Oggi si usa identificare come first lady o first man, secondo chi sia il titolare dello scranno del comando, il rispettivo partner. Qualche secolo fa, questo ruolo fu rivestito da Contessina de’ Bardi, moglie di Cosimo I de’ Medici. Contessina nacque a Firenze intorno al 1390 o 1391, come sappiamo, all’epoca l’ufficiale dell’anagrafe lavorava solo un paio di giorno all’anno. Era di origine nobile: suo padre era Alessandro di Sozzo de’ Bardi, conte di Vernio e sua madre era Emilia di Raniero di Galdo Pannocchieschi, conte d’Elci. Come i Medici anche i Bardi si occupavano, come dire, di finanza, cioè prestavano i soldi con tassi di interesse abbastanza elevati. A causa di un prestito non restituito dal re d’Inghilterra Edoardo III, la famiglia entrò in bancarotta, tuttavia restando in condizione abbastanza agiata, grazie ai terreni e gli immobili che possedeva nella parte settentrionale della Repubblica di Firenze. I Bardi erano inoltre ottimi feudatari e molto abili nelle arti militari. Grazie a quest’ultima loro particolare inclinazione – che servirebbe a Zelensky che non fa altro che parlare di armi – entrarono nell’orbita di interesse dei Medici. Contessina nel 1415, quindi all’età di circa quindici anni, sposò Cosimo, figlio del banchiere Giovanni di Bicci de’ Medici. Nel 1416 nacque Piero, che sarebbe poi il Gottoso e nel 1421 Giovanni, così chiamatoin onore del suocero. Contessina de’ Bardi si limitò al ruolo di moglie e madre, pur mantenendo un equilibrio che non si ruppe neppure quando Cosimo ebbe un figlio illegittimo da una schiava circassa comprata a Venezia che si chiamava Maddalena. Contessina crebbe Carlo, accogliendolo come figlio suo e non facendogli mai pesare la provenienza illegittima. Nel 1433 Cosimo de’ Medici fu esiliato da Firenze e si rifugiò, insieme alla sua famiglia nella villa di Cafaggiolo nel Mugello. Cosimo rientrò da trionfatore l’anno seguente e venne nominato Signore di Firenze e, conseguentemente, Contessina fu investita del ruolo di Signora di Firenze. Come consorte, fu in perfetta fusione con il carattere rude e spesso grezzo del marito, con i suoi modi austeri e aristocratici, con i quali seppe interagire e si relazionò abilmente con tutte le personalità di alto rango con cui venne in contatto negli anni di governo della città toscana. Nel 1444 iniziarono i lavori per la costruzione della casa di famiglia, quel sontuoso Palazzo Medici in via Larga, che Cosimo commissionò all’architetto fiorentino Michele di Bartolomeo Michelozzi detto Michelozzo. Il progetto dapprima venne commissionata a Brunelleschi, ma, poi, venne scartato dallo stesso Cosimo, perchè ritenuta troppo sontuoso e fonte di invidie da parte della cittadinanza, che magari viveva in condizioni di indigenza. In ogni caso, a lavori quasi ultimati la famiglia si trasferì a Palazzo Medici in via Larga, che oggi è via Cavour a Firenze. Cosimo fu un abile politico e banchiere e Contessina fu altrettanto abile a gestire una famiglia in vista, del tipo che oggi sarebbero influencer. Contessina de’ Bardi visse una vita serena e agiata, a parte l’ultima frazione della sua esistenza. Nel 1459 morì suo nipote Cosimino, figlio di Giovanni, che morì dopo quattro anni nel 1463, forse a causa del dolore della perdita di suo figlio. Nel 1464 morì Cosimo nella sua amata villa di Careggi, lasciando un’eredità emozionale profonda. Nel 1469 morì Piero a causa della sua gotta. Contessina riuscì a mantenere un equilibrio e fu un punto di riferimento per i suoi nipoti e i parenti collaterali. Contessina de’ Bardi la Signora di Firenze morì nella sua amata città nel 1473 e suo nipote Lorenzo detto il Magnifico, la volle omaggiare chiamando una sua figlia Contessina, come quella donna così piccola e fragile, ma tanto forte da essere ricordata come la Signora di Firenze.