Ha compiuto 24 anni il Carnevale dell’Artistico, ma non ha perso una briciola del suo appeal, anzi, continua ad offrire, ogni anno, delle performance sempre più spettacolari. Ormai tradizione consolidata – l’unica che sopravvive nella città di Carrara – del martedì grasso carrarino, il Carnevale del liceo artistico Artemisia Gentileschi, riesce nell’incredibile impresa di animare la città con uno spettacolo di alto livello e di mostrare la bellezza della scuola, quando funziona perfettamente. Il fatto che si tratti di un liceo artistico non significa affatto che sia un vincere facile per i ragazzi del Gentileschi e per i loro insegnanti che profondono nella manifestazione grandissimo impegno e infinite energie, ripagate, giustamente, da un’affluenza record e dal gradimento degli spettatori. Dopo la sfilata, accompagnata dalla banda cittadina, lungo le strade del centro cittadino, la sfida a colpi di creatività tra le classi del liceo artistico è andata in scena nella mattinata di martedì 13 febbraio, in una piazza d’Armi accarezzata dal sole. La febbre creativa del liceo artistico, quest’anno ha contagiato anche gli alunni della scuola media Carducci di Carrara, che hanno partecipato all’evento con una sequenza di mini-esibizioni molto curate e divertenti. Poi è cominciata la gara. Diciassette esibizioni suddivise in due contest: uno per gli studenti del biennio e l’altro per quelli del triennio. L’evento è stato presentato, anche quest’anno, da un gruppo di ex studenti del Gentileschi, a dimostrare come il legame tra i ragazzi e la loro scuola prosegua anche oltre la conclusione del percorso didattico. Anche la giuria ha mantenuto la stessa formula degli ultimi anni, con cinque ex docenti, tra cui la professoressa Rosaria de Gasperis, che ideò la manifestazione nel 2000, nella veste di presidente e tre giornalisti delle testate locali. I ragazzi hanno creato le esibizioni scegliendo i temi e curandone costumi, coreografie e scenografie in autonomia, supportati nelle loro scelte dagli insegnanti e dalla preside Ilaria Zolesi, , che ha salutato tutti i presenti insieme all’assessore alla cultura Gea Dazzi. Molti le tematiche derivate dallo studio dei grandi pittori e scultori della storia dell’arte, ma tante sono state anche le esibizione volte a lanciare messaggi in relazioni ad argomenti dell’attualità come la guerra, l’inquinamento, la violenza di genere, gli atti vandalici contro l’arte e il disagio giovanile post covid. Specialmente i più piccoli, cioè le classi del biennio, hanno mostrato particolare attenzione a questi temi con esibizioni dal titolo Lotta per la pace, Lorax e la deforestazione e Fashion Fish, dedicata all’inquinamento marino. La performance Sabotaggio di Venere ha preso le distanze dagli ambientalisti che manifestano deturpando le opere d’arte, la coreografia dal titolo Il diritto di migliorare era invece dedicata al riscatto delle donne. Molto significativa anche “Al giorno d’oggi” nella quale c’è il passaggio dalla spensieratezza precovid, a un mondo in cui i giovani si sono trasformati in zombie dipendenti dal cellulare. A vincere la gara del biennio è stata l’esibizione dal titolo Revere J’en ai l’abitude nella quale è stato trattato il tema del riciclaggio dei rifiuti con dei costumi realizzati dai ragazzi veramente straordinari.
La gara del triennio è stata un crescendo di scenografie articolate e stupefacenti che hanno mostrato, non solo l’alto livello artistico raggiunto dagli studenti, ma anche un accurato studio della storia dell’arte. I più grandi artisti e le loro più celebri opere sono state personificate dai ragazzi con ironia e accuratezza dei particolari e con coreografie azzeccate ed elaborati costumi: dalla sfida tra arte e musica dance che ha visto protagonisti Michelangelo, Leonardo e Raffaello, nell’esibizione Florence Dance Battle, ad artisti più moderni quali Frida Khalo, Haring, Magritte, Manet e Toulouse Lautrec e altri nelle esibizioni dal titolo La Bottega degli amanti, Affaccio sull’arte, Una serata al Moulin Rouge e Epoche alla finestra.
Notevole la ricostruzione della camera di Van Gogh, presa dal suo celebre quadro, nella performance La stanza di Van Gogh in cui è stata messa in scena anche la lotta del grande pittore con i demoni della sua anima.
Di grande impatto visivo l’esibizione L’infinito mondo di Yayoi Yusama, dedicato all’artista giapponese che disegna punti, con scenografia e costumi molto curati, così come notevole è stata la performance Un’altra domenica dove eccellenti scenografie hanno fatto da cornice al passaggio da una mentalità patriarcale in cui la donna doveva essere la “monachella” cantata da Rosanna Fratello, a quella delle ragazze che vogliono solo divertirsi di Cindy Lauper.
Una ricostruzione perfetta dei costumi e dei personaggi più famosi del cinema di Tim Burton si è esibita nella performance dal titolo Team Burton, infine, l’esibizione vincitrice: Michelangelo iè tornat, che forse ha strizzato un po’ l’occhio all’impenetrabile cuore dei carrarini, ma che è stata assolutamente superlativa per le scenografie che rappresentavano le cave e lo studio di Michelangelo e per gli effetti speciali che hanno creato l’illusione dei cavatori che estraggono il marmo e dell’artista che da un blocco tira fuori la sua opera più suggestiva, e vivente, in questo caso: la Pietà. Non è mancato un monito appena polemico con lo striscione finale che ha invitato ad usare il marmo solo per l’arte.
A chiudere le performance, anche quest’anno, la strepitosa esibizione di tutti i docenti dotati di ali di farfalla, preside compresa, che hanno ballato sulle note di La notte vola della Cuccarini, raggiunti nel finale da gran parte dei ragazzi in un grande ballo di gruppo che ha riempito la piazza.