A lui è dedicato il primo giorno dell’anno sin dal 46 avanti Cristo, quando Giulio Cesare, pontefice massimo di Roma, ordinò all’astronomo greco Sosigene di Alessandria di risistemare il calendario solare tenendo conto del succedersi delle stagioni. Fino ad allora, a lui era dedicato il mese di gennaio, il primo dopo il solstizio d’inverno per volontà di Numa Pompilio, secondo re di Roma, anche lui promotore di una riforma del calendario romano. Ci vorranno, poi 1500 anni e papa Gregorio Magno per rivedere di nuovo il datario e correggerlo nella versione definitiva che abbiamo ancora oggi. Ma il primo giorno di gennaio restò sempre dedicato a lui: Giano, il dio degli inizi. Giano bifronte, Giano creatore, Giano Padre: sono solo alcuni dei moltissimi epiteti con i quali era appellata la più antica e prettamente italica – nello specifico laziale – divinità pagana dei Romani. Giano non deriva, a differenza di quasi tutti gli altri dei, da figure, già allora, ampiamente note dei miti greci. Non ha alcun omologo o ascendente tra gli dei dell’Olimpo: Giano è un dio tutto romano, il dio che propizia e vede l’inizio e la fine di tutte le cose. Due facce sulla stessa testa, come una moneta in 3D, e proprio come una moneta lanciata in aria dalla sorte, Giano vede il passato e il futuro contemporaneamente, sente il destino, intuisce il disegno della Fortuna al di là del presente, che non può vedere perché costretto, nella sua forma a guardare solo nelle due direzioni temporali opposte. Giano sta sulla porta, nel passaggio tra ciò che è stato e ciò che sarà – non a caso il termine ianua, in latino,indica le porte – esattamente dove sta il primo giorno di ogni anno, quando si chiude con l’anno vecchio e si confida nell’inizio del nuovo. Giano abitava sul colle del Gianicolo, che da lui aveva preso il suo nome, e aveva donato la civiltà agli abitanti dei primi villaggi sulla foce del Tevere, dai quali nascerà Roma. Da Giano deriva il nome del primo mese: Gennaio Ianuarius, inserito nel calendario romana da Numa Pompilio nel 713 a. C.. Il mese del passaggio, il mese del cambiamento. Tantissimo, forse tutto è cambiato nei quasi tremila anni trascorsi da quando i primi romani vollero dedicare un mese al dio Giano, ma ancora oggi il nome del primo mese dell’anno, in quasi tutte le lingue del mondo deriva da quel Ianuarius: l’omaggio al dio Giano affinchè renda propizio il nuovo anno.