A 20 anni dalla tragica scomparsa, la scuola di infanzia di Carrara è stata intitolata a Valentina Giumelli, giovane e talentuosa studentessa di ingegneria che rimase coinvolta nell’incidente aereo con più vittime della storia italiana. L’8 ottobre 2001, un aereo della Scandinavian Airlines, mentre decollava dall’aeroporto milanese di Linate, si trovò davanti, all’improvviso, un piccolo aereo privato che, a causa della nebbia, non si era reso conto di aver invaso la pista di decollo. Lo scontro tra i due velivoli fu inevitabile: tutti gli occupanti del piccolo aereo morirono e il volo di linea, fuori controllo, andò a schiantarsi contro un hangar in cui erano alloggiati altri due aerei. Il volo di linea aveva i serbatoi pieni per il viaggio imminente e l’impatto contro l’hangar causò un terribile incendio nel quale morirono tutti i passeggeri, i membri dell’equipaggio e quattro operatori che lavoravano nell’hangar. Il solo superstite fu un quinto operatore che, tuttavia, riportò ustioni gravissime in tutto il corpo. 118 furono le vittime totali. Fra queste c’era anche Valentina Giumelli che stava andando ad Aalborg in Danimarca per completare la sua tesi in ingegneria delle telecomunicazioni.
Nella cerimonia di intitolazione, avvenuta martedì 19 ottobre, una bambina della scuola primaria di Bedizzano ha letto la poesia che il poeta Mario Luzi dedicò a Valentina Giumelli dopo la sua scomparsa e che venne scolpita nella cava di Morlungo.
Particolarmente toccante è stato il ricordo della professoressa Luciana Ceccarelli: “Ogni volta che mi capita di parlare di Valentina con la sua mamma, o di leggere testimonianze di chi l’ha conosciuta e frequentata non posso fare a meno di pensare alla frase con cui Menandro, intorno al 350 avanti Cristo, tentava di dare un senso a un dolore troppo grande: Muor giovane chi è caro agli dei. E Valentina davvero sembrava una creatura cara agli dei per le doti e la sensibilità: Valentina era la figlia che ogni genitore avrebbe desiderato, l’allieva che ogni insegnante avrebbe voluto avere nella propria classe, l’amica che tutti avrebbero voluto accanto. Valentina non aveva soltanto una mentalità scientifica: sin da piccola dimostrò anche sensibilità e creatività artistiche notevoli testimoniate dai biglietti che realizzava con la tecnica del collage e arricchiva con pensieri delicati e profondi. Tra tutti, il più famoso è il bruco di Valentina che fa bella mostra di sé nella nostra scuola dell’infanzia, ma anche nella bella biblioteca di Pontremoli ed è diventato un po’ il logo dei tanti generosi doni che la ONLUS Per Valentina ha disseminato in tutto il nostro territorio. Trovo molto bello che si intitoli una scuola a Valentina, perché questa magnifica ragazza, studentessa modello, appassionata, responsabile, ma allo stesso tempo sensibile, creativa, gentile ed empatica verso il mondo, possa essere di esempio e di stimolo per i nostri alunni e io spero che le insegnanti non mancheranno di parlare della sua storia e di come il suo bellissimo coloratissimo bruco non ha fatto in tempo a diventare farfalla”.