TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 26^ GIORNATA
Fiorentina Lazio 2-1
di Gianni Ammavuta
Questa volta mi sono preso gli appunti, come dovrebbero fare i bravi cronisti sportivi, per non tralasciare alcun episodio saliente. Ma, senza tema di essere accusato di poca obiettiiività, non c’è stata davvero partita. La Lazio è apparsa subito svogliata, tanto da concederci tre angoli e una potenziale azione da gol, nel giro di un paio di minuti. Che la Fiorentina sarebbe partita forte era scontato, ma la Lazio è comunque poco reattiva e perde molti palloni a centrocampo. Questo consente alla Viola di stazionare stabilmente nella metà campo avversaria, con insperati spazi a disposizione. È così che al 5°, il buon Sottil spara in orbita da buonissima posizione, e che sempre lui, tre minuti dopo, conclude con un cross inguardabile un’azione iniziata due ore prima. La Viola è sempre la solita, lenta e prevedibile, ma perlomeno ci mette grinta e corsa, la Lazio neanche questo. I primi 15 minuti se ne vanno via leggeri, impalpabili come la piuma che scende dal cielo nella sequenza iniziale di Forrest Gump. Al 18° Guendouzy (o come cavolo si chiama), che sembra il cantante degli Skorpion, prova una girata in acrobazia, ma l’unico effetto che ottiene è un contratto per pubblicizzare prodotti per capelli. La Lazio di questa sera è davvero poca cosa, e si lascia portare via la partita di mano, come un bambino che allenta la presa e perde il proprio aquilone. Quello che succede nei minuti seguenti, ne è la riprova. Al 17° Provedel devìa sul palo un bel rasoterra di Nico, ben servito da Beltran. La palla arriva comoda comoda sulla corsa di Buonaventura, il cui piattone a botta sicura, viene respinto sulla linea di porta. Nico scuota la testa sconsolato, con le mani sui fianchi, quelle di Buonaventura, invece, finiscono tra i suoi capelli, come reazione all’occasione clamorosa gettata al vento. Io no ho capelli, e non vi dico in quale parte del corpo di Buonaventura, vorrei infilare le mie. Al 23°, sugli svilluppi di un angolo, Belotti incorna non benissimo, ma quanto basta a stampare la palla nuovamente sul palo, sempre alla destra di Provedel. E siamo a due legni in cinque minuti. Ma siccome siamo la nonsegnamaifiorentina, ne prendiamo un altro di palo, questa volta direttamente da calcio d’angolo. I legni sono tre, a questo punto, e non è finito nemmeno il primo tempo. I tifosi anziani come me, che ne hanno viste tante di partite stregate come questa, sanno che, di solito, la squadra che sbaglia molto, subisce gol al primo vero tentativo avversario. E così avviene. Con quattro passaggi di prima innestati da una palla mezza vagante recuperata sulla trequarti viola, il solito Louis Alberto, giocatore meraviglioso che onora sempre l’essenza di questo gioco, arpiona un bel dai e vai, e trafigge nonno Terracciano, con un lungo linea al giro, degno di Sinner. La pausa caffè arriva subito dopo e i tifosi accompagnano la squadra negli spogliatoi, con la quasi certezza che il secondo tempo, quando il fiato nei polmoni viola sarà in riserva, la Lazio ci travolgerà, come è accaduto più di una volta in passato. L’unica speranza è che i biancocelesti commettano l’errore di sentire la partita come già vinta, e che pensino che il vantaggio maturato, dopo aver subito la bellezza di tre pali, sia in ogni caso meritato, per il solo fatto di averlo raggiunto. Incredibilmente, l’atteggiamento della Lazio nel secondo tempo, è stato esattamente questo. Così, dopo che un tiro di Belotti , liberato in piena area di rigore da un rimpallo, finisce in fallo laterale; dopo che la Lazio gigioneggia e spreca una transizione potenzialmente fatale; e dopo che Ranieri quasi stacca una caviglia ad Immobile (senza essere nemmeno ammonito), ecco che la partita cambia e assume connotati clamorosi. Al 61° la Fiorentina pareggia con Kayode, poi sbaglia un altro rigore con Nico che colpisce il palo, il quarto della partita, e infine passa in vantaggio con Buonaventura, che raccoglie e ribadisce in rete la respinta corta e centrale che Provedel gli concede dopo aver respinto un bel tiro di Beltran, piuttosto a suo agio in questo ruolo dietro la prima punta. La Lazio non ha nemmeno la forza, o la voglia, di tentare l’assedio e la partita finisce con un tiraccio di Vecino, che spara alto da buonissima posizione, ben contrato al momento del tiro. La qualità che mettiamo in campo è sempre troppo scarsa, in confronto a cosa ci mostrano gli highlights delle squadre che ci precedono in classifica. Ma oggi ci godiamo una grande vittoria, e facciamo i complimenti alla squadra e al tecnico, con la stessa onestà intellettuale di quando li critichiamo.
Alla prossima!
Fiorentina Lazio 2-1
di Pierluigi Califano
Nel posticipo dedicato ai parrucchieri, in tribuna si scorgono Federico Fashion Style e i fratelli Bundi (quelli della lacca Cadonett), si affrontano allo stadio Artemio Franchi, la Fiorentina e la Lazio. I viola partono forte sull’acceleratore, i laziali si limitano a osservare come gli anziani al cantiere. Piccolo inciso. Nella scorsa cronaca ho fatto espellere Marusic, invece era Gila, infatti il serbo gioca, purtroppo, sulla sinistra con le mani dietro come mio nonno. La Fiorentina ha un paio di occasioni clamorose e coglie anche due pali, sui quali Provedel attacca le effigi dei santi che nomina con i suoi compagni di squadra. I romani appaiono capitati per caso, come quando vai a una festa e non conosci nessuno, poi improvvisamente riconoscono uno che stava alle medie insieme e Luis Alberto porta in vantaggio la Lazio senza nessun merito. Finisce il primo tempo e mi interrogo sui misteri del calcio, della vita, ne parlo con il mio amico Jung, acceso tifoso della Lazio. Inizia la seconda parte dell’incontro e la Fiorentina continua a giocare alta con le 185 punte schierate da Italiano e i viola pareggiano con Cayode. Dopo qualche minuto, Casale, che si era comportato bene fino a quel momento, tenta di copulare con Belotti in area di rigore e l’arbitro assegna la massima punizione che Nico sbatte sul palo dove San Cristoforo sobbalza per l’impatto. La Fiorentina non si abbatte e continua ad attaccare e Bonaventura, il giocatore, non quello che vinceva sempre un milione, porta in vantaggio i viola. Sarri cambia qualche giocatore e la Lazio accenna un timido pressing offensivo, nel senso che dice parolacce contro i fiorentini, arriva Provedel come consulente esterno. La gara finisce con la giusta vittoria della Fiorentina e la Lazio che giocando in questa maniera deve sperare che contro il Bayern, Monaco venga coperta da 42 metri di neve e non si disputi la partita. Comunque non servivano i rinforzi, vero Clà.