Spesso i nostri nonni ci dedicano delle piccole strofe, magari una poesia scritta con il cuore. Ilaria Occhini ebbe l’onore di essere narrata in un racconto da un nonno abbastanza famoso, lo scrittore Giovanni Papini, padre di sua madre. Andiamo con ordine. Ilaria nacque a Firenze il 28 marzo del 1934, era figlia dello scrittore Barna Occhini dalle origini aristocratiche e una vita alquanto contraddittoria, tipo la sua adesione alla Repubblica di Salò, per la quale fu recluso in un carcere nei pressi di Terni. Tornando alla nostra Ilaria, sviluppò fin da giovane il desiderio di recitare. Debuttò giovanissima ad appena diciannove anni nella pellicola di Luciano Emmer, Terza liceo, era il 1954. Usò lo pseudonimo di Isabella Redi e interpretò il ruolo di Lucia Lucchesi, una giovane rampolla di una ricca famiglia, ma ribelle che intrecciava una relazione con un ragazzo di condizioni modeste. Ilaria Occhini si diplomò all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma. Erano gli anni cinquanta dello scorso secolo, la televisione aveva appena iniziato le sue trasmissioni e uno degli spettacoli di punta erano gli sceneggiati. Ilaria Occhini, diretta da Anton Giulio Majano, recitò nell’Alfiere e Jane Eyre, rispettivamente nel 1956 e 1957. Fece il suo debutto in teatro, nell’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, diretta da Luchino Visconti. Il regista toscano la diresse anche in Uno Sguardo dal ponte nel 1958 e Figli d’arte nel 1959. Ilaria Occhini tornò al cinema con Monicelli, nel film Il medico e lo stregone. Gli anni sessanta della Cinecittà intrisa di dolce vita, attrasse solo parzialmente Ilaria Occhini che continuò a scegliere le pellicole alle quali partecipare con molta attenzione. Fu Pia de’ Tolomei per la regia di Sergio Grieco. Fu Daniela, una prostituta nel primo film che vide Ugo Tognazzi come regista. Ilaria Occhini fu diretta da Dino Risi nel 1965, il film si intitolava: I complessi e metteva in evidenza i vizi degli italiani. Nel 1966 recitò nella pellicola Un uomo a metà di Vittorio De Seta. Nello stesso anno sposò lo scrittore napoletano Raffaele La Capria, che nel 1961 aveva vinto il Premio Strega con il romanzo: Ferito a morte. L’opera narrava delle estati di giovani napoletani indolenti e il personaggio di Raffaele La Capria ispirò quello di Jep Gambardella nel film La Grande bellezza, ma questa è un’altra storia. Quella che riguarda Ilaria Occhini la vide diventare madre di Alexandra nel gennaio dello stesso anno. Dopo una pausa di qualche anno, riprese a recitare negli anni settanta. Fu protagonista dello sceneggiato Puccini nel 1973 e nello stesso periodo prestò il suo volto a qualche pubblicità nel contenitore che si chiamava Carosello e che riuniva le famiglie nello scorso secolo. Nelle sue assenze dalle scene, Ilaria Occhini ripristinò i vigneti della sua famiglia in una dimora cinquecentesca sulle colline a Castiglion Fibocchi, nei pressi di Arezzo, producendo un ottimo vino. Negli anni ottanta dello scorso secolo si avvicinò alla politica. Ilaria Occhini fu candidata con Marco Pannella e i Radicali nel 1987 alle elezioni politiche. Nel 1990 Alessandro Benvenuti la chiamò per interpretare il ruolo di Adele in Benvenuti in casa Gori. La recitazione di Ilaria Occhini nella pellicola fu strepitosa e le valse il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Tornò al cinema che preferiva, scegliendo le sue apparizioni. Recitò in Pizza Colonia di Kluas Emmerich nel 1991 e ancora con Alessandro Benvenuti in Ritorno a casa Gori nel 1996. Fu chiamata da Francesca Archibugi per Domani nel 2001. Nel 2004 si presentò alle elezioni europee con Emma Bonino. Ilaria Occhini diede volto e voce alla meravigliosa e saggia nonna in Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek. Fu un ruolo che rappresentò quel lato magico della recitazione di Ilaria Occhini che riempiva lo schermo solo con uno sguardo. La sua ultima pellicola fu, Una famiglia perfetta di Paolo Genovese, la sintesi della famiglia che aveva creato con il suo grande amore Raffaele La Capria. Ilaria Occhini è morta a Roma il 20 luglio 2019 e riposa insieme a suo marito nel cimitero acattolico di Capri, guardando quel mare cristallino verde come i suoi occhi profondi e intelligenti.