Sabato 10 febbraio alle 16, 30 a Villa Bertelli di Forte dei Marmi verrà presentato il libro “La leggera cura. Quando Maggiano cantava” .Saranno presenti gli autori Marco Amerigo Innocenti e Enrico Marchi. Interviene Isabella Tobino, Presidente della Fondazione Mario Tobino. Coordina Alessandra Cenci Campani. La pubblicazione, a cura della casa editrice Maria Pacini Fazzi, fa parte della collana “Quaderni della Fondazione Mario Tobino – Studi e Ricerche”. Il volume racconta una pagina quasi sconosciuta dell’istituto psichiatrico di Maggiano, quella che comprende gli anni dal 1964 al 1969, quando venne introdotta la musico terapia che dette vita al Festival della Canzone in ospedale psichiatrico. Una pratica totalmente innovativa per l’epoca e al limite dell’illegalità. Un Festival della Canzone, in Lucchesia, seguito per sei anni da un pubblico più ampio – fino a tremila persone – di quello del Teatro Ariston di Sanremo. A scrivere le canzoni, cantare e suonare sul palco erano i degenti dell’ex ospedale psichiatrico di Maggiano, aiutati e coordinati da alcuni operatori della struttura. Nel tempo la memoria si è persa, ma i meno giovani ricordano il successo di quella manifestazione che trovava grande spazio sui giornali locali e nazionale e attirava l’attenzione della Rai per documentare lo straordinario, benefico effetto della ludo e musicoterapia sui malati. Documenti, immagini, filmati, audio e testimonianze sono state ritrovate e raccolte nel libro “Leggera Cura – Quando Maggiano cantava” scritto dallo psichiatra Enrico Marchi, già dirigente del settore nella nostra Asl, e dal giornalista Marco Amerigo Innocenti. Il lettore troverà nel testo i QRCode attraverso i quali ascoltare e vedere con immediatezza le canzoni eseguite dai pazienti e le immagini della presentazione e dello svolgimento del Festival. Ludo e musicoterapia per migliorare la cura dei pazienti nell’ospedale psichiatrico di Maggiano erano quindi prassi già quindici anni prima della legge del 1978 che chiudeva i manicomi. Psicofarmaci di nuova generazione, psicoterapia, “Leggera cura”, grande umanità e tanti malati venivano dimessi e potevano girare liberi. La “settimana della cultura” che si teneva ogni anno nello psichiatrico prevedeva convegni e giornate di studio sulla malattia mentale, ma il clou era il “Festival” che per buona parte dell’anno teneva attivi, partecipi e impegnati tanti degenti e parecchi operatori dell’ospedale psichiatrico.