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Diari Toscani

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Carrara e Massa: Road to Rome, start again!, passione per la Francigena

DiVinicia Tesconi

Ago 21, 2021

Hanno sostato ad Avenza, alla pieve millenaria di San Pietro, accanto alla Torre di Castruccio, oggi (sabato 21 agosto) verso mezzogiorno. Una breve pausa per rifocillarsi prima di proseguire il cammino per Massa dove hanno fatto tappa e passeranno la notte prima di riprendere il viaggio. Sono i pellegrini della via Francigena che stanno partecipando all’evento Road to Rome 2021, start again! creato per celebrare i 20 anni dalla nascita dell’associazione europea delle vie Francigene, Aevf. Domani riprenderanno il cammino alla volta di Altopascio, tappa che faranno con le bici portate appositamente dallo staff tecnico di Aevf.

Tra i pellegrini ci sono anche Luca Faravelli, project manager di Aevf e Myra Stals, responsabile del progetto per lo sviluppo e la gestione del progetto europeo rurAllure, che hanno spiegato a Diari Toscani cosa significa, oggi, affrontare un cammino sulla via Francigena.

Dal 1994, il cammino della via Francigena è un itinerario culturale certificato e riconosciuto dall’ Unione Europea – ha detto Luca Faravelli –, e proprio l’aspetto culturale è la principale attrattiva che esercita su chi decide di affrontarlo, oltre al percorso spirituale ad esso connesso, alla componente turistica e alla passione per l’escursionismo. Per questa edizione del Road to Rome, tutto il percorso, da Canterbury fino a Roma e poi, ancora fino a Santa Maria di Leuca, in Puglia, vede la presenza di tre persone di Aevf, tra cui un video-maker che documenta tutto il viaggio. Io sono subentrato al mio collega a Fidenza e proseguirò il viaggio fino in Puglia”.

Faravelli ha spiegato che la media giornaliera del cammino è di 25 chilometri e che per completare l’intero percorso dalla Gran Bretagna a Roma si impiegano alcuni mesi: “Riuscire a fare tutti i 3 mila 200 chilometri della via Francigena è molto impegnativo ed è anche un’impresa che richiede grande disponibilità di tempo. Molto più spesso accade che gli appassionati completino il percorso nell’arco di alcuni anni facendo tratti del cammino diversi ogni anno distribuiti nei periodi di ferie che hanno a disposizione. Molti dei pellegrini sono persone ultrasettantenni che non hanno il problema del lavoro e possono dedicare molto più tempo a completare il percorso”. Ogni viandante, come ha spiegato Faravelli, ha un suo progetto e un suo personale obiettivo nel momento in cui decide di affrontare parte o tutto il cammino della via Francigena. Sempre più spesso accade che i pellegrini leghino la loro partecipazione al cammino a progetti di sensibilizzazione sociale o ambientale. “Nel gruppo di questa Road to Rome ci sono due ragazzi – ha aggiunto Faravelliche stanno portando avanti un importante progetto di sensibilizzazione sulla fibrosi cistica e un altro che compie il cammino in nome dell’ospedale pediatrico di Padova. L’esperienza della via Francigena diventa anche strumento di solidarietà sociale e, in questo, a mio parere, si riallaccia in qualche modo alle sue finalità originarie che erano quelle di espiazione dei peccati e di preghiera per ottenere una grazia. Oggi si offre la fatica del viaggio per mettersi in gioco e per creare attenzione su problematiche non personali, ma che riguardano molte persone. In realtà esistono diversi tipi di pellegrini: dai puri e crudi che cercano di rivivere l’esperienza del cammino nella sua forma originaria, sia percorrendo l’identico itinerario, sia usando abiti e strumenti di foggia medievale, ai pellegrini che affrontano il percorso, ma con attrezzatura moderna, ai pellegrini turisti che, pur seguendo le tappe della Francigena dormono negli hotel e visitano le città e i luoghi di interesse che trovano sul cammino, fino ai pellegrini stanziali che sono quelli che vivono lungo la via Francigena e che accolgono i viaggiatori. Questi ultimi hanno una grande importanza ai fini del messaggio più profondo che deriva dal cammino della Francigena che è quello della trasmissione della conoscenza e del dialogo. Fondamentale è lo scambio culturale e umano tra i pellegrini e le persone che incontrano durante il viaggio”.

Faravelli ha concluso indicando “l’ingrediente segreto” per portare a termine un percorso sulla via Francigena: “Si tratta della perseveranza: la volontà di portare avanti il proprio progetto e di arrivare fino in fondo che vince sulla fatica, il dolore alle gambe, le vesciche, la stanchezza, il peso dello zaino e tutti gli altri problemi che fanno parte del cammino”.

Myra Stals è un’appassionata della via Francigena, entrata quest’anno nell’organizzazione di Aevf, dopo aver compiuto, nel 2020, un progetto di sensibilizzazione ambientale mediante il percorso della Francigena.
Ho fatto il cammino in bici – ha detto la Myra Stalscon l’obiettivo di raccogliere tutti i rifiuti di plastica che trovavo lungo il percorso. Questo mio impegno ha attirato l’attenzione di sindaci e assessori dei comuni che ho attraversato che, spesso, mi hanno invitato nei loro uffici per ringraziarmi e per dare risalto a quel che stavo facendo e anche delle moltissime persone che ho incontrato lungo la strada che si sono interessate al mio progetto. Il cammino della via Francigena è una forma di turismo lento e pulito che si lega perfettamente alle tematiche di sensibilizzazione ambientale”.

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