Continua la nostra appassionante (per quei tre allocchi che si son fatti appassionare) retrospettiva su Casa Bienaimè al Civico 10 di Via Verdi in Carrara, museo a cielo aperto del bassorilievo, e, quindi, a suo modo, del graffito 3D, nonchè Bignami immobiliare del trionfo di Alessandro Magno in Babilonia, come concepito dal danese Thorvaldsen e poi copiato dai nostri Bienaimè. Già, il Trionfo… Si fa presto a dire Trionfo. Perchè, si sa, vincere è meglio di perdere, ma nessuno si accontenterebbe mai di vincere punto e basta.
Mi spiego meglio: è senz’altro euforizzante vincere, ad esempio, la Champions League, i Mondiali, le Olimpiadi o il Torneo di Wimbledon. Sono vittorie che conferiscono assoluti blasone e prestigio, oltre ad un notevole conquibus economico per chi le consegue. Tuttavia, per quanto uno vinca, per quanto ottenga da questo gloria e danaro, quella sua vittoria risulterebbe inevitabilmente monca, scolorita, parziale, se essa non si facesse tangibile, al punto da poterla davvero vedere e toccare (il famosissimo coro ultras “Ollellè, Ollallà, faccela vedè faccela toccà”, secondo me si riferisce esattamente a questo).
E l’unico modo perchè ciò possa accadere è tramite il Trofeo. Potreste mai immaginare di vincere la Champions senza sollevare la relativa Coppona dalle Grandi Orecchie? I Mondiali senza impugnare la mirabile scultura aurea realizzata dal nostro Silvio Gazzaniga? Le Olimpiadi senza che qualcuno vi metta al collo la medaglia coi cinque cerchi? Wimbledon senza potervi fare una misticanza dentro la relativa insalatiera in argento massiccio che viene consegnata al vincitore? Certo che no!
Senza darle metallo robusto ed ampiamente sonoro, senza un simbolo palpabile a conferirle presenza fisica e non più astratta, la Vittoria quasi non avrebbe senso. E ben lo sapevano già nell’antichità, quando, finita la guerra, si celebrava il trionfo, sciorinando per le strade, a beneficio di vincitori e vinti, l’emblema carnoso e concreto del medesimo. Nello specifico, come ritratto nella formella che prendiamo in esame quest’oggi – un infelice prigioniero babilonese che avanza legato in catene – a fianco di un pachiderma che fieramente trasporta sul dorso le armi degli sconfitti. Come se Alessandro volesse dirci: “Ce l’ho più magno di tutti”.
La volevate più tangibile di così, la Vittoria? Ed infatti ci voleva proprio un graffito 3D, per, ulteriormente, darle vita e presenza, tanto da farla uscire dal muro.
Dal prossimo episodio, però, basta coi vincitori🥇. Si parla, finalmente, anche dei vinti🥈.
Qualora lo vogliate, ci rivediamo pertanto quivi.