della copertina, una mappa ugualmente stilizzata della città con l’indicazione generica dei cinque itinerari che erano: “A spasso per la città: Carrara e i suoi monumenti”, “Nel silenzio delle vette: gita a Campocecina”, “Miracolo bianco: visita alle cave”, “La spiaggia dei pittori: Marina di Carrara” e “Castelli del passato: Avenza, Moneta, Fosdinovo”.
Ricchi e accurati i contenuti: una piccola sezione era dedicata al carattere stesso della gente di Carrara “rude come i suoi marmi, schietta come le sue fonti” e poi indicazioni di alberghi in cui soggiornare con indirizzi e numeri di telefono e di ristoranti in cui mangiare. Due preziosi inserti allungabili, uno dedicato a una foto panoramica a 180 gradi dalle vette delle Apuane verso le Alpi realizzata dallo Studio Michelino e uno che esemplifica con dei disegni, la tecnica di taglio del blocco di marmo in cava.
Nella guida non mancavano i riferimenti alle manifestazioni culturali e sportive che animavano la città e ovviamente una parte dedicata alla sua lunga storia a partire dai primi sfruttamenti delle cave da parte dei romani.

Un piccolo capolavoro di letteratura turistica che dopo decenni di oblio è tornato alla luce grazie alla ristampa realizzata nel 2018 dalla sezione Apuolunense “Luigi Biso” di Italia Nostra della quale è membro lo stesso Mario Venutelli, co-autore della guida.

Fonti:
Guide Turistiche di Sara Perozzi
La situazione turistica nel dopoguerra di Dario Copellino

© Foto di Vinicia Tesconi