Non è mio costume ritornare su argomenti già trattati, ma da quando ho raccontato questa storia, sembra che i suoi personaggi mi perseguitino, perché molto spesso, leggendo articoli sparsi qua e là rispuntano fuori dal nulla. Per esorcizzare questa presenza ingombrante, tornerò quindi a parlarvi del matrimonio più strano di cui ho avuto notizia e delle sue evoluzioni. Sia ben chiaro, se i protagonisti fossero persone con le quali ci possiamo confrontare tutti i giorni, come i nostri vicini di casa, qualche nostro parente, gli amici degli amici, non ci troveremmo nulla di strano: sono cose che capitano a tutti, ma in questo caso, come direbbe un famoso giornalista radiofonico italiano, voliamo davvero alto.
Ricordate le vicende di Meirivone Rocha Moraes, di cui vi avevo narrato tempo fa? https://www.diaritoscani.it/2023/11/17/matrimoni-alternativi/.
Meirivone era quella ragazza che ha sposato una bambola di pezza donatale dalla madre e con la quale aveva avuto un figlio. Marcelo il padre, Marcelino il figlio. Avevamo interrotto le comunicazioni sulle vicende familiari, dicendo che dopo una crisi matrimoniale avvenuta a causa del tradimento di lui, il conseguente riavvicinamento ed addirittura un confuso tentativo di rapimento, i due aspettavano un secondo figlio. C’è motivo di gioia a sapere che dopo il ritorno del bambino rapito nelle quattro mura domestiche, non si sa bene come, la nuova gravidanza ha dato i natali non ad un fratellino bensì ad una coppia di gemelline, che sono state chiamate Marcela ed Emilia. Un evento di grande gioia ma che implica un radicale cambiamento di stile di vita. Nell’articolo del “Daily mail” e ripreso poi da “Il Mattino”, Meirivone (non si capisce perché parli solo e sempre lei e non il marito) ammette di affrontare le sfide della vita quotidiana con grande gioia, anche se i momenti di crisi non mancano. “Non è facile, ma allo stesso tempo, mi emoziono ogni momento, ogni secondo. Nella vita di tutti i giorni, Marcelo ed io abbiamo molte responsabilità con i nuovi bambini, oltre a prenderci cura del nostro primo figlio. Anche quando sono stanca, lui mi aiuta a fare il bagno, mangiare e dormire”. Una casa così piena di gioia ed allegria deve però anche affrontare le normali sfide di ogni famiglia che si rispetti: “Le spese aumentano e lui deve pagare per il cibo, i vestiti, l’affitto, l’acqua, l’elettricità, i farmaci. È preoccupato, bisogna sostenere tante spese. Ma nonostante ciò, ha sempre sognato di avere una famiglia e dei figli, noi siamo il suo desiderio più grande”.
Non un lieto fine ma un’attestazione di normalità se così si può chiamare. Ho parlato di persecuzione all’inizio e infatti dietro l’angolo, o meglio dietro la pagina ecco spuntare un’altra storia che potremmo definire bizzarra, ma non unica, visto i precedenti, quella di Christian Montenegro dalla Colombia che ha sposato una bambola e con la quale ha avuto anche lui tre figli, di pezza pure loro ovviamente: Sammy, Adolfo Daniel e Lady Maria. Stesso canovaccio narrativo della sua omologa brasiliana ma, permettetemi di dire, dalle sue dichiarazioni rilasciate al “Daily star” traspare qualcosa di più: “Se non fosse per le bambole, sarei più solo di chiunque altro. Almeno ho qualcosa. Con la mia Natalia guardiamo la tv e parliamo di tutto. Non sanno quanto le voglio bene, ho sopportato tutto questo anno con lei”.
E se a qualcuno fosse venuto in mente che forse in Sud America girano venti strani, lo smentirei subito raccontandogli che in Giappone il bodybuilder Yuri Tolochko, ha sposato anche lui, al termine di una cerimonia a cui hanno partecipato numerosi suoi amici, una bambola che, se non altro, ha delle fattezze un po’ meno raccapriccianti delle altre due. Una storia a lieto fine? Nemmeno per idea, infatti a dimostrazione del fatto che anche nel mondo delle bambole tira una brutta aria, quando Yuri è dovuto andare a riparare Margot, così si chiama la moglie, entrando nel negozio ha perso la testa per Lola, che non è il nome della commessa ma quello di un’altra bambola. Divorzio in vista?
Stavo davvero per chiudere questo capitolo di matrimoni al limite della realtà, ma come potevo non raccontarvi la storia di Pascale Sellick, da lei stessa riportata nella trasmissione televisiva britannica “This Morning”. Abbandonate le bambole e preparatevi a qualcosa di più intimo, di più avvolgente, di più caldo: il suo piumone! Non ci sarebbe nulla di strano a sentire una storia così, quanti di noi sono letteralmente innamorati del proprio copriletto, specie in queste fredde giornate invernali, ma quanti di noi arriverebbero al punto di sposarselo? “È stato amore a prima vista. Quella con la mia coperta è stata la relazione più seria, longeva e rispettosa che io abbia mai avuto, proprio per questo motivo ho pensato che la cosa migliore da fare sarebbe stato celebrare il matrimonio” ed è quello che ha fatto con una cerimonia a cui hanno partecipato 120 persone a cui è stato chiesto di vestirsi “da casa” mentre lei si è presentata in pigiama e pantofole. Curiosità nella curiosità, tra gli invitati era presente anche il suo fidanzato Johnny, il quale ha non ha obiettato perché come lei stessa afferma: “A lui sta bene tutto. Non è geloso del mio copriletto”. Il menage a trois perfetto!
Il protagonista nascosto di queste tre storie però ha un nome ben preciso, la gelosia. È giusto essere gelosi o no? Si può essere gelosi quando il termine del nostro amore è una bambola piuttosto che un copriletto? Facciamo un salto di livello. E se la causa della nostra gelosia fosse un’entità non di pezza, ma virtuale? Ce ne sarebbe abbastanza da scrivere tomi e tomi, per chiudere però vi illustrerò cosa si è inventata Madeline Salazar Newyorchese di 29 anni, diventata virale su TikTok, per fare ingelosire il suo ragazzo dopo che questo l’aveva lasciata. Grazie all’Intelligenza Artificiale ha creato degli scatti fasulli nei quali appare in atteggiamenti teneri con un ragazzo frutto solo della sua fantasia e di quella della IA, così da fargli credere di averlo dimenticato e di aver instaurato una nuova relazione. Dal Sud America al Giappone a New York il passo non è breve, ma secondo voi la causa di tutto ciò è in qualcosa che ci mettono nell’acqua che beviamo o è colpa del cambiamento climatico?