Benozzo di Lese di Sandro, conosciuto come Benozzo Gozzoli, nacque a Scandicci intorno al 1420, ma come sappiamo, all’epoca l’anagrafe non funzionava molto bene. Nel 1427 si trasferì con la sua famiglia a Firenze. Da questo momento le notizie sulla sua formazione e anche il nome d’arte, ci arrivano da Giorgio Vasari, che nelle sue Vite, ci racconta della formazione di Benozzo presso la bottega di Beato Angelico e il soprannome che gli diede lo stesso Vasari. Benozzo Gozzoli collaborò con Beato Angelico a Firenze, nei lavori della chiesa di San Marco, correva l’anno 1436. L’anno seguente Benozzo Gozzoli realizzò il Ratto di Elena, una tavoletta ottagonale. Nel 1440 eseguì la Madonna col Bambino e nove Angeli, che oggi si può ammirare alla National Gallery di Londra. Gozzoli continuò a collaborare con Beato Angelico e nel 1447 arrivò a Roma, chiamato dal papa Eugenio IV, per decorare la cappella del palazzo Apostolico e nel 1448, per il nuovo papa Niccolò V, la Cappella Niccolina per i palazzi vaticani. Nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, nei pressi del Pantheon, si può oggi ammirare, La Madonna col Bambino, che Benozzo Gozzoli dipinse nel 1449. L’anno seguente, Gozzoli lasciò la guida di Beato Angelico e si trasferì in Umbria. In quel periodo dipinse: l’Annunciazione di Narni, la Madonna col Bambino e un angelo musicante e San Fortunato. Nel 1452 Benozzo Gozzoli lavorò nella chiesa di San Francesco e realizzò gli affreschi della vita di San Francesco, divisa in dodici riquadri. Nel novembre del 1452 dipinse la Vita di San Girolamo, uno dei primi esempi di pittura illusionistica, la tecnica per creare una visione tridimensionale, che verrà poi adottata da altri artisti, tra i quali: Pietro da Cortona, Andrea Mantegna e Giovanbattista Tiepolo. Negli stessi anni dipinse anche le Storie della vita di Rosa da Viterbo, per il convento delle clarisse di Santa Rosa nella città del Lazio. Nel 1456 lavorò a Perugia e realizzò la Madonna dell’Umiltà con i santi, nota anche come Pala della Sapienza Nuova, che si trova a San Gerolamo nella città umbra. Nel 1459 Benozzo Gozzoli tornò nella sua Firenze e sotto l’ala benevola e protettrice dei Medici ebbe commissioni importanti. Nel 1460 sposò con Maddalena di Luca di Iacopo di Cione, figlia di un mercante di tessuti, dalla quale nasceranno nove figli. Tornando ai lavori del Gozzoli, completò la Cappella dei Magi nel Palazzo dei Medici, con il fiabesco Viaggio dei Medici, un’allegoria che narrava i successi politici della famiglia fiorentina. Sempre nel 1460 dipinse la Madonna col Bambino e angeli che si trova a Detroit, come gli spaghetti di Fred Bongusto. Nel 1461 eseguì la Pala della Purificazione per la chiesa di San Marco a Firenze e poi si spostò con la famiglia a San Gimignano. Affrescò la chiesa di Sant’Agostino con le Storie della vita di sant’Agostino. Sempre a San Gimignano realizzò un affresco con l’immagine di San Sebastiano all’interno della Collegiata del convento. Benozzo Gozzoli realizzò due pale d’altare, conservate nel Museo civico della città: una Madonna col Bambino in trono e i Santi Giovanni Battista, Maria Maddalena; Agostino e Marta. Nel 1466 dipinse la pala d’altare della cappella Rustici in Santa Maria dell’Orso a Terni con il Matrimonio Mistico di santa Caterina. Alla fine di quello stesso anno partì alla volta di Pisa. Gozzoli realizzò alcuni tabernacoli e scrisse una lettera a Lorenzo de’ Medici per difendere un suo collaboratore, Giovanni della Cecca, accusato di aver rubato delle lenzuola dal convento in cui era ospitato. Benozzo Gozzoli dipinse il Tabernacolo della Madonna della Tosse e quello della Visitazione, che si trovano oggi a Castelfiorentino. A Pisa aprì una bottega verso la fine del 1480, dove iniziarono a formarsi anche i suoi figli, Francesco, Girolamo e Alesso. In quel periodo realizzò la Cavalcata dei Magi per la Compagnia della Vergine Maria, che si trova nel duomo di Volterra. Nel 1495 Benozzo Gozzoli tornò a Firenze e fece in tempo ad assistere alla cacciata dei Medici, suoi protettori e l’arrivo di Carlo VIII. Decise quindi di rifugiarsi a Pistoia, dove operavano i suoi figli. Le sue ultime opere: la Deposizione della Croce e la Resurrezione di Lazzaro, non avevano più quel tratto fiabesco, l’impronta illusionista, ma erano permeate dalla predicazione di Giacomo Savonarola, quindi molto austere. Benozzo Gozzoli morì a Pistoia, probabilmente a causa della peste che flagellava la Toscana in quel periodo. È stato un grande artista, un innovatore che ha attraversato le fasi della pittura che rifletteva il cambiamento della società toscana e mondiale.