seconda parte
Descrivere con poche parole i trecento borghi che popolano le montagne delle Apuane è impresa ardua, basti sapere che la loro fondazione si può collocare tra l’impero Carolingio (secolo IX) e l’età dei comuni (secolo XIII). Case semplici, vicino a palazzi dai portali finemente lavorati che ne denunciano lo stato sociale. In fondo ad una piccola piazza troverai la chiesa con a fianco il campanile. Se dal borgo alzi lo sguardo fino alla sommità della collina vedrai un castello, forse diroccato, o una torre campanaria, un tempo torre di avvistamento e tutto intorno crinali e boschi. Altra caratteristica importante delle Apuane è rappresentata da una grande e variegata flora che in molte specie è endemica, come per il Fiordaliso del Borla o la Globularia Incanescenz, tanto per citare le più importanti. La notevole presenza floreale, oltre il 40 per cento di quella nazionale, è data dalla posizione geografica che, grazie ad un clima favorevole, consente alle sementi provenienti da nord o da sud di attecchire, germogliare e riprodursi nel tempo.
Tema affascinante e per molti aspetti misterioso è quello dei Segni Rupestri, messaggi scritti su pietra da una civiltà molto antica, forse messaggi di speranza, di richieste, di iniziazione, di ringraziamento, di giochi. Il pennato lo troviamo scolpito un po’ dovunque, era lo strumento preferito dal Dio Silvano signore delle selve, protettore dei pastori, dei boscaioli, dei cavatori e della povera gente. Successivamente, con il cristianesimo, a questi simboli è stata associata la croce. Non è per niente facile trovare queste incisioni, occorre una buona dose di follia, tanto tempo e l’occhio allenato.
Non posso certo trascurare le Strade Storiche, fra cui La Via del Volto Santo, direttrice medievale della più importante Via Francigena che, partendo dalla Pieve di Sorano, attraverso il passo di Tea, giungeva a Lucca per devozione al Crocifisso nella Cattedrale di san Martino. Oppure la Via Vandelli progettata nel 1751 per congiungere il ducato di Modena con quello di Massa, per celebrare l’unione matrimoniale fra Ercole d’Este e Maria Teresa Cybo Malaspina.
Attualmente, possiamo percorre gli ultimi sette chilometri, ancora integri con la loro massicciata di pietre a secco, che uniscono Resceto (485 m) al passo Tambura (1620 m). A queste devo aggiungere la Linea Ferroviaria Lucca-Aulla, iniziata nel lontano 1892 con il tratto Lucca-Ponte a Moriano e terminata nel 1959 con l’inaugurazione della galleria del Lupacino a Pieve San Lorenzo. Una ferrovia che attraversava e tutt’ora attraversa in lungo le Apuane, con un percorso di oltre 90 chilometri e innumerevoli gallerie e ponti per superare le asperità del territorio. Basti citare il viadotto della Villetta fra il borgo di Poggio e quello di San Romano, lungo 400 metri con 14 arcate che raggiungono i 50 metri di altezza.
A queste strade io assocerei anche quelle relative ai Treni del Marmo, che hanno avuto in passato notevole importanza. Massa: ferrovia marmifera a vapore, dalla Filanda di Forno raggiungeva il pontile di Marina. Fu inaugurata il 21 giugno 1890 e la sua attività termina il 15 dicembre 1932. Versilia: dalla valle della Turrite Secca, località Tre Fiumi, arrivava al pontile caricatore di Forte dei Marmi. Fu costruita a partire dal 1916, terminò la sua attività nel 1951. Gramolazzo: detta anche Nord Carrara fu inaugurata il 21 giugno 1902 e smantellata nel 1947.
Carrara: indubbiamente la più importante e spettacolare per le numerose e ardite opere, fra le più complesse per l’ingegneria di un tempo. Inaugurata il 19 agosto 1876 e completata il 12 agosto 1892. Il suo tragitto terminava ai pontili caricatori di Marina di Carrara, dopo aver rifornito segherie e laboratori. Cessò l’attività il 29 agosto 1964 sostituita da camion e trattrici.
continua…