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Diari Toscani

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Per non dimenticare: Adelina Guadagnucci, una donna straordinaria

DiDiari Toscani

Ott 12, 2021

Donna di straordinaria apertura mentale e lungimiranza, Adelina Guadagnucci, originaria di Massa, fu tra le prime figure che compresero l’importanza del superare risentimenti e conflitti ideologici nell’immediato secondo dopoguerra. La sua esperienza umanitaria ed educatrice è stata recuperata alla giusta memoria che merita grazie, soprattutto, alla scrittrice e giornalista Angela Maria Fruzzetti che ad Adelina Guadagnucci ha dedicato il libro La mia vita per l’Istituto Pedroni – Memorie di Adelina Guadagnucci e che racconta a Diari Toscani il suo personale ricordo della grande educatrice massese.

Ho avuto modo di visitare la casa dove Adelina Guadagnucci visse quando tornò dalla sua esperienza a Verbania, con la casa degli orfani di guerra. Non so quanto tempo Adelina Guadagnucci sia stata in quella casa, ma sicuramente ci restò il tempo necessario per lasciare la sua impronta di luce. L’avevo conosciuta nel suo appartamento in città, sebbene lei, con il cuore, fosse spesso a Bergiola, in quella casa dallo sfondo azzurro, perso nella fusione della linea tra il cielo e il mare. Adelina Guadagnucci mi raccontava di quei tramonti meravigliosi e della sua vita a Bergiola, con i ragazzi, cercando di seminare anche in quella piccola frazione alcuni semi che aveva conservato tornando dalla meravigliosa esperienza di Verbania, con l’istituto Pedroni.

Ho avuto modo di visitare la sua casa grazie ai nuovi proprietari, una giovane coppia a cui ho consegnato il libro su Adelina Guadagnucci che non ne conosceva l’esistenza. Ho raccontato loro alcuni aneddoti della sua vita e sono sicura che ameranno ancora di più quel luogo ricco di memoria, impreziosito da piccole incisioni artistiche realizzate dal nipote di Adelina Guadagnucci, il maestro Vito Tongiani. Andando in visita a Bergiola, alcuni residenti mi hanno illuminato ancora di più sulla figura di Adelina Guadagnucci: “Arrivò con una mini color beige – hanno ricordato – e cambiò il nostro modo di vivere. La sua casa divenne lo spazio dove trascorrere i nostri pomeriggi. Adelina ci insegnava di tutto: a creare la carta pesta per fare burattini per il teatro, a inventare sfumature di colori con elementi naturali, a rispettare l’ambiente. Con lei siamo stati bene e non eravamo più in mezzo alla strada”.

Chi era Adelina Guadagnucci?

Adelina Guadagnucci era una giovane donna coraggiosa, di famiglia antifascista. Negli anni ‘30, non tollerando il clima d’insofferenza che si respirava per il regime, i suoi fratelli scultori, Bruno e Giovanni, tormentati da squadre fasciste, furono tra i primi a lasciare il paese. In seguito, quando ebbe 19 anni, li seguì in Svizzera e nella vicina Savoia,dove si erano rifugiati.
Ecco la testimonianza diretta di Adelina Guadagnucci che ho raccolto nel mio libro:

“A Ginevra ho modo di conoscere molti italiani, dissidenti politici e fuoriusciti che, come noi, hanno dovuto abbandonare parenti, genitori, figli, nipoti. Tra questi c’è Carlo Pedroni, un antifascista di Intra. Pedroni è un uomo carico di umanità. La sua ambizione è quella di tornare in Italia a guerra finita, aiutare i bambini italiani, vittime di quell’ assurdo conflitto. Far dimenticare l’ odio, lasciar stare le ideologie dei genitori, far sentire che si è lottato per avere un mondo migliore. Carlo Pedroni, morto in esilio, ha profondamente sognato e desiderato il progetto della casa degli orfani”.

Nel collegio internazionale di Ginevra, Adelina Guadagnucci maturò una forte passione civile e acquisì competenze di psicologia. Ecco ancora la sua voce:

La guerra era finita. Bisognava ricostruire” è ancora la voce di Adelina “Mi sento pronta per poter dare un grande contributo al mio paese, per un mondo nuovo. Posso avvalermi delle competenze di psicologa maturate a Ginevra frequentando la scuola Internazionale gestita dal Soccorso Svizzero Operaio, istituzione sorta allo scopo di preparare personale che al ritorno in patria presterà aiuto ai bambini vittime della guerra. Sono decisa e sono pronta per la casa degli orfani ( che sarà realizzata nella caserma Simonetta). Le impiegate del comune mi consegnano un foglio, facendomi notare che da una parte sono elencati i nomi dei figli dei fascisti e dall’altra i nomi dei figli e delle figlie degli antifascisti. Immediatamente riecheggiano in me le parole di Carlo Pedroni: ‘Dovrete far convivere, mettere insieme i figli e le figlie dei fascisti con i figli e le figlie degli antifascisti, capire gli uni e gli altri… Nell’incontro con i bambini gli adulti dovranno cercare di non essere influenzati dall’ideologia dei loro genitori, ma da quanto poteva esserci stato di positivo in loro. Fate sentire che abbiamo lottato per avere un mondo migliore’. Istintivamente strappai il foglio. Mi recai alla caserma e trovai tutto diverso da quello che avevo immaginato e soprattutto, sperato”. Ed è qui, con questo gesto di pacificazione, che prende forma la regola dell’istituto Pedroni: stare insieme, maschi e femmine, figli di fascisti e di antifascisti, meridionali e settentrionali, normali e diversi, tutti insieme, uniti “in nome della pace e della libertà”.

Cominciò così, il 25 aprile 1946, la straordinaria esperienza di Adelina Guadagnucci, giovane donna di Massa, la cui storia è conosciuta da pochi: fu ambasciatrice di pace e fece da “madre” a 43 orfani di guerra. Con l’istituto Pedroni, lanciò una straordinaria sfida educativa rendendosi antesignana di un mondo nuovo, allora sconosciuto nelle forme innovative che l’educatrice trattò. Con la sua esperienza di educatrice iniziò un profondo rinnovamento che avvalorò il sistema della scuola pubblica frequentata regolarmente dai suoi ragazzi e ragazze e costituì l’impronta di un’educazione fondamentalmente laica in quello che fu un primo esperimento di casa-famiglia.

Dopo la sua morte, nel 2011, ho chiesto e ottenuto dal comune di Massa l’intitolazione ad Adelina Guadagnucci della scuola dell’infanzia di Ortola, per la quale ringrazio la commissione toponomastica e l’allora assessore Silvana Sdoga.
Il libro che ho scritto è stato utilizzato per alcune tesi di laurea e tesine delle medie inferiori e superiore.
Sono felice di aver contribuito a diffondere la memoria di una donna straordinaria.
Sulla storia di Adelina Guadagnucci è stato sviluppato dal regista Camocardi un film (liberamente tratto dal libro) coinvolgendo una scuola di Torchiedo Verbania.
Il libro, edito nel 2001, si trova nelle librerie di Massa. Altre notizie sulla vita di Adelina Guadagnucci si possono trovare sul sito http://www.enciclopediadelledonne.it dal quale sono tratte le testimonianze dirette di Adelina Guadagnucci.