Da bambino guardavo Ken il Guerriero. Al di là della violenza sanguinaria e delle tecniche marziali assurde, che culminavano canonicamente nel bilobamento con successiva implosione del malcapitato avversario, previa pressione dei suoi punti critici, era una serie animata non priva di una propria morale.
La stessa morale che mi sembra di poter trarre dal graffito che ho rinvenuto all’angolo tra Via Buonarroti e Via del Cavatore in Carrara. “E’ una cosa importante per un fiore. Cosa rimane? Polvere”
La stessa voce narrante, all’inizio di ogni puntata di Ken, si premurava, del resto, di rammentarci che “Siamo alla fine del XX Secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi, e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti. Tuttavia la razza umana era sopravvissuta.
Ed un fiore ce lo insegna concretamente.
Fanno i soprammobili a forma di fiore, con la polvere di ceramica.
Vendono la polvere di fiori a scopo alimentare.
Ed un fiore riesce a nascere perfino nella polvere (pure nel pezzo di aiuola emaciato e smunto che sorge dinanzi al graffito odierno).
I fiori sono stati un segno della caducità della bellezza e della vita sin dai tempi antichi. Tuttavia, le allegorie della logica e della speranza sono spesso raffigurate con fiori in braccio, come simbolo che presto un frutto si svilupperà dal fiore.
E, nel corso della serie di Ken il Guerriero, l’orfanella Lynn, che il nostro eroe si porta appresso per millemila episodi, sogna a più riprese di vedere un giorno nascere un fiore, perfino nelle lande desolate che fanno da sfondo alle vicende narrate.
E, alla fine, coronerà quel sogno.
Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti.
Ricordiamocelo, prima di diventare….. polvere😅.