foto di Silvia Meacci
Al centro della scena solo gli attori Flavia Pezzo e Massimo Bevilacqua, bravissimi e dinamicissimi nell’interpretare due figure “non parlanti” di “Sei personaggi in cerca d’autore”: la bambina e il giovinetto, trasportati ai nostri tempi, ancora in attesa sulla scena, a interpellare e provocare il pubblico su temi profondi. In “Quizàs – Indagine sull’esistenza”, se la vita viene punteggiata dalla musica, con un’interessante alternanza di generi diversi, da “Perfect Day”, ai Lieder di Schumann e alla tradizione napoletana, anche la morte è coniugata in tutte le sue forme grazie all’utilizzo di una suggestiva voce fuori campo. Molto interessante la disposizione degli spettatori: seduti a formare un ring all’interno del quale i due personaggi non risolti urlano la loro voglia di esistere. “La nostra realtà non cangia. Non può. È questa, è fissa!” protesta la bambina, “Io voglio essere viva! Strana e libera!” Il pubblico sin dall’inizio si sente coinvolto. Ascolta, entra in un turbinio di emozioni e supposizioni, è tirato in causa a ballare o a rispondere a domande talvolta perfino disturbanti. Agisce. È uno scambio osmotico. È parateatro, nel senso di ricerca esperienziale ed espansione di coscienza. È anche antiteatro allorché i due “manichini”, anime di ferro da modellare, “gareggiano” perfino su come dire le battute. Il teatro qui si conferma eccellente mezzo di autocoscienza per l’attore e anche per il pubblico. “Il registro di questo lavoro è quello del gioco, dell’ironia, a tratti dissacrante: i due protagonisti entrano ed escono dal testo originale, esagerano cercando nuove possibilità, provocando, stuzzicando il pubblico e sfidandosi a vicenda. Per loro, nulla di ciò che dicono o fanno ha un significato, loro “non sono”, mentre noi, che siamo nati, vivi, e destinati a morire, abbiamo il dovere di viverla in pieno questa vita, e di determinare il “come” vogliamo viverla. Perché in fondo, della storia della nostra vita, siamo noi gli autori” così ha commentato la Pezzo che ha firmato lo spettacolo e a cui ho potuto rivolgere alcune domande per i lettori di Diari Toscani:
Il suo voler dare voce a due figure che nel dramma pirandelliano non parlano è apprezzabile: “Sei personaggi in cerca d’autore” è metafora di incomunicabilità. Al contrario, in Quizàs, il dialogo con il pubblico è parte integrante. Come ha avuto questa idea?”
L’idea nasce in un certo qual modo già anni fa quando da allieva partecipai ad uno spettacolo diretto da Fulvio, che è regista anche di questo lavoro, dove attraverso il “Sogno di una notte di mezza estate” coinvolgevamo il pubblico. Da quel ricordo importante mi è scaturita la voglia di compiere lo stesso tipo di lavoro partendo dai “Sei personaggi”.
Flavia, a quando risale il suo amore per Pirandello?
Già ai tempi del liceo lo apprezzavo per la sua ricca produzione letteraria, in modo particolare i suoi romanzi. con la maturità personale ed anche grazie al mio percorso artistico e teatrale, questo apprezzamento si è tramutato in amore.
L’attore è maschera. Per lei, anche l’essere umano lo è, nelle sue costrizioni sociali?
Non voglio osare giudizi: certo, nel nostro tempo, siamo circondati da codici e convenzioni e, credo, anche molto poco liberi. Questo lavoro vuol fare proprio questo, uscire, pur partendo da un testo “classico”, da regole e schematizzazione. “Stranezza come libertà” mi piace molto come idea. Vuol far pensare, anche disturbando, a cosa significhi esistere, morire, vivere”.
La regia è di Fulvio Cauteruccio.
Lo spettacolo è una produzione di Associazione Culturale Impresa realizzata con il contributo di Estate Fiorentina 2024, iniziativa proposta nel piano operativo della città di Firenze.