Avreste mai pensato che il Museo del marmo, nella città capitale mondiale del marmo, restasse chiuso per anni occultando alla vista di tutti, la grande storia del marmo? E avreste mai immaginato che lo Stadio dei marmi, che di marmi non ne ha, a due passi da me, fosse prontamente ristrutturato, messo a norma per il campionato di calcio, spendendo notevoli bagaron? Il fatto è che uno stadio produce denari, un museo genera riflessioni. E, lasciatemelo dire a livello di sfogo, è noto che un popolo che non riflette si governa più facilmente. Sono invidioso? Sono rancoroso? Si sono questo e altro, ma la cosa in cui più mi riconosco è quella di essere stato messo da una parta per dare opportunità ad attività che non aprono la mente.
Nacqui nel lontano 1982 per volontà del Comune di Carrara e da un’idea dell’architetto carrarese Dante Petrucci come contenitore a struttura aperta nella quale dovevano conferire tutti i reperti archeologici trovati sulle Apuane nel contesto delle escavazioni del marmo. Il tutto fu affidato alle cure dell’archeologo e storico dell’arte Danilo Dolci che, fino all’anno 2009 vide realizzarsi per intero il progetto per cui ero nato. Dopo quella data venne il buio, i nuovi reperti non confluirono più nel museo, io mi sentii messo in disparte, privato delle mie peculiarità, in una parola, abbandonato. Le sezioni che si trovano al mio interno e che vanno dalla Geologia alla Scultura Contemporanea non permettono più ad alcuno di comprendere quella che giustamente viene definita “cultura del marmo”, che riguarda tutto il complesso di esperienze e di applicazioni nell’estrazione e lavorazione del marmo.
Per fortuna, adesso, sono partiti i lavori per la mia ristrutturazione. Dietro il cancello che vedete ci sono io, il Museo del Marmo, in fiduciosa attesa di rivedere tanti visitatori animare questo importante e insostituibile sito.