Viviamo in un periodo in cui le capacità o i talenti delle persone vengono messi alla prova in vari modi, spesso esibite in cosiddetti talent show, dove giudici più o meno qualificati, decidono le sorti dei vincitori. Senza nominarli, abbiamo in tv spettacoli per verificare le capacità di ballerini, cantanti, comici, scrittori che poi ci ritroviamo esibiti in vetrine televisive che spesso, lasciano il tempo che trovano. È la moda del momento e basta fare zapping per trovare quello che più raccoglie il nostro favore. Ne esistono, però, anche di più insoliti che, spesso, non trovano spazio nell’etere, ma che vengono scovati tra le righe di magazine locali o, più modestamente, vengono organizzati localmente in sordina, senza attrarre l’attenzione della showbusiness. Uno di questi è la competizione per decidere chi è più bravo ad imitare il verso del gabbiano. Sembra una presa in giro, ma non lo è affatto. Nella cittadina costiera belga di De Panne, si tiene già da qualche anno questa stravagante sfida che ha visto coinvolte sconosciute persone di tutti i ceti sociali e, soprattutto, di qualsiasi età e che, ultimamente, è stata elevata al rango di campionato europeo. La Europees Kampioenschap Meeuwenschreeuwen, questo il nome originale è nata, in realtà, per conseguire un obiettivo ben più nobile ed ampio, ovvero la riqualificazione di un uccello marino che spesso viene associato ad ambienti non poco puliti. Il ratto di mare, così viene a volte definito con disprezzo, è, infatti, un uccello che possiamo facilmente trovare, non solo lungo le coste, ma anche in ambienti degradati e ricchi di rifiuti, se non in discariche vere e proprie. Si è infatti adattato molto bene alla crescente urbanizzazione del territorio, trovando cibo e nutrimento tra le cataste di rifiuti presenti in ogni città o agglomerato urbano. Secondo gli esperti, il gabbiano, grazie a questa sua peculiarità, funge anche da indicatore biologico: la sua presenza è un indicatore di ambienti in cui la pulizia non è proprio ottimale, per cui i veri responsabili della concentrazione di gabbiani, che qualcuno ritiene fastidiosa anche per l’inquinamento biologico da loro provocato con le loro deiezioni, siamo noi uomini che non ci prendiamo adeguatamente cura del territorio in cui abitiamo. Tornando alla competizione, è suddivisa in tre categorie: senior, gruppi e junior che devono sfidarsi, non solo nell’imitazione del verso, ma devono anche cercare di assomigliare il più possibile ad un gabbiano. Uomini, donne e ragazzi, quindi, travestiti come meglio possibile da volatile, devono dare il meglio per ottenere il voto più alto di cinque giurati professionisti che andrà a comporre il 75 per cento dei voti, mentre il restante 25 per cento sarà attribuito al costume più realistico” fanno sapere gli organizzatori per quello che sembra un gioco da ragazzi, ma, davvero, non lo è. Nella terza edizione, che si è tenuta nel 2023, nessuno dei 50 partecipanti ha ottenuto i 100 punti, il che fa pensare che per ottenerli ci si debba trasformare a tutti gli effetti nell’animale. Il primo posto è stato ottenuto da Jarmo Slutter, studente di architettura, che ha totalizzato 89 punti davanti a alla belga Maren Vancauwenberghe, anch’essa con 89 punti, ma cosa abbia fatto pendere l’ago della bilancia verso Jarmo non è dato sapere. Nella categoria Juniors, la vincitrice è stata la belga Marie Boon, con un punteggio di 87 punti. Nella gara a gruppi, la squadra vincitrice con 89 punti proveniva dalla città di Anzegem, in Belgio. Nella quarta e ultima edizione, a sbaragliare tutte le concorrenze, vincitore assoluto della sfida è stato un bambino inglese di nove anni che, imitando quasi alla perfezione il garrito, così è chiamato il verso dei gabbiani, ha ottenuto ben 92 punti, e per impressionare ancor di più i giudici si è vestito come il celebre gabbiano Jonathan tratto dalla versione cartoon del libro di Richard Bach. Qualcuno, nel sentirlo esibirsi, lo ha definito inquietante. La sua passione è iniziata quando, mentre era intento a mangiare un panino lungo le coste del Galles, è stato beccato da uno di loro. Un po’ come il morso del ragno che ha trasformato Peter Parker nell’uomo ragno, Cooper Wallace ha cominciato a sentire una insana attrazione verso i gabbiani mostrandone simpatia e tutta l’affinità necessaria per portarlo a imitarlo così vittoriosamente. Per la cronaca, nella categoria adulta la vittoria è andata a Simão João, uno scienziato portoghese, con un punteggio di 87 su 100, seguito da Marjolein Keesenberg dai Paesi Bassi e Joke De Keyrel dal Belgio che si sono classificati rispettivamente seconda e terzo. Come ammonimento sul comportamento da tenere con questi animali, gli organizzatori suggeriscono di “non tirare fuori del cibo né tanto meno offrirglielo, poiché quello che è considerato un semplice gesto è in realtà un’esca irresistibile: infatti, attirati da un alimento toccato da un essere umano sono invogliati a cercare altro cibo avvicinandosi all’immondizia, incrementando così uno scorretto circolo vizioso”. Per loro “i gabbiani sono il suono del mare. Quando si è al mare, si sente sempre lo stridìo dei gabbiani. Sono degli acrobati dell’aria che ti fanno divertire come non mai. Lo stridio di un gabbiano riporta alla mente bei ricordi”.
Sarà che noi di una certa età colleghiamo il mare ad altri ricordi: le vacanze, le giornate spensierate, la nostra infanzia a magari i nostri primi amori, ma questa è sicuramente una simpatica attività con la quale ricordare alla posterità che in fondo il mare non è solo nostro e forse bisognerebbe portargli più rispetto.