Lavenza, si chiamava, alla fine del ‘700, l’ultima frazione abitata del principato di Carrara, sul quale regnava Maria Beatrice D’Este, unica erede dei Cybo Malaspina e dei D’Este. Un regno che aveva i giorni contati, quando, nel marzo del 1795, sulla lunga spiaggia di Marina di Lavenza, si arenò l’Illustrious, nave da guerra inglese, reduce dalla battaglia di Capo Noli, nel Mar Ligure, di fronte a Savona.
Lo scontro in mare, che aveva visto la flotta francese di Napoleone Bonaparte soccombere a quella inglese e napoletana, giunta in supporto ai britannici, fu il primo atto della campagna napoleonica in Italia che, nell’arco di sette anni avrebbe portato Bonaparte a unificare il Regno d’Italia, ponendolo sotto il suo controllo diretto, dopo aver spodestato tutti i sovrani locali, compresa Maria Beatrice. Un regno di breve durata, l’Italia unita di Napoleone, che il Congresso di Vienna, nel 1815, riporterà caparbiamente alla sua precedente frammentazione, restituendo a ogni sovrano il proprio territorio.
La battaglia di Capo Noli arrise, dunque, agli inglesi, anche perché tra i comandanti della flotta guidata dal contrammiraglio William Hotham, c’era anche un giovane e talentuoso capitano chiamato Horatio Nelson, che proprio in quell’occasione, mise in luce, per la prima volta, le sue doti di grande stratega militare. Il casus belli fu il tentativo dei francesi di riconquistare la Corsica, che era sotto il controllo degli inglesi, la cui flotta aveva base nel porto di Livorno. L’ammiraglio francese Pierre Martin aveva intravisto la possibilità di raggiungere velocemente l’isola, patria di Napoleone, senza incorrere in alcuna nave inglese ed era salpato da Tolone con 13 navi e quasi 10 mila uomini, ma le sue intenzioni erano state colte dalle navi inglesi che pattugliavano il Mar Ligure e subito, il contrammiraglio Hotham, aveva risposto mettendo in mare 14 navi, in parte inglesi e in parte provenienti dal Regno di Napoli, con un equipaggio totale numericamente inferiore rispetto a quello francese, ma con una potenza di fuoco assai superiore, data dal maggior numero di cannoni in dotazione a ciascuna nave. Ma ancor più degli armamenti e forse anche della bravura del giovane Nelson, a condannare i francesi alla sconfitta, fu la sostanziale impreparazione e inesperienza dei militari, dovuta al forzato ricambio generazionale imposto dal bagno di sangue della recentissima Rivoluzione francese.
Il bilancio finale della battaglia fu di due navi francesi colpite e catturate dall’Agamennon di Nelson e una nave inglese, l’Illustrious, appunto, gravemente danneggiata e destinata a rientrare nel porto di Livorno a rimorchio della fregata Meleagro, al termine del primo giorno del combattimento in mare. La traversata verso Livorno fu funestata da una tempesta che colse le due navi inglesi nei pressi dell’isola del Tino, nel golfo di La Spezia e che causò la rottura delle funi di traino e la deriva dell’Illustrious fino alla vicina spiaggia di Lavenza.
La cronaca del naufragio è riportata nei diari di bordo tenuti dal capitano dell’Illustrious, Thomas Frederick dai quali si sa che la nave inglese, dotata di 74 cannoni, era stata disalberata da una cannonata francese e che si arenò nel tratto di costa che oggi corrisponde alla Fossa Maestra (in quella parte di Lavenza che diventò Marina di Carrara), il 19 marzo del 1795, giorno di San Giuseppe. Una volta arenata l’Illustrious venne data alle fiamme e il rogo finì col sovrapporsi, per gli abitanti locali, al rito già diffuso in varie parti d’Italia, dei grandi fuochi accesi in onore del santo.
Dello spiaggiamento dell’Illustrious rimasero tracce, secondo la testimonianza dello storico avenzino Pietro Di Pierro, che riporta la notizia del ritrovamento di due spingarde da murata, piccole artiglierie in dotazione alle navi inglesi di fine ‘700, al largo della costa carrarese, da parte dall’operatore subacqueo “Ciccio Guelfi”.
Di Pierro ha anche ricostruito l’ultima fase dello spiaggiamento dell’Illustrious, per la quale immediati scattarono i soccorsi da parte degli abitanti di Avenza, coordinati dal sergente Crudeli del presidio della Fortezza avenzina: per riuscire a comunicare con l’equipaggio inglese, fu mandato a chiamare il conte Carlo Del Medico Staffetti, grande imprenditore del marmo dell’epoca, che risiedeva nel palazzo di proprietà della sua famiglia sito in piazza Alberica e che conosceva l’inglese in quanto figlio di Cecilia Phoebe Elisabeth Lefroy, ricca nobildonna britannica. Dopo i soccorsi ai superstiti dell’equipaggio, una nave inglese giunse a Carrara con l’incarico di recuperare gli armamenti dell’Illustrious, seguita da una squadra di demolitori inviata da Livorno, che recuperò tutto il salvabile, dal timone, alle funi, alle vele e che da ultimo appiccò il fuoco alla carcassa della nave.
Della grande battaglia di Capo Noli nel 2016 sono emersi dal mare un numero notevole di reperti militari appartenuti alle navi francesi e custoditi a oltre 60 metri di profondità grazie alla scoperta effettuata dagli istruttori subacquei della Global Underwater Explorer Marco Colman e Mario Arena.