Bellissima, elegante, raffinata, con una voce che incanta: Shoko Okada è la soprano giapponese che ha vinto il primo premio del concorso lirico Marmo all’Opera, ex aequo con la mezzo soprano Francesca Di Sauro.
Il concorso carrarese, come ha spiegato a Diari Toscani che l’ha incontrata al termine della manifestazione, è stato una specie di “ultimo tuffo” per lei, che solo per due mesi è rientrata nel limite di 40 anni d’età richiesti per iscriversi, anche se, fisicamente, sembra una trentenne: “È perché sono orientale – ha scherzato Shoko Okada – le rughe si vedono meno. E poi mi curo molto”. Italiano perfetto e simpatia contagiosa in un mix tra la culturale orientale e quella occidentale che la rendono davvero speciale.
“Vivo in Italia da oltre 10 anni – ha spiegato Shoko Okada –. Sono venuta perché la lirica è nata qui. Ho sempre sognato di farlo, ma per tanto tempo non ho potuto permettermelo. In Giappone, a Tokio, ho lavorato e studiato e, insieme, coltivato la mia passione per la lirica. Quando ero all’università facevo vari lavori per mantenermi agli studi e cantavo. Per un periodo ho dormito solo tre ore per notte e cantare in quelle condizioni era durissima”.
Shoko Okada, in più, era anche una campionessa di atletica con il notevole tempo di 13 secondi netti sui 100 metri e con buoni risultati nel salto in lungo. “Essendo stata una sportiva – ha aggiunto – ho i muscoli li ho ben sviluppati, anche se la Maestra Casolla mi ha detto che non devo cantare solo coi muscoli”.
L’occasione per venire in Italia è stata una borsa di studio messa in palio dal suo paese, che Shoko Okada ha colto al volo e grazie alla quale è arrivata a Genova, città nella quale ancora risiede, perché lì abitava il tenore Ottavio Garaventa, suo idolo: “Avevo visto un video del Nabucco rappresentato all’Arena di Verona ed ero rimasta incantata da Ottavio Garaventa, che cantava divinamente e quindi, appena arrivata in Italia, sono andata a cercarlo. Ho avuto la possibilità di conoscerlo tramite degli amici di Genova e così mi sono stabilita lì e il Maestro Garaventa è diventato il mio insegnante. Lui diceva che ero molto brava e che avevo una bella voce. Per questo mi ha portato tante volte a cantare insieme a lui”. Più o meno la stessa cosa le è successa per la grande soprano e presidente di giuria Giovanna Casolla: “Anche della signora Casolla avevo visto un video tratto dal Don Carlo e ero rimasta molto colpita. Poi sono andata a sentirla cantare dal vivo ed ho avuto proprio un shock totale. Mi sono detta: ‘voglio conoscere questa artista, voglio incontrarla’. Quando ho scoperto che era presidente di giuria in questo concorso e che si poteva vincere una masterclass con lei come insegnante, mi sono precipitata”.
Shoko Okada, insieme al premio in denaro ha vinto, infatti, anche l’accesso alla masterclass tenuta, subito dopo il concorso, dalla soprano Giovanna Casolla e dal baritono Sergio Bologna: “La masterclass è stata la grande originalità di questo concorso. Anche se per noi allievi è stata pesante perché si è svolta subito di seguito alle audizioni e alla serata finale del concorso, ho scoperto che in realtà la voce non ha fatto che migliorare. Entrambi i Maestri ci hanno aiutato tanto per farci migliorare ancora con molta competenza, molta precisione e anche molto amore e alla fine l’esperienza ci ha dato grande felicità. Il concorso è sempre un concorso ciò che conta è cosa di deve fare dopo. La vittoria è un momento di fortuna che può essere legata solo a una particolare fortunata coincidenza: mi sono chiesta infatti se la vittoria non sia derivata solo dall’aver cantato bene il quel momento specifico o se il risultato è arrivato per le mie reali potenzialità. È stata un punto di partenza per continuare a migliorarsi”. Il fatto di essere una dei partecipanti più grandi per età è stato un problema che, tuttavia, non l’ha fermata: “Quasi tutti gli altri cantanti erano molto giovani e all’inizio mi vergognavo a partecipare a questo concorso anche perché l’anno scorso ho debuttato a Torre del Lago nella Madama Butterfly, quindi il mio percorso di cantante era iniziato, ma la vita mi ha presentato l’occasione di incontrare Giovanna Casolla: mi sarei pentita tutta la vita se non avessi almeno provato. Se non andava bene, pazienza, l’importante era averci provato. Questa è sempre stata la mia vita e io sono stata sempre fortunata perché non ho mai smesso di provare”.
Shoko ha avuto molte proposte di lavoro nell’ambito della lirica dal Giappone, ma ha deciso di restare in Italia e di proseguire qui il suo percorso: “Spero che questo concorso apra nuovi orizzonti, anche se per me, la gara è sempre con me stessa. So di avere ancora molte cose in cui migliorare per cui adesso la mia sfida è fare molto esercizio seguendo i consigli dei Maestri della masterclass. Il mio sogno non è di diventare famosa, ma solo di diventare una brava cantante lirica”.
L’obiettivo di diventare, innanzi tutto un bravo cantante lirico lo ha confidato a Diari Toscani anche il tenore Gaetano Amore che, pur non avendo raggiunto la finale, è stato scelto dagli giuria, insieme ad altri cantanti meritevoli, per partecipare alla masterclass. Napoletano, 29 anni, con una carriera nella lirica già avviata Amore ha spiegato: “Vengo da un quartiere di Napoli non molto felice, ma sono nato in una famiglia perbene, che mi ha dato sani principi, non ricca, ma onesta, che è una cosa rara nel contesto da cui provengo. Sono stato fortunato perché la mia famiglia mi ha sempre garantito gli studi e qualsiasi attività io volessi fare. La mia passione per il canto è cominciata con il coro della parrocchia dove si era evidenziata subito la mia predisposizione. Inoltre ho avuto due nonni appassionati di lirica che mi hanno fatto familiarizzare con le opere sin da quando ero piccolo. Sono stati piccoli semi gettati, quando ero bambino, che poi sono fioriti”. Gaetano Amore ha completato gli studi da perito agrario con la lirica nel cuore: all’esame di maturità ha presentato una tesina sulla Bohème riuscendo a contestualizzare ogni materia nell’opera di Puccini. Dopo il diploma ha cominciato a frequentare i laboratori artistici del teatro San Carlo. Facendo, poi, il figurante in un’opera minore ha compreso che la lirica era proprio la sua passione e ha deciso di intraprendere il percorso di studi per migliorarsi nel canto.
“All’inizio ho preso lezioni di canto private. Adesso mi segue il Maestro Filippo Morace e sono in conservatorio dove, a breve conto di laurearmi. Ho dovuto rallentare un po’ per i molti impegni come cantante”. Gaetano Amore ha fatto il tenore nel requiem di Mozart con Maria Grazia Schiavo, Fillippo Morace e Daniela di Monaco, e nell’Opera 81 di Beethoven ha fatto il solista. Al concorso carrarese è arrivato per la segnalazione di un’amica e proprio al termine di una tournée in Bulgaria che ha quasi messo a rischio la sua partecipazione: “Per fortuna ho avuto qualche giorno di riposo dopo la tournée e ho potuto venire a Carrara – ha spiegato Amore –. Questo è stato un concorso atipico. Non ho mai trovato qualcosa di simile. Di solito, anche nei concorsi minori, c’è una severità di fondo che ti dà quasi spavento, mentre qui, già nelle audizioni ci hanno dato consigli. In questo caso le audizioni stesse sono state formative per tutti. Ascoltare indicazioni da personaggi come la soprano Casolla e il baritono Bologna che hanno un’esperienza enorme, è un grande privilegio e un rafforzo di ciò che studiamo ogni giorno”. Amore si è dimostrato soddisfatto anche della partecipazione alla masterclass: “Mi hanno dato indicazioni da non sottovalutare: una cosa è la tecnica e gli esercizi per mantenere la voce e un’altra è come applicarla al canto. Spero di portare via tutti gli insegnamenti che i maestri ci hanno dato. Ho capito che è fondamentale ricercare anche le piccolezze che ti fanno diventare competitivo in campo lavorativo. Quella per la lirica non è solo una passione o solo una cosa bella, ma è un lavoro. Io voglio diventare un bravo lavoratore nel mondo della lirica e fare in modo che il mio lavoro possa portare il pane ai miei figli. Il sogno più grande della mia vita non è la celebrità, ma far diventare la lirica il mio mestiere”. Una determinazione e un impegno importante, quelli di Gaetano Amore e un sogno nel cassetto: “Cantare al San Carlo di Napoli, magari nel ruolo di Rodolfo nella Bohème. Anche se per fare questa parte dovrò avere almeno 10 anni di più”.