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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Ecosistemi digitali nell’era del turismo 4.0

DiFederico Morelli

Ott 18, 2021

Ecosistemi di business

Le piccole e medie imprese costituiscono oggi uno dei settori più importanti di ogni economia avanzata. Sono responsabili della maggior parte del PIL nazionale, e sono diventate la fonte principale di occupazione e innovazione. Per questi motivi, il supporto alle piccole e medie imprese è diventato, per molti attori internazionali, uno degli obiettivi più importanti da raggiungere nell’ambito delle politiche economiche. Gli ecosistemi di business digitali hanno lo scopo di costruire un ambiente aperto e affidabile, attraverso e nel quale, le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, possano interagire le une con le altre.

Lo scopo è quello di poter fornire accesso ad un diverso range di servizi, che possano essere composti per soddisfare i bisogni dei vari partner e dei consumatori. Il concetto di ecosistema di business digitale è apparso per la prima volta nel 2002 per opera di Francesco Nachira, il quale, riferendosi allo sviluppo socioeconomico catalizzato dalle ICTs in Commissione Europea, ha aggiunto il termine digital anteponendolo a business ecosystem, allo scopo di enfatizzare la co-evoluzione degli ecosistemi di business con le loro corrispettive rappresentazioni digitali. Un ecosistema di business digitale è perciò l’infrastruttura rappresentata dalle Information and Communication Technologies, ideata e costruita per supportare le attività economiche, che comprende le rappresentazioni di tutti gli attori sociali normalmente presenti nel business ecosystem. Un Digital Business Ecosystem si compone di conoscenza, cioè delle diverse interpretazioni e visioni dei vari attori economici rispetto al business in questione. La conoscenza si configura come una serie di protocolli e linguaggi in continua evoluzione. Una infrastruttura architettonica, ad esempio, permette il meccanismo di autopoiesi dell’ecosistema e coordina da una parte l’archiviazione e memorizzazione della conoscenza, dall’altra gestisce lo strumento per la formalizzazione e l’elaborazione della stessa.

Ecosistemi digitali turistici

Oggi, nel settore turistico, la competizione tra le imprese è cambiata. Mentre una volta erano le singole aziende a concorrere, oggi la competizione avviene tra reti di offerta turistica ad alti livelli di integrazione. Queste reti si compongono di turisti, imprese per la fornitura di servizi o imprese intermediarie, agenzie governative, fornitori di tecnologia, comunità e consulenti, i quali insieme costituiscono quello che viene definito: Tourism Business Ecosystem. La filiera del turismo è generalmente composta dai fornitori: coloro che offrono prodotti e servizi, e dai turisti, in quanto consumatori finali dei prodotti e dei servizi offerti dalla destinazione. La filiera del turismo non si focalizza solamente sulla distribuzione di prodotti ai turisti, ma riguarda anche la collaborazione e competizione tra le varie imprese del sistema, le quali hanno come obiettivo finale la creazione di un prodotto completo, pronto per essere comprato e consumato dal turista. La fonte del valore dell’ecosistema stesso deriva, appunto, dal “fare rete”, cioè da un qualcosa che va al di là della semplice collaborazione e competizione. Qualcosa che dipende dalla volontà dei vari attori di collaborare e di mettere in atto meccanismi di co-opetition. Si tratta cioè di un constante dare e avere: il valore che i diversi attori creano e mettono in circolo singolarmenteall’interno dell’ecosistema, viene in quale modo assimilato dall’ecosistema e ridistribuito agli stessi.

Ecosistema digitale turistico della Riviera Apuana

Nonostante la forte carenza di infrastrutture digitali nel territorio, l’ecosistema digitale turistico, rappresenterebbe l’occasione per creare un’offerta turistica integrata e molto competitiva anche a livello tecnologico, non solo in ambito regionale, ma anche nazionale, migliorando così anche il posizionamento della riviera apuana e dei suoi luoghi di attrazione come una vera e propria destinazione turistica. Gli obiettivi dell’EDT saranno quelli di favorire l’emersione dell’offerta turistica di incoming; promuovere l’offerta turistica integrata con modalità smart, digitali e sostenibili; realizzare una rete innovativa di Info Point per migliorare l’infrastruttura comunicativa fisica della città; fornire formazione e supporto agli operatori economici del settore turistico; gestire e condividere i contenuti informativi dell’offerta turistica territoriale, non solo legati all’ospitalità e alla logistica, ma anche a tutti quei servizi ancillari (sport, cultura, benessere, ecc) e soprattutto colmare la mancanza di gestionali e collegamenti con i channel manager. Inoltre si rivolgerà non solo agli operatori turistici -strutture ricettive ed extra-ricettive, agenzie di viaggi, tour operator, ristoranti ed aziende legate al mondo della cultura e dello spettacolo – ma anche agli enti della pubblica amministrazione. In tal modo, il turista tramite l’ecosistema avrà la possibilità di ottenere informazioni circa gli eventi, itinerari, luoghi di attrazione e trasporto pubblico locale; avrà la possibilità di prenotare l’albergo, il biglietto museale, la visita guidata, o un intero pacchetto turistico; dall’altra parte gli addetti della pubblica amministrazione avranno la possibilità, tramite la disponibilità dei cosiddetti “Big Data”, di monitorare costantemente i flussi turistici, in termini di arrivi e presenze, di fare studi di ricerca per conoscere i nuovi trend della domanda turistica, analizzare la qualità dell’offerta turistica locale e di analizzare gli indicatori turistici del territorio con lo scopo di tenere sempre sotto controllo la capacità di carico nel rispetto del principio della sostenibilità.

Fonti
Rong, K. e Yongjiang, S. (2015), Business Ecosystems. Construct, Configuration and the Nurturing Process,
Palgrave Macmillan, Basingstoke.
Selen, W. e Ogulin, R. (2015), “Strategic Alignment across a Tourism Business Ecosystem”, Athens
Journal of Tourism, 2, Nr. 3, pp. 167-178.

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