Una volta e questo possiamo ancora riscontrarlo nelle case delle nostre nonne, era uso mettere sul pavimento delle mattonelle con delle macchie nere su sfondo bianco, che avrebbero portato via gli occhi anche ad un monaco buddhista. Non so se fosse una scelta artistica o più un trucco per non far vedere quando il pavimento era più sporco del solito, però quante volte ci siamo un po’ incantati nello scovare forme o figure strane al loro interno. Deve essere stata la stessa cosa che ha fatto un anonimo turco, che sulla piattaforma social Reddit, ha raccontato con tanto di foto, di essersi accorto che le macchie che stava osservando sul pavimento di casa avevano una conformazione un po’ troppo strana per essere una pareidolia, ovvero quella illusione subcosciente, che tende a ricondurre a forme note degli oggetti o profili dalla forma causale. Insomma quella suggestione che, spesso, ci fa credere di vedere nella forma delle nuvole qualcosa che invece è solo frutto della nostra fantasia. Ebbene questo personaggio, di cui non si conoscono le generalità, questa volta sembra abbia avuto davvero ragione, perché quelle forme apparentemente strane, appartenevano alla sezione di una mandibola umana fossilizzatasi in quel pezzo di travertino, centinaia di migliaia se non addirittura milioni di anni fa. Potrebbe sembrare davvero una bufala, una delle tante che circolano in rete, ma la foto parla chiaro, si vede bene l’osso, se ne intravede la forma originaria e si possono anche riconoscere ben cinque denti dell’antico possessore. Certo verrebbe da chiedersi, se la mandibola è stata ritrovata in bagno, chissà dove sarà il resto del corpo e già immagino tutti i componenti del nucleo familiare a scandagliare le forme di tutte le piastrelle. Questa che sembra davvero una cosa da pazzi, in realtà, non è poi una storia tanto strana, se si parte, prima di tutto, dall’analizzare il tipo di minerale in cui è stata trovata, il travertino.
È un tipo di roccia che si forma in prossimità di sorgenti di acqua, perché è formato in prevalenza da carbonato di calcio. Per farvene un’idea vi basta andare ad ispezionare i vostri lavandini e vedrete che, a meno che il vostro servizio di distribuzione idrica (l’acqua del sindaco come la chiamiamo da queste parti) non sia di qualità super eccellente, cosa di cui dubito a priori, lungo i bordi dell’ugello o comunque all’interno e nelle prossimità delle tubature potrete osservare una patina bianca, il calcare insomma. Questo formazione che tanto ci fa imprecare, nei millenni si può stratificare inglobando tutto ciò che gli si posa sopra: foglie, insetti, vegetali ed animali, uomini inclusi. Sia ben chiaro: non stiamo parlando di una sorta di “Blob che uccide”, ma una qualsiasi forma organica che vi si deposita sopra, in dovute circostanze chimico ambientali, può rimanerne imprigionata, dando vita ad un fossile vero e proprio. Esistono anche delle vere e proprie formazioni rocciose di imponenti dimensioni, come il Mammoth Hot Springs di Yellowstone oppure, per tornare su località più comuni a questo articolo, nella provincia turca di Denizli nel sud est della Turchia .
Nel 2002, Mehmet Cihat Alçiçek, professore di geologia presso l’Università di Pammukale, stava esaminando dei fossili in lastre di travertino grezzo vicino al villaggio di Kocabaş quando, un po’ come l’anonimo dentista, ma con qualche motivazione professionale in più, intravide la sagoma di un cranio apparentemente umano. Per la precisione, si trattava di una sezione spessa appena un centimetro e mezzo, che, partendo dalla fronte, andava fino alla nuca. Dagli studi effettuati su quel prezioso reperto, fu stabilito che l’uomo a cui apparteneva, visse tra 1,2 e 1,6 milioni di anni fa e l’importanza di questa scoperta sta nel rappresentare un tassello fondamentale per la comprensione delle migrazioni dell’Homo erectus tra Africa ed Asia, attraverso la penisola anatolica, probabile crocevia delle varie espansioni umane. La piastrella incriminata ancora non è stata studiata, ma nel momento in cui avverrà, sicuramente verrà fatto attraverso un complesso procedimento che io, data la mia ignoranza in fisica nucleare, per permettere ai più curiosi di comprendere, copio pari pari dalla rivista National Geographic, dove per prima è comparsa questa notizia “Per trovare l’età del cranio di Kocabaş, un team di ricercatori internazionali si è affidato a un metodo noto come datazione con nuclidi cosmogenici. Le particelle ad alta energia note come raggi cosmici bombardano continuamente la Terra, ma raramente penetrano per più di un paio di metri nella superficie del nostro pianeta. Quando queste particelle colpiscono i minerali contenenti ossigeno e silicio, trasformano alcuni atomi in isotopi radioattivi. Seppelliti abbastanza in profondità, questi isotopi non vengono più prodotti da nuovi raggi cosmici e decadono lentamente. Campionando i cristalli di quarzo della piastrella di travertino e misurando il tasso di decadimento degli isotopi radioattivi, dovrebbe essere possibile determinare quanto tempo fa il proprietario dell’antica mandibola è stato esposto sulla superficie terrestre.”
Perchè allora, la mandibola nella piastrella è così importante da meritare l’attenzione scientifica? Perchè è ciò che manca al cranio di Kocabas e soprattutto ha i denti attaccati e i denti sono delle vere e proprie capsule del tempo. Dall’analisi dello strato di smalto o delle radici è possibile stabilire età, alimentazione, malattie e molta altre notizie relative all’individuo a cui appartenevano, comprese le abitudini di vita sociale. Insomma una vera e propria banca dati biologica che, confrontata con altri tipi di dati simili, può farci capire quali erano le abitudini, gli stili di vita e addirittura i movimenti che i primi gruppi di uomini effettuavano alla nascita delle nostre strutture sociali.
Purtroppo, come già detto prima, non è stato possibile ritrovare le altre parti di quella mandibola, ma se la fortuna ci assiste, potremmo agevolmente trovarle in qualche altra piastrella in bagno, in sala oppure in cucina. Non ci rimane quindi che fingere di accontentare le nostre mogli, fingendo di preoccuparci di tenere il pavimento bello pulito, mentre in realtà, novelli Indiana Jones stiamo solo cercando reperti di qualche nostro antenato vissuto qualche milione di anni prima di noi.
https://www.nationalgeographic.it/perche-il-vostro-pavimento-di-travertino-potrebbe-contenere-fossili-umani-?