foto di copertina di Pietro Marchini
Vi invito a fare un viaggio che ha il sapore delle favole, percorrendo il tracciato dell’antica Ferrovia Marmifera intorno alle cave di Carrara. Lungo un percorso di 22 chilometri, troviamo 16 ponti e 15 gallerie: un’opera grandiosa per i tempi e i mezzi tecnici a disposizione. La marmifera iniziò la sua attività nel 1876 e terminò nel 1964, sostituita dai camion più funzionali e meno costosi. Negli anni Trenta del Novecento possedeva otto locomotive a vapore e 234 carri. Nel 1960 furono introdotte tre locomotive diesel.
Partiamo da Carrara e proseguiamo per il borgo di Torano; dopo averlo superato, ci inoltriamo nei grandi canali di uno dei bacini più importanti di Carrara. Salendo, oltrepassati i bacini di Bettogli e Piastra, arriverete dove io – Ravaccione – per tanti anni ho abitato. Si sto parlando della stazione della mitica Ferrovia Marmifera costruita a 455 metri sul livello del mare, la più alta di tutte le stazioni delle cave di Carrara. La mia inaugurazione avvenne il 15 maggio 1890, e fui operativa ininterrottamente fino al 15 maggio 1964, anno in cui la Ferrovia fu soppressa, per essere sostituita dai più veloci camion. Intorno a me esisteva un fabbricato idoneo ad ospitare la dirigenza del movimento e il servizio sanitario. Vi erano anche diverse abitazioni atte ad alloggiare ferrovieri e cavatori. A questo punto imbocchiamo la galleria del monte Torrione lunga 1125 metri per accedere alla stazione di Fantiscritti a 420 metri; da qui, percorrendo una galleria di 930 metri, scavata nella pancia di monte Novella si giunge alla stazione di Tarnone a 380 metri. Proseguiamo il nostro fantastico viaggio per scendere, attraverso la galleria Vara lunga 226 metri, ai famosi e spettacolari Ponti di Vara. Dobbiamo percorrere la lunga galleria di monte Croce per arrivare alla stazione di Miseglia Superiore e successivamente a quella di Torano. Da qui torniamo in direzione della stazione di Miseglia Inferiore, dopo aver superato le gallerie di San Giuseppe, lunga 72 metri, e di Miseglia Inferiore lunga 87 metri. Il convoglio a questo punto cambia direzione e scende decisamente verso Carrara. Attraversiamo la galleria di Vezzala , 32 metri e il caratteristico Ponte di Ferro alto 20 metri e lungo 130, tutt’ora esistente. Siamo alla stazione di Monterosso, sede amministrativa della ferrovia, non più esistente. A Carrara l’ultima sosta è la stazione di San Martino, poi la ferrovia scende direttamente, dopo aver attraversato vari ponti, fra cui quello più importante di Anderlino, all’ultimo approdo, lo scalo marittimo attrezzato con binari e paranchi per caricare il marmo sui velieri in attesa.
Da allora “molta acqua è passata sotto i ponti”, ma non più la Ferrovia Marmifera e io stessa abbondonata e ridotta come potete vedere. Ma vi sembra giusto non valorizzare un glorioso passato? Io insieme alle mie colleghe sparse per le Apuane siamo un museo a cielo aperto, che farebbe invidia ai più blasonati musei romani e a quelli attualmente protetti dalla Soprintendenza alle Belle Arti. Lo so, sono molti i siti di questo territorio abbandonati a sé stessi, ma non sarebbe male fare un programma che, di qui ai prossimi 50 anni, sia in grado di ridare loro dignità. Non chiedo “la luna nel pozzo”, soltanto un minimo di decenza e di rispetto per le future generazioni.
Io conservo la speranza e, nell’attesa, invio a tutti il mio più caloroso abbraccio:
Stazione della Ferrovia Marmifera di Ravaccione