seconda e ultima parte
Per ‘Giardini della mente’, il festival del Libro d’Artista Garden Book che si tiene in Spagna, a Barcellona, il titolo della sua opera, esemplare unico, con la quale ha partecipato nel 2022 è ‘I fiori del mio giardino’. Che relazione c’è fra giardino, fiori e mente? Il giardino potremmo definirlo un luogo di conforto, di libertà e di evasione, così come dovrebbe essere la nostra mente, e i fiori?
Il giardino è uno spazio che necessita di cura e prendersi cura di esso fa parte anche della nostra crescita personale. Dentro di noi abbiamo un seme che deve germinare e fiorire, purtroppo quel seme che è in noi non lo facciamo crescere, e quel seme è nella nostra mente, è il talento che dobbiamo curare come una pianta che deve crescere. Il giardino è una metafora, è il luogo di contemplazione e di comunicazione sia con gli altri, ma soprattutto con se stessi. Cultura vuol dire stare nel campo e farlo fiorire.
Professoressa, che responsabilità si ha ad insegnare arte?
Intanto ho moltissimi studenti da tutto il mondo, negli ultimi anni molti cinesi, ciò significa relazionarsi con culture diverse dalla nostra, è anche grazie a questo che l’amore per l’arte cresce. L’arte utilizza un linguaggio universale, superando le barriere linguistiche e culturali. L’insegnamento è un servizio dedicato agli altri e segue un percorso di educazione alla bellezza, gli artisti sono chiamati a fare qualcosa di bello al mondo. L’arte devi sperimentarla. Per quanto riguarda la responsabilità: il compito di chi insegna è far sviluppare negli studenti la capacità di riuscire a guardare la realtà, il che vuol dire saperla osservare in maniera non superficiale. L’arte non imita la natura, nel senso che non cerca di copiarla, imita piuttosto il processo con cui la natura cresce, tentando di condensare, rendere visibile ciò che in essa resta spesso nascosto. Il docente deve educare a guardare non solo ciò che è visibile, ma anche la tattilità.
A questo proposito: dipingere la figura umana, quanto è visibile e quanto è invisibile? Con quale occhio si deve osservare?
Non ci si può fermare solo al guardare, è necessario andare “dentro” e guardare oltre il visibile, nella ricerca del mistero. Oggi, spesso, le persone restano in superficie, mentre c’è una componente fondamentale, quella spirituale. Il cervello è collegato al cuore, lì c’è la creatività.
La sua pittura è stata, o viene influenzata da artisti del passato?
A me piaceva molto la pittura di Sandro Botticelli. Tutti gli artisti hanno preso spunto da altri artisti. Come base c’è l’elemento figurativo, una volta che lo si è fatto proprio deve essere trasformato, altrimenti sarebbero copie, diversamente ogni opera è unica e irripetibile, in questo sta l’unicità dell’artista. Le persone sono uniche e le immagini sono il frutto di una propria identità e la comunicazione dell’artista è soggettiva.
Quale atteggiamento è necessario avere per riuscire a cogliere il messaggio che troviamo nelle opere d’arte, qualunque esse siano.
Secondo me rispecchiarsi in esse. Chi guarda un’opera è come se guardasse se stesso in uno specchio. È un’emozione non verbale, spesso nelle mostre d’arte i messaggi e la troppa bellezza possono mandare in tilt. La bellezza può essere anche nel dramma, sta nel come viene raccontata. In ognuno di noi coesistono due parti, quella oscura e quella in luce, che comunicano con l’opera. Nei musei ci si nutre di bellezza, la bellezza cura le malattie. Dopo aver visitato una mostra, o un museo, non si è più come prima di aver fatto la visita, si esce arricchiti.
Esiste un’iconografia nell’arte contemporanea?
Nelle mie opere ci sono riferimenti iconografici, quindi ci sono elementi d’ispirazione iconografica anche nel contemporaneo, che dialoga con il passato, in cui vengono utilizzati dei segni più o meno forti.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Una mostra di pittura collettiva a Firenze: “Sogno e illusione onirica”, che si svolgerà a Palazzo Pegaso dal 21 febbraio 3 marzo 2024. Durante l’anno 2024 ci sarà la ventesima mostra “Libro d’artista”, è un tour le cui tappe saranno sia in Italia e all’estero. Ancora nel 2024 per il centenario dedicato a Puccini, ci sarà una mostra con l’associazione “Asart” artisti scultori associati. Inoltre sto lavorando per partecipare al 15° Festival del Libro d’Artista e piccola edizione Barcellona (Spagna) sul tema: “Libro capsula del tempo”, per La giornata Mondiale dal libro, e San Giorgio, ricorrenza fissata dall’Unesco il 23 aprile di ogni anno dal 1996 con lo scopo di promuovere il continuo progresso culturale attraverso la lettura, a protezione della pace, della cultura e dell’educazione di tutti i popoli.