Sono giovani, pieni di talento e con tanta voglia di esprimere la propria arte: sono i “Tecnici del Caos” un gruppo musicale parmense, noto nel panorama musicale nazionale. È uscito in questi giorni il loro ultimo singolo che si può ascoltare sulle varie piattaforme: un sound giovane, coinvolgente che lascia un segno. Loro sono tre ragazzi carichi di entusiasmo e dallo spiccato gusto estetico e musicale, introspettivi e sofisticati nel loro linguaggio. Sanno ciò che vogliono e fanno di tutto per ottenerlo, suonando, componendo e sperimentando.
Abbiamo scambiato con loro una chiacchierata e questo è ciò che è arrivato a noi. Seguiteli sui vari canali social ed andate a vederli in live.
Quando è iniziato il vostro percorso artistico?
Siamo nati nel 2022 come “Tecnici del Caos”, tuttavia ci conosciamo da un più di un decennio. Abbiamo suonato per tanto tempo insieme, prima di iniziare il progetto per quello che sta diventando oggi.
Che genere fate?
Indie-Rock e Pop. Quest’album è stato il più sincero possibile, abbiamo cercato di prendere confidenza con le sonorità da cui veniamo.
Cosa vi aspettate dal futuro?
Il prossimo disco sarà più sperimentale e vorremmo rendere le nostre future esibizioni un’esperienza coinvolgente e indimenticabile. Il salto di qualità vorremmo fosse visto tanto nella produzione, quanto nella nostra capacità di intrattenere. Infatti siamo alla ricerca di una piccola realtà che sappia e voglia seguirci con entusiasmo.
Cosa rappresenta la musica per voi?
Gioia, libertà espressiva e coraggio; ma soprattutto una scelta. Decidere di intraprendere questa carriera comporta tante gioie e tante rinunce, col passare del tempo la paura aumenta e, con essa, il coraggio.
Quale messaggio volete inviare con i vostri pezzi?
Crediamo nell’idea di lasciare uno spazio interpretativo grande a chi ascolta, altrimenti il brano risulta, ai nostri occhi, poco interessante. Ci piace il mistero nella comunicazione, l’allegoria, la possibilità che “una cosa” possa essere al contempo “molte cose”, che alla fine crediamo sia il concetto più importante che vogliamo comunicare.
Com’è il terreno in cui vi muovete?
Paludoso, competitivo e pieno di sorprese. Paludoso perché, di per sé, il music business costituisce già un ossimoro, rendere l’arte una carriera preservando la propria autenticità è una missione così difficile da poter essere considerata essa stessa “arte”. Ciò comunque non scoraggia molti dal provare a “spaccare” – per fortuna – quindi è anche un terreno competitivo e di conseguenza pieno di sorprese, perché quando c’è competizione il “livello” tende sempre ad alzarsi.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Vogliamo suonare, suonare e suonare, siamo consapevoli di essere ben lontani dal completamento della nostra gavetta, tuttavia prima vogliamo chiuderci di nuovo in una stanza e far uscire qualcosa di più “folle” e identitario.
Lasciate un messaggio a chi sta leggendo…
La vera arte è fine a sé stessa.
Dove possiamo ascoltarvi?
Su “Spotify” cercando “Tecnici del Caos” per ascoltare gli ultimi pezzi, oppure su “Instagram”, dove postiamo contenuti e visuals più frequentemente .