Finalmente il tempo è tornato sereno e possiamo riprendere a camminare per gli splendidi e ben tenuti sentieri delle Apuane. In verità, per essere febbraio, fa un po’ troppo caldo, ma questo ci dà la sicurezza che non troveremo tratti ghiacciati. Oggi abbiamo deciso di percorrere il sentiero CAI n° 150, che va dalle Gobbie al Passo Sella: è un sentiero difficile classificato come EE a cui in alcuni tratti si aggiunge un + ad indicarne le oggettive difficoltà.
Partiamo dunque da Massa, purtroppo a mattinata già inoltrata, e risaliamo la via dei Colli per arrivare, dopo aver superato le frazioni di San Carlo, Pariana, Altagnana ed Antona nei pressi dell’Orto Botanico e proseguire poi fino alla galleria del Passo del Vestito, altrimenti chiamata del monte Pelato sotto il quale è stata scavata.
L’esecuzione di questa galleria, della lunghezza di 640 metri alla cui metà si trova il confine fra le province di Massa Carrara e di Lucca ed iniziata prima della seconda guerra mondiale in territorio massese a quota 1033 metri, fu a lungo osteggiata dalla provincia di Lucca finché, finito il conflitto, fu terminata dalla provincia di Massa che sconfinò abusivamente in territorio lucchese. La situazione venne poi sanata con un decreto di esproprio e finalmente negli anni ottanta i lavori furono definitivamente portati a termine.
Appena usciti dalla galleria, subito sulla sinistra, parte una via marmifera, per le cave del monte Pelato e del monte Altissimo alle nostre spalle, all’inizio della quale è possibile parcheggiare; seguiamo la strada per abbandonarla dopo una decina di minuti quando troviamo la chiara segnaletica che indica i sentieri 42 per il Passo del Vestito – Renara ed il 150 sulla destra per lo Schienale dell’Asino e Passo Sella. Seguiamo quest’ultimo che sale su rocce abbastanza lisce che ben presto diventano un sentiero ben tracciato il quale s’inerpica fra macchie di ginepro.
Dopo circa mezz’ora dalla partenza arriviamo su una piccola cresta dove si apre una vista stupenda che, partendo dal mare, si allarga sul Sagro, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura e Sella; sotto,700 metri più in basso a strapiombo, la valle di Renara.Avanti ancora fra pinnacoli di rocce fino ad una nuova selletta dalla quale scorgiamo il monte Macina, il piccolo Cervino delle Apuane, che ci appare come una piramide di pura roccia.
Ci inoltriamo in una fitta faggeta che sale assai ripida a” zig zag” mettendo a dura prova le gambe ed il fiato; ad un’ora e mezza dalla partenza siamo sulla Cresta del Vestito a quota 1380, dove s’innesta il sentiero CAI n° 155 proveniente dal Rifugio Puliti. Una breve sosta ad ammirare il monte Fiocca, al di là della valle di Arni ed iniziamo a percorrere, tenendoci in quota, la parte più difficile dello Schienale dell’Asino; qui non ci si possono permettere distrazioni perché non c’è più sentiero, ma una serie di passaggi in cresta segnati fra le rocce e pinnacoli esposti ora sulla valle di Renara a sinistra ora sulla valle di Arni a destra; niente di drammatico, se non si soffre di vertigini, comunque dobbiamo ben calibrare ogni passo aiutandoci spesso con le mani. Sopra di noi incombe la piramide del monte Macina. Riappare il sentiero che scende leggermente sulla destra ed attraversiamo una zona di lastroni di marmo alternati da colate di ghiaia fra vecchi tralicci metallici per poi risalire, ancora con l’aiuto delle mani, un breve tratto di roccia viva e quindi altre rocce e paleo fino ad una selletta a quota 1440 sul lato est del Macina dove ci fermiamo a riprendere fiato.
Davanti a noi sulla sinistra il monte Sella e, proseguendo con gli occhi verso destra, l’omonimo passo quindi il monte Fiocca e poi ancora scendendo si intravedono le cime dei faggi del bosco del Fato Nero, la Pania Secca e la Pania della Croce unite dalla cima dell’Uomo Morto e poi giù fino al mare; a sud ovest la scura mole del Monte Altissimo. Purtroppo la vallata è deturpata da un’orrenda via di cava che sale da Arni fino alla cave Ronchieri sotto l’Alto di Sella che ha reso obsoleta la Monorotaia Denham di cui si è parlato in una precedente recensione.Dal punto in cui siamo si può proseguire per il passo Sella dove raggiungibile con un’altra mezz’ora di cammino oppure si può iniziare la scalata del monte Macina. Questa oltre ad essere alquanto ripida, 120 metri di dislivello in 170 metri di salita, è anche esposta alla caduta di pietre per cui sarà prudente indossare il casco di cui siamo dotati.
La salita alla vetta, la sosta e la discesa a questo punto però ci porterebbero via, salvo imprevisti, un’altra ora di tempo il che ci costringerebbe ad affrontare a ritroso il cammino illustrato poc’anzi a pomeriggio inoltrato; conclusione dopo un piccolo conciliabolo: siamo partiti troppo tardi da Massa ed è più saggio rientrare in tutta calma ed in sicurezza onde evitare che sopraggiunga il buio prima di arrivare al parcheggio sebbene ognuno di noi sia dotato di lampada frontale. Con dispiacere, ma tutti d’accordo, si rientra rinunciando a rifocillarci per non dover affrontare lo Schienale appesantiti dal cibo.Alle 15 e 30 siamo di nuovo sulla Cresta del Vestito e qui finalmente si mangia. Ancora un’ora di cammino fra faggi e ginepri ed eccoci finalmente tornati alla macchina; altra breve sosta ed imbocchiamo la galleria all’uscita della quale non possiamo far a meno di fermarci per ammirare il magnifico spettacolo del sole che si sta avviando al tramonto sopra il golfo dei Poeti. Poi, spettacolo nello spettacolo, la Caligo che si forma improvvisamente sul mare e che in poco tempo ne priva la vista risalendo fino alla base delle colline sottostanti.
Troppo bello; basta un’occhiata d’intesa fra di noi e già sappiamo che la prossima volta partiremo per tempo e che la vetta del monte Macina sarà nostra.