TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 30^ giornata
Lazio Juventus 0 – 1
di Pierluigi Califano
Vigilia di Pasqua con sorpresa, oggi vedo la partita insieme al figliol prodigo, appena tornato dalla perfida Albione. Si affrontano allo stadio Olimpico di Roma, Lazio e Juventus. I capitolini vedono l’esordio in panchina di Tudor, discendente di Enrico VIII, ma no sto a scherza’. La Lazio inizia la gara con un pressing alto e asfissiante che mette in difficoltà la Juventus. Tudor ha deciso di schierare una difesa a tre e 184 centrocampisti mentre Castellanos ha seguito il corso on-line: come dimenticare di essere un attaccante, con il poster di Capocchia o in omaggio. In ogni caso la Lazio ha qualche occasione e solo quando nel finale del primo tempo, quando tira il fiato, concede alla Juventus, meglio a Chiesa a suo agio nel 4/3/3, di rendersi pericolosa. Finisce la prima parte della gara e siamo moderatamente soddisfatti, anche se ripensando a Crespo e Veron ci commoviamo. Nel secondo tempo Allegri torna al 3/5/2 , più difensivo, anche se paradossalmente la Juventus ha un paio di occasioni. La partita continua con i laziali che tentano di scardinare la difesa juventina, molto chiusa ma anche altrettanto disattenta. La Lazio ha qualche occasione, anche grazie ai cambi che danno nuova linfa. Ci potrebbe essere un potenziale rigore su Zaccagni, ma in sala Var stanno cuocendo le pastiere e le torte al formaggio, d’altronde Pasqua è vicina. Sembra che la gara stia per finire con un pareggio che non servirebbe a nessuna delle squadre, quando Guendouzi pesca Marusic che infila la palla in rete gridando forte: ho segnato io, proprio io, quello che fa sbrocca’ sempre Pierluigi, almeno a me è sembrato così. La partita finisce, La Lazio vince sul filo, Tudor esordisce con vittoria, per la Juventus c’è poco da stare Allegri..
Lazio Juventus 0 -1
di Vinicia Tesconi
Questa rubrica mi si sta ritorcendo contro. L’ho pensata e voluta con grande entusiasmo e, anche se non speravo realmente che la Juve avrebbe potuto vincere lo scudetto, rovinando l’immeritata e rubata seconda stella agli interisti, mai mi sarei immaginata di restare senza parole. Io non so più commentarla la mia Juve. L’anno scorso, all’ennesima penalizzazione, confesso di aver pianto: per l’ingiustizia, per la rabbia di un sistema corrotto e orientato solo a farla pagare a noi permla nostra storia di successi, per la paura – più che fondata – che ci avremmo messo anni a riprenderci. Poi la prima metà del campionato in corso, mi aveva un po’ galvanizzata: se non altro ci consentiva di sperare, di guardare le partite con le dita incrociate, di provare anche solo a sognare, fiduciosi di una buona prova che ci avrebbe messo sicuramente al secondo posto dietro l’Inter schiacciasassi di quest’anno (come dissi nel 2010 a mio figlio interista: guardatevela bene, interisti, perchè passeranno anni prima che rivediate un Inter così, stato di grazia di giocatori mediocri e vergognosi aiuti e complotti dirigenziali). E invece, la catastrofe che fa sembrare la penalizzazione dell’anno scorso una bazzeccola. Oltrettutto, cosa che sembrava, a tratti, superata nella prima fase del campionato, di nuovo con un gioco vomitevole, insensato, assurdamente difensivo a difendere lo sfacelo di una squadra mal gestita e ancor peggio allenata. La dirigenza bianconera che storicamente ha sempre sentito l’importanza di avere la tifoseria più grande d’Italia, dovrebbe cominciare a pensare anche al danno che sta derivando dall’immensa delusione che viviamo noi tifosi. Non è nostro costume – e questo è un comportamento che ho sempre apprezzato nella Juve – cacciare gli allenatori, e, comunque, ormai il danno è così grande che non farebbe alcuna differenza, ma almeno l’annuncio della risoluzione del contratto di Allegri a fine campionato sarebbe di qualche conforto. Come del resto, impedirgli di far giocare sprovveduti giocatori di serie C con una maglia che è stata sempre onorata da chi l’ha portata. E, vabbè, poi basta. Troppo sconforto. Sconfitta meritata: onore alla Lazio.