Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro… Una poesia, quella del Manzoni, che ci ricorda le gesta e la potenza di un grande condottiero del passato e che ha fatto drizzare i capelli praticamente a tutti gli studenti italiani, da quando la scuola pubblica è stata fondata. Naturalmente, parliamo di quel Napoleone Bonaparte, che, nel bene o nel male, ha profondamente modificato la società del tempo e quella in cui oggi viviamo. Noi italiani ce lo ricordiamo bene, perché aldilà degli avvenimenti storici, delle battaglie vinte e perse, degli intrighi di palazzo, delle sue smanie di potere, quando calò nello stivale, se ne andò con le tasche, anzi i carri, pieni delle nostre opere d’arte saccheggiate ovunque fosse passato e che oggi sono sparse, come illustre biglietto da visita del nostro paese, un po’ in tutti i musei del mondo, non solo al Louvre. No, la Gioconda non fa parte di quel lungo elenco, perché ha una storia diversa, magari una volta ne riparleremo.
Dunque l’imperatore Napoleone Bonaparte, francese di Ajaccio… siamo proprio sicuri che fosse totalmente francese? Perché se da Aulla percorriamo la statale in direzione Sarzana, più o meno a metà strada, incontriamo una piccola frazione che mostra, con orgoglio, ai passanti il proprio nome stampato su un cartello: Stadano Bonaparte. Una rivendicazione campata in aria o fondata su solide verità storiche? Alcuni storici affermano che di sicuro non ci sia nulla, ma noi proseguiremo come se lo fosse, un po’ come facevano gli antichi matematici greci che per dimostrare o confutare un teorema, partivano dall’idea che fosse vero a prescindere e, poi, alla fine, svelavano il reale stato delle cose.
Partiamo da lontano, anzi da lontanissimo, là dove ci porta un certo Luigi Passerini, direttore nel XIX secolo della biblioteca Magliabechiana di Firenze, che, in un intero tomo, sostiene la tesi secondo cui il ramo dei Buonaparte derivi dai Cadolingi di Borgonuovo, signori già dal X secolo di Fucecchio, oggi sotto la giurisdizione della città metropolitana di Firenze. Da qui si sarebbero, in seguito, mossi in direzione di Stadano per poi spostarsi di nuovo a Sarzana già prima del 1264. A dirla tutta, esiste anche una teoria secondo cui in una frazione di Fosdinovo chiamata Marciaso, così come narrato da Carlo Caselli nel suo libro “Lunigiana ignota”, che a sua volta riprendeva uno studio dello storico sarzanese Bonaventura de Rossi (1710), al numero 41 si trovava la casa dalla quale prese origine la famiglia del futuro Napoleone. La base di questa teoria sarebbe stato un documento notarile del 1449 che però, non essendo mai stato recuperato, lascia il tempo che trova. Una famiglia omonima? Un lontano ramo di quello originale? Non è dato sapere, per cui torniamo a Sarzana, dove nel 1440 Cesare Buonaparte sposa Apollonia Malaspina, figlia di Niccolò marchese di Verrucola (Fivizzano) la cui prole composta da Giovanni e Francesco, compie un altro salto di territorio, forse quello più importante, da Sarzana in Corsica. Nel 1494 re Carlo VIII era sceso in Italia, con l’obiettivo di sottomettere il regno di Napoli. Passando dalla Lunigiana sottomise (devastandola) Fivizzano e mise sotto assedio Sarzana obbligando i Medici a cedergliela. Dopo poco, il re la consegnò di fatto ai genovesi, attraverso il Banco di San Giorgio. I Buonaparte, che intanto si erano fatti un nome, furono inviati in Corsica perché anche quelli erano possedimenti genovesi, ecco infatti che divennero funzionari prima a Bastia e poi ad Ajaccio. Proseguendo con la discendenza, Carlo Maria Buonaparte, nel XVIII secolo, formatosi nelle università di Pisa e Roma proseguì gli studi ad Ajaccio, entrando in contatto con Pasquale Paoli, il rivoluzionario che, scacciando i genovesi, riposizionò di fatto l’isola tra i possedimenti francesi. Nel 1769 nacque Napoleone ed alcune malelingue affermeranno che, essendosene andati i genovesi l’hanno prima, il futuro imperatore falsificò la data di nascita per poter così figurare pienamente francese. Da notare che il suo cognome mutò da Buonaparte a Bonaparte, alla maniera dei francesi, solo dopo la morte del padre e pochi giorni prima di sposare la sua Giuseppina. Ciò che avvenne dopo, lo abbiamo studiato un po’ tutti sui libri di storia, ma rimane incredibile il legame tra questa importante figura e il nostro territorio. I territori dei Malaspina sparsi in tutta la Lunigiana e poi ancora Sarzana, Fosdinovo, Marciaso, Stadano: tutti luoghi napoleonici di diritto, anche se, quando venne in Italia, se pur con spirito riformatore, non so bene quanto rispetto ebbe per la gente e le terre che con lui condividevano molto più di un nome. Forse sarà per questo che, agli italiani, i francesi non piacciono poi così tanto, chissà!
Abbiamo detto all’inizio che questo legame lo davamo per scontato per poi verificarne alla fine la veridicità. Io un verdetto finale non sono in grado di darlo, magari qualche storico più erudito di me- spero, non troppo indignato per quello che ho scritto – sarà in grado di poterlo formulare, ma una cosa mi sento di dirla: più conosciamo le storie legate a questa magica terra, più ne rimaniamo stupiti ed affascinati. Non sarà certo il centro del mondo, ma al mondo, la Lunigiana, ha davvero dato tanto.