Lo spinacio selvatico è una pianta erbacea annua, che può raggiungere, in certi casi, l’altezza di due metri. Le sue foglie hanno una forma a rombo, irregolare, con il margine dentato. Le foglie più vicine alla cima sono ricoperte da una sostanza bianca, molto concentrata al centro, simile alla farina, da cui il nome popolare di farinello, farined nel dialetto carrarino. L’infiorescenza è una spiga fogliosa, formata da fiori globosi e compatti di colore verdastro. Il frutto è una capsula spessa di colore verde contente un solo minuscolo seme, nero o bruno. Nella zona apuana il farined lo si trova ovunque, tanto da essere considerata un’ erba infestante. Ama in particolare i terreni assolati, per cui possiamo vederlo nei campi, nei terreni incolti e addirittura nelle crepe dei marciapiedi e dell’asfalto stradale. La prima parte del nome botanico di quest’ erba, Chenopodium , deriva dalla parola greca “ chen”, oca, e “pódos”, piede, con riferimento alla forma delle foglie, che ricordano vagamente una zampa d’ oca , mentre la seconda parte il nome di specie, album, è riferito al velo biancastro che si nota sulla sommità e sulla pagina inferiore delle foglie.
Il farined non è altro che uno spinacio selvatico e proprio come lo spinacio coltivato ha le stesse proprietà: è carminativo (impedisce la formazione di aria nell’intestino), antinfiammatorio e digestivo, oltre ad avere virtù diuretiche, emollienti e leggermente lassative, l’ acqua in cui si sono fatte bollire le foglie può essere bevuta per regolarizzare l’ intestino. Gli impacchi fatti con le sue foglie fresche invece curano ascessi o lievi scottature e favoriscono il processo di rimarginazione di piccole.
Lo spinacio selvatico si raccoglie durante la primavera: si prende solo la cimetta della pianta , la parte più tenera. Le foglie tenere delle cimette possono essere mangiate crude in insalata, oppure si fanno lessare, così in purezza o assieme agli altri erbi, oppure, una volta bollite, si possono ripassare in padella proprio come si fa con gli spinaci dei quali, il farinello, ha il sapore, delicato, dolciastro e un po’ ferroso e, proprio come gli spinaci, il farinello può essere usato per la preparazione di ravioli, torte salate, risotti, frittate, minestre, polpette ecc.. Ma anche i suoi semi sono perfettamente commestibili: assomigliano ai semi della quinoa, sono meno saporiti, ma ugualmente ricchi di proteine e preziosi sali minerali. Si raccolgono in piena estate, dalle sommità della pianta, sfregando le infiorescenze tra le mani. Si mettono una notte in ammollo, e si possono usare per zuppe, sformati, budini, biscotti.
Curiosità: nei tempi passati il farined, oltre che per l’alimentazione, veniva utilizzato per tingere di nero i capelli e come igienizzante per pentole e padelle di rame.