Ottorino Bertolini nacque a Roma circa nel 700. Era discendente di una famiglia dell’aristocrazia militare romana. Suo padre Teodoro morì quando Ottorino era ancora bambino e dopo aver perduto anche la madre, il futuro papa venne cresciuto da suo zio Teodoto, che era console e duca dell’amministrazione pontificia. Entrò nei ranghi ecclesiastici e dopo essere stato diacono di Stefano III, divenne papa il 9 febbraio del 772, con il nome di Adriano I. I suoi primi atti da pontefice furono quelli di ripristinare il legame con i Franchi ed esautorare i Longobardi, accusando il re Desiderio di tradimento, per non aver rispettato la restituzione dei territori già appartenuti ai bizantini. Il re dei longobardi passò al contrattacco e occupò Ferrara e pose sotto assedio Ravenna. Adriano I reagì e chiese all’arcivescovo Leone di Ravenna di imprigionare Afiarta, tuttavia Leone non si limitò a imprigionarlo, ma lo fece giustiziare. Come oggi, anche allora, non si pone mai fine alle velleità belligeranti, ma si alimentano. Desiderio occupò Senigallia, Montefeltro, Urbino e Gubbio, papa Adriano I fu costretto a chiedere l’aiuto del re dei Franchi, Carlo Magno. La delegazione franca tentò una mediazione pacifica, ma il rifiuto del re Desiderio fece precipitare gli eventi e nel settembre del 773 Carlo Magno entrò in Italia e costrinse Desiderio a ritirarsi verso Pavia e il figlio Adalgiso, che Manzoni avrebbe narrato nell’Adelchi, a fuggire verso. Adriano I accolse Carlo Magno a Roma per la Pasqua del 774. Il re franco venne accolto da trionfatore e il papa non perse l’occasione per redigere una lista di richieste, nella quale venivano elencati i territori della Chiesa che Carlo Magno si impegnava a restituire. Come accade anche oggi, per eliminare un nemico te ne metti un altro in casa, così avvenne con Carlo Magno che disattese la sua “Promissio Romana”, malgrado fosse stata depositata sull’altare di San Pietro. Come era facile prevedere, Carlo Magno forse per il cognome, iniziò davvero a mangiare territori. Venezia, l’Istria e i ducati di Benevento e Spoleto e infine Pavia dove Carlo Magno si autoproclamò Re dei Franchi e dei Longobardi. Adriano I rivendicò i territori che gli erano stati promessi. Per tutta risposta il Re dei Franchi e Longobardi, salvo poche concessioni come l’incremento del Ducato di Roma, all’Esarcato di Ravenna, sottomise Spoleto, Chiusi e alcune città della Tuscia. Il duca di Benevento occupò la città di Terracina e il Papa Adriano I si vide costretto a richiamare Carlo Magno a Roma. Avvenne il battesimo di Carlomanno, che poi sarebbe diventato Pipino e Ludovico, Adriano I ne assunse il padrinato. Consacrò re d’Italia il primo e di Aquitania il secondo. Adriano I si trovò a dirimere anche la questione della Baviera. Dal 748 era Duca di Baviera, Tassilone che oltre a chiamarsi come un antibiotico, era cugino di Carlo Magno. Il Re dei Franchi e Longobardi non tollerava l’autonomia del parente e faceva pressioni non potendo risolvere la cosa con un intervento militare. Tassilone nel 787 mandò i suoi ambasciatori da Adriano I per chiedere una sua mediazione in virtù dei rapporti del pontefice con Carlo Magno. Tassilone promise una ricompensa in denaro che non arrivò, quindi Adriano I che non era per niente sensibile ai beni materiali, non accettò nessun accordo con Tassilone, anzi lo minacciò di scomunica e decise che in caso di conflitto, i Franchi sarebbero stati assolti da qualsiasi colpa. In quegli anni sul trono di Costantinopoli sedeva l’imperatrice Irene che era reggente per suo figlio Costantino VI. Irene promosse l’iconodulia, ossia il culto esasperato e fatto in maniera superstiziosa delle immagini sacre. Adriano I si vide costretto a proporre un Concilio che si svolse a Nicea nel settembre del 787, dal momento che Costantinopoli era scossa dai tumulti degli oppositori. Il Concilio di Nicea II riavvicinò in qualche modo Roma e Costantinopoli, tuttavia allontanò Carlo Magno che non fu invitato al Concilio. Il tutto si tradusse in un Concilio che si tenne a Francoforte, nel quale Carlo Magno ricusò quanto deciso a Nicea, ossia la negazione dell’adorazione delle immagini sacre e la richiesta di scomunica per l’imperatrice Irene e suo figlio Costantino VI. Adriano I si fece promotore di molte opere edilizie a Roma. Fece rinforzare gli argini del Tevere e degli acquedotti romani che poterono fornire una capillare distribuzione idrica alla città. Apportò migliorie alla Basilica di San Pietro e quella di San Giovanni in Laterano, infine a quella di San Paolo fuori le mura. Adriano I si adoperò per il ripopolamento dell’agro romano con la distribuzione di terreni e destinò i proventi e i prodotti per i poveri. Adriano I morì il 25 dicembre 795, alla veneranda età di 95 anni. È sepolto in San Pietro, lo ricorda una lapide con un epitaffio composto da Carlo Magno che lo definì un padre. In effetti tra i due il rapporto fu conflittuale e amorevole come quello di un qualsiasi figlio con il proprio genitore. Adriano I è stato un papa, un romano, figlio del suo tempo e con le guerre e il potere che dopo secoli parlano sempre la stessa lingua.