Panchine che raccontano la Divina Commedia, un totem, una statua, una porta metaforica che giocano sul doppio binario del viaggio di Dante negli inferi e sul viaggio, a volte infernale per la fatica che richiede, dei viandanti sulla via Francigena. Il simposio itinerante Tracce sulla Francigena Dante sulla Francigena è arrivato alla sua tappa finale con l’esposizione delle opere finite realizzate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Il progetto, che ha avuto come prima sede il comune di Montignoso, poi Carrara e infine a Massa, è stato creato tre anni fa dai docenti dell’Accademia Piergiorgio Balocchi e Simonetta Baldini. L’edizione 2021 ha visto per la prima volta la sinergia tra tutti i comuni dell’ambito Riviera Apuana – Terra Scolpita e si è svolto contemporaneamente in ciascun comune. 18 sono stati gli studenti impegnati nel simposio di quest’anno che, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, è stato dedicato al Sommo Poeta. A coordinare i giovani artisti sono stati il professor Piergiorgio Balocchi e il professor Ulrich Mueller. La prima fase del simposio si è svolta a giugno, nel laboratorio di scultura dell’Accademia alla Padula dopodiché i ragazzi, divisi in gruppi di sei, si sono spostati nelle sedi prescelte lavorando all’aperto nelle piazze in cui poi sono state installate le loro opere.
In piazza Finelli, ad Avenza, hanno lavorato su marmi offerti dalla ditta Furrer: Sofia Cassina, Kadir Hocaoglu, Radu Galli, Valerio Neri, Marco Pani e Sofia Vermigli. Alla presentazione di sabato 11 settembre erano presenti, oltre ai giovani scultori, l’assessore alla cultura Federica Forti; il vicesindaco Matteo Martinelli; l’assessore al commercio Daniele Del Nero; il direttore dell’Accademia di Belle Arti, Luciano Massari; il professor Piergiorgio Balocchi; lo storico locale Pietro Di Pierro e la signora Rina Mazzi, della Furrer.
L’assessore Federica Forti ha espresso la sua soddisfazione per la messa in atto del primo progetto di collaborazione dell’ambito Massa, Carrara e Montignoso: “Sono molti i ringraziamenti da fare per il successo di questo progetto, ma in particolare voglio ringraziare la signora Rina Mazzi e la ditta Furrer per la costante attenzione e per la disponibilità assolutamente non scontata a dare supporto alle iniziative legate al territorio di Avenza in particolare, ma anche a tutta la città. Al loro intervento si devono la rotatoria del Pellegrino ad Avenza, la realizzazione di progetti in Accademia, il rifacimento dei marciapiedi, il restauro dell’ostello di piazza Finelli, che è stato d’appoggio per i ragazzi del simposio, e ovviamente i marmi usati per questa edizione. È doveroso, poi, ringraziare la Pro Loco Avenza che ha curato anche la sistemazione dei bassorilievi della via Francigena realizzati dalla Scuola del marmo di Carrara e infine, ma certamente non ultimi, voglio ringraziare gli studenti dell’Accademia che hanno realizzato le opere che resteranno qui per formare la via dell’arte sulla Francigena”.
I giovani scultori hanno presentato a turno le proprie opere. “Io ho realizzato una panchina – ha detto Radu Galli – prendendo spunto dall’amore eterno tra Dante e Beatrice. La mia opera rappresenta due anime congiunte nell’unione, comunque platonica, di due corpi che resta nascosta al mondo. Infatti l’intreccio tra le due parti si trova sotto la seduta e il punto in cui si fonde la parte imperfetta che è Dante, e la parte liscia levigata e candida che è la sua donna amata. Il Sommo Poeta vorrebbe arrivare alla bellezza suprema di Beatrice e riesce a farlo con la Commedia”.
Una seconda panchina è dedicata all’amore tormentato tra Paolo e Francesca realizzata da Marco Pani: “La seduta è una lastra portante che l’uomo cerca di sollevare e che rappresenta la donna, l’amore da reclamare mentre entrambi si librano in volo. Questa mia opera si affianca a una che ho realizzato per Fiumaretta e mi fa essere molto orgoglioso del mio percorso”.
La terza panchina è stata realizzati dallo scultore turco Kadir Hocaoglu, che non era presente, ed è un’opera pensata per il viandante della Francigena: una panchina con il posto per sedersi a riposare, lo spazio per lo zaino e quello per la borraccia.
Molto significativa la scelta di Sofia Cassina che ha realizzato una porta: “Ho visto come l’idea del viaggio potesse essere il collegamento tra la Divina Commedia e la via Francigena, e ho voluto porre l’attenzione sul cambiamento che ogni viaggio porta con sé, non tanto nell’esito finale, ma in ciò che sta in mezzo, cioè il momento esatto in cui si comincia a cambiare, il luogo del passaggio. Per questo ho scelto di rappresentare la porta del Purgatorio, che è a metà della Divina Commedia, non più Inferno, non ancora Paradiso”. Sofia Cassini è stata una viandante della via Francigena e nel suo cammino ha soggiornato proprio ad Avenza prima di decidere di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Di Sofia Vermigli è il volto di Dante che emerge dalla corona di alloro e da altre fronde: “Le piante che circondano Dante rappresentano la selva oscura in cui il Poeta si smarrisce per cominciare il suo viaggio, ma ricorda anche il paesaggio di contorno di gran parte della Francigena. Lo sguardo di Dante è volutamente vuoto, privo di occhi per un’assonanza con l’indovino cieco dell’antichità classica, Tiresia, a indicare la sua capacità geniale di vedere un mondo, quello della Divina Commedia, con gli occhi dell’anima. Questo è stato il mio primo simposio e ha rappresentato un grande momento di esperienza e condivisione”.
Crisalide è il nome del totem realizzato da Valerio Neri, ispirato a un verso dell’opera di Dante in cui si cita il passaggio agognato dalla condizione di verme a quella di farfalla: “Questa è la mia seconda opera di scultura perché io vengo dalle arti multimediali e dalla pittura. Per me è stata un’esperienza esaltante. Ho scelto la crisalide per rappresentare la trasformazione dell’animo umano. Trasformazione che ho vissuto anche dentro di me mentre lavoravo a quest’opera nella piazza, e ascoltavo i commenti e le domande delle molte persone che venivano ad assistere al nostro lavoro. Mi ha colpito moltissimo questa esperienza per l’incredibile comunione creata dall’arte, sia tra noi artisti, sia con la gente del posto. Se l’arte crea dialogo tra le persone ha raggiunto il suo scopo: un artista da solo non fa nulla”.
Il professor Balocchi ha sottolineato l’importanza dello spirito del simposio, manifestazione che esiste da oltre 60 anni e che si fonda proprio sulla volontà di creare una comunità nel mondo dell’arte.
A concludere gli interventi è stato Pietro Di Pierro a nome della Pro Loco di Avenza: “Ringraziamo l’amministrazione che si è rivolta a noi della Pro Loco affinché fossimo l’aggancio con il territorio e ovviamente ringraziamo Don Marino Navalesi, parroco di San Pietro in Avenza, che è il prezzemolo di questa parte della città e che ha messo a disposizione una sala dell’ostello per ospitare le attrezzature degli artisti. E un ringraziamento va anche alla Pubblica assistenza che ha assicurato il vitto ai ragazzi impegnati nel simposio realizzando pasti nella cucina dell’ostello. Realtà come la chiesa, la Pro Loco e la Pubblica assistenza sembrano non esserci su un territorio, ma molto spesso reggono tutto nell’ombra”.
© Foto di Vinicia Tesconi